r Nel XXV • • ann1versar10 dalla morte di Verdi LA SEMPLICITÀ DEL MAESTRO Se c'è stato, tra i grandi di ogni tempo, un uomo di semplicità proverbiale, questi è Giuseppe Verdi. Egli era, certamente, consapevole del suo valore : ma ebbe sempre in uggia ogni forma di esibizionismo, ogni gesto meno che serio e dignitoso. Questa sem..- plicità a cui tenne fede per tutta la vita, giunse, tal.- volta, fino ali' incredibile. Ebbe in odio di mostrarsi in pubblico, quando ciò non fosse indispensabile, e non solo di persona ma nemmeno attraverso la foto ... grafia. Trovandosi un giorno in casa di Ricordi a Milano, rifiutò bonariamente di farsi fotografare. Si pensò, allora, di fotografarlo suo malgrado. La Casa Ricordi, in via Borgonuovo, dava sopra l'estesissimo giardino Perego, e fu dietro quei cespugli e quei vasi che Ricordi potè far disporre alcune macchine istantanee, dietro le quali stava un fotografo con ordini precisi. Invitato, poi, il Maestro a prendere il caffè nel giardino, si era strategicamente stabilito che, a un dato punto, gli venisse presentato il giovane pittore Chessa, per tenerlo fermo. Quando, però, avvenne lo scatto, Verdi se ne accorse ed esclamò : - Bricconi. Me l'avete fatta ! Ma, via, poichè si vuole il mio supplizio, poserò. - Ma se è già fatta! - rispose Giulio Ricordi. Infatti due obbiettivi avevano ritratto, l'uno tutto il gruppo dei presenti, l'altro· la testa serena ed energica del Maestro. Fu da questa fotografia che il Chessa ricavò poi l'acquaforte premiata nel Concorso governativo. Parecchi anni più tardi, mandando dei ritratti a un'amica, . Verdi scriveva: " Una volta che il fotografo mi ha avuto nelle grinfie, non mi ha lasciato partire senza avermi messo allesso, arrosto, in tutte le salse. Voi vedrete, ora sembro un parrucchiere, in alcuni un imbecille, in altri un brigante. Ciò è buono, se non altro, per ridere un quarto d'ora. Ridetene, dunque: poi abbruciateli ''. ~ Era uomo di spirito e scriveva con vero sapore letterario, ma, tuttavia, parlando di sè cercava sminuirsi come scrittore. E anche come musicista! Ad un 'amiça diresse questa lettera: " Se sapessi scrivere, le direi chissà quante belle cose, ma ahimè! nato povero, in un povero villaggio, non ho avuto mezzi di istruirmi in nulla : mi hanno messo sottomano una meschina spinetta e qualche tempo dopo, . . . m1 son messo a scrivere note sopra note e niente altro che note! Ecco tutto! Il peggio è che ora, a 82 anni, dubito forte del valore di quelle tante note ! È un· rimorso per me, una desolazione! Fortunatamente a 82 anni c'è più poco tempo di desolarsi ". Naturalmente non poteva capire la velleità di lio eca Gi o Bia e pubblicare gli epistolari degli uomin_i illustri. Gli pareva che il grande uomo quando scrive non debba aver presente la pubblicazione postuma ~elle su~ lettere. Ma che necessità vi è - soleva d!re ~ d1 andare a tirar fuori le letter.e di un maestro d1 musica? Lettere che sono sempre scritte in fretta, senza cura, senza importanza, perchè il Maestro sa che non deve sostenere una reputazione da letterato. Non basta che lo fischino per le note? Nonsignore ! Anche le lettere! Ah, è una grande seccatura la celebrità! Questi poveri, piccoli grandi uomini, pagano ben cara la popolarità! Mai per essi un'ora di pace, nè in vita nè in morte ! ". Allorchè, poi, a Genova si volevano .tributargli solenni onori per il suo giubileo, scriveva a un amico, tutto seccato : " Il mio giubileo?... Che ve ne pare? Ma c'è veramente da giubilarmi? E dire che mi. si minaccia anche una processione, venuta, con relativi stendersi e discorsi, a Busseto. Dio mio! Dio mio! ... E a Genova? A quanto ho intravisto da vostre lettere e giornali, mi si minaccia la burrasca anche , costi. .. Basta, speriamo che Dio ci salvi. E quando la burrasca pel cinquantenario sarà completamente svanita, avvisatemene che tornerò tranquillo a Ge- '' nova . Del conto che facesse delle critiche all'opera sua, attesta anche questo altro ricordo. Nel 1862, scrivendo a un giorn~le, a proposito di un articolo pubblicato sulla Forza del Destino, diceva : '' Se ella, in mezzo alle molte lodi, ha creduto farmi qualche appunto era in pieno diritto ed ha fatto bene a farlo. Del resto, ella lo sa, io non mi lagno nemmeno degli articoli ostili, come non ringrazio mai (e forse ho torto) per gli articoli benevoli. Amo la mia indipendenza in tutt.o e la rispetto interamente negli altri.. Poichè ella doveva necessariamente scrivere un articolo sulla mia opera, era bene non fosse influenzato nè da una stretta di mano, nè da una visita fatta o ricevuta ". Ed, a proposito di un articolo di Lomb~oso che gli negava l'eccellenza del genio, egli ribadisce questo suo concetto della propria indipendenza,. scrivend~ a una amica : " Ma sa lei che, per un artista che s1 espone al pubblico, è una fortuna quando la stampa gli è contraria? L'artista resta indipendente, non ha bisogno di perdere il suo tempo a ri~grazia_re l '1:1noe l'altro, di piegare ai consigli altrui: scrive liberamente secondo la mente e il cuore gli detta e se in lui vi è stoffa fa e fa bene. ,. ~ d, a. propo_si~odi una biografia eh; lo riguardava : È piena d1 mesattezze. Va da .sè che questa sorta ...
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