,I . , - VITA NOVA dramma. Il buono non è drammatico, è descrittivo e lirico; il drammatico non è quasi mai buono. E qui, prima di passar oltre, ci corre l 'obbligo di considerare il Pirandello di Adriano Tilgher·; questo critico geniale ha infatti contribuito moltissimo a costruire la leggenda del Pirandello drammaturgo. E dovremmo rifarei dalla teoria generale tilgheriana sull'arte e sulla critica d'arte. Sull'arte come originalità sintetica, e sulla critica come ricostruzione storica del processo e degli elementi della sintesi. Osseryiamo soltanto che la sua stessa tesi generale porta il Tilgher a concludere, che il critico conosce le condizioni ideali della produzione artistica contemporanea (fatta e da fare) meglio dell'artista medesimo; il critico è assai più conscio dei problemi spirituali del nostro tempo, che l'artista non sia; e se l'artista non sintetizza sulla linea di quei problemi, lavora a vuoto. Ma in questo modo la originalità, requisito essenziale dell'arte, va a farsi benedire! C'è tuttavia, in quella tesi, un elemento di verità. Il bello non sorge staccato dalla vita, scisso dal processo generale unitario dello spirito. La ·critica del bello non può dunque essere sensi ..·. bilità o gusto, senz 'essere anche interpretazione ideale e storica di tutta quella vita dello spirito che a un certo punto si è espressa in forma genuina e pura nell'opera _d'arte. Ogni storia dell'arte implica, al modo stesso, e necessita una storia della cultura: e questa a sua volta una storia del pensiero, e un sistema di pen- ·siero, e un' ispirazione morale. E ben vero che non possiamo adeguarci alla comprensione di alcuna bellezza., · senza comprenderne anzitutto lo sfondo ideale ..s.toLEGGETE rico; non possiamo comprendere, realizzare, il nostro Dante poeta eterno, se prima non ci siamo anche familiarizzati col Dante profetateologo-politico de' suoi contemporanei. Ma poi, fa bellezza raggiunta, adeguata, s' impone allo spirito jure suo, ha un valore che non è per nulla da confondersi col valore del suo piedestallo filologico-storico e fìlosofìco, e somiglia, in ciò, al rivelarsi di Dio nella coscienza morale: un rivelarsi coerente immanente e storico, ma dì valore che in sè è trascendente, assoluto, divino. E il critico vuol essere anzitutto schiavo di tale . rivelazione, e- quasi sua vittima : e poi dovrà indagare il processo storico e ideale che portò lui, come già per maggiore ventura l'autore, alla realizzazione del miracolo. Questa improvvisa schiavitù, questo orror sacro di fronte alla rivelazione della bellezza tragica, il dramma di Pirandello non ispira. Ed A. Tilghèr, con quel rigiro complesso e irto di ·problemi·'' della coscienza moderna'' onde è ispirata tutta la sua opera critica, non riesce a dargli ciò che non ha. Il Tilgher è certo un critico acuto e valente; ma il suo torto massimo ci sembra una certa ammirativa passività davanti : a ogni bizzarria del romanticismo sempre rinascente: che è, come tutto o quasi il romanticismo, un pasticcio di pensiero non seriamente . pensato, di bellezza vagamente intuita ed espressa con precipitazione, di sensualità primitiva che , si compiace di sè e si accarezza, di religiosità che non riesce mai a diventar religione.... Nessuna meraviglia che il Tilgher parli dijrelativismo della coscienza moderna. Ma il romanticismo in arte è stato sempre relativista a questa maniera : ossia confusionario e mediocremente realizzatore. • CAMILLO PELLIZZI (Continua) ~~ CRITICA FASCISTA,, I il più interessante quindicinale · del Fascismo diretto da GIUSEPPE BOTTAI ROMA (4) . Via della Panetteria, 36 Abbonnamento annuo L 20 - Per l' stero L- 35 Un numero UNA lira in Bia co
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