Vita Nova - anno II - n. 2 - febbraio 1926

VITA NOVA 37 po' serie erano soltanto quelle di Adigrat, cht infatti, presidiate più tardi dal valoroso Prestinari, sfidavano ogni sforzo del nemico imbaldanzito dalla vittoria di Adua. Invece il famoso .forte di Macallè (o più propriamente di Enda lesus) valeva militarmente poco più di zero. Quando il maggiore Calliano ne assunse il comando, con 20 ufficiali, 13 sottufficiali, 150 italiani di truppe e 1000 indigeni, la cinta del forte, costi-~ tuita d'un semplice muro, non era ancora neppure finita, per - 1 chè sopra 700 metri di cir-. cuito ne mancavano 70, e in I . . ' M a cun1 punti esso era cosi basso da non garantire alcuna! seria difesa. Le banchine esi-f stevano solo· per due terzi~ della cinta; e non v'erano~ rampe d'accesso per salirvi ; non traversoni per riparare dal fuoco d'infilata, non opere accessorie di sorta. Il ciglio dell 'alturà sormontato dal muretto, che racchiudeva alcuni rozzi edifici, e una ridottina, costituiva tutta la fortificazione. A nord-est, un blockhaus non ancora finito venne presidiato alla meglio, senza alcuna illusione di poterlo conservare : fatto gravissimo, perchè quella posizione, come del resto altre vicine, domin~va il forte, e perfino la ridotta più alta. Più tragica ancora diventava la situazione dei disgraziati occupanti a causa dell'assoluta JDancanza d'acqua. Per abbeverarsi occorreva uscire dalla cinta, e scendere in uno dei due valloncelli, a sud oppure ad est, dove si trovavano due povere sorgenti. Queste, per colmo di sventura, erano anche defilate dal tiro del forte, così che il nemico, una volta insediatosi in esse, non poteva venirne cacciato col fuoco, · e gli assediati dovevano soffrire prontamente la sete. In tali circostanze appare grave errore l'aver presidiato Macallè, ed avervi tentato una resistenza necessariamente effimera. Meglio era ritirare tutte le forze verso Adagamu~ e AdiBiblioteca Gino • 1anco bajè e magari più indietro. L'esercito del Negus, ormai riunito con quello del Maconnen, avanzava lentamente, a fatica: bisognava far s1 eh' esso colpisse nel vuoto : si sarebbe forse sfasciato. Invece con la resistenza di Macallè si offerse agli Abissini un facile e sicuro successo. Nè vale il dire che tale resistenza ritardò la marcia del nemico, perchè effettivamente Nord 3cala tipprouimativa di I: !0000 l'assedio, nella sua fase attiva, durò solt&nto pochi giorni, che l'esercito del Negus riguadagnò prontamente avanzando verso Adua facendosi schermo del battaglione Calliano tenuto ' per ostaggio, come vedremo. -J·:• Le prime apparizioni del nemico, avvenute nei giorni 8 e 9 dicembre, non furono seguite da alcun attacco. Il grosso dell'esercito abissino, ritardato dall' immenso someggio e dalla presenza di donne e di fanciulli, procedeva con estrema lentezza. Questo ritardo diè tempo al Calliano di perfezionare la difesa, sia della cinta esterna, che della ridotta. Viveri nel forte non mancavano (v'era farina per tre mesi) e neppure munizioni (v'erano 250.000 cartucce da •

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