Vita Nova - anno II - n. 2 - febbraio 1926

,. ' L'UOMO .DI PIRANDELLO . ' t Ogni autore esprime sul serio un solo uomo: se stesso. Quando il De Sanctis definiva '' l'uomo del Guicciardini '', e usava questo tipo riassuntivo come pietra di paragone a saggiare quasi un secolo di letteratura nostra, era più assai _nel giusto che altri oggi non vorrebbero consentire. La figura spirituale di un uomo o di un'epoca si assomma i~ un profilo morale; e a tal profilo va riferita perchè la nostra coscienza possa maturare e formulare un giudizio. E il giudizio è sempre giudizio morale, sebbene vari il suo modo a seconda. delle categorie spirituali cui si riferisce volta a volta, e a seconda del sistema che ognun di noi può essersi formato di quelle categorie. Così, per tracciare la fisonomia di..v. arie rette su un piano, ossia stabilire i loro rapporti, bisogna almeno idealmente ricondurle al loro punto o punti di intersezione. A chi solo si occupi di misurare gli angoli come tali, sarà indifferente che queste linee s' incontrino più qua o più là; ma chi debba· invece misurare distanze, superfici, spazi, e volumi determinati e concreti, dovrà pur precisare dove quei punti si trovino. E chiunque si ponga a giudicare di un fatto spirituale in termini di una sola categoria dello spirito presa a sè, farà come quello degli angoli, che stabilisce rapporti generici, veri dovunque e sempre ma reali mai e in nessun luogo: ossia poi non giudicherà; invece chi tiene di vista la coincidenza discorde di tutte le categorie, ha tutte le maggiori probabilità di poter determinare omnimode quel punto, che è sempre centro e ragione e vita a tutto il resto. Ma quel punto, ricordiamo, è un punto vivo: è la vita stessa, di noi giudici, dove e in quanto giudichiamo, e giudicando .riviviamo in noi l'oggetto dei nostri studi. E qui non cyè scampo. Nel punto, nel moto eh' io giudico, non . posso pensare il r11io spirito giudicante come diviso, sezionato in categorie, per modo che una sola di esse categorie si trovi adesso ·b ioteca Gino Bianc al lavoro, e tutte l'altre. altrove (chissà dove·!) immobili e in attesa del loro turno. · Quando giudico sono tutt' io e sono tutto in questo giudizio. E se debbo indicare in un punto questo tutto me vivente, lo indico nel punto concreto e storicamente determinato della mia viva realtà rriorale. La mia e quella dell'oggetto del mio lavoro, fuse e confuse nèll'atto del giudizio. - Ma perchè, - si dirà .:_ per l'appunto la realtà morale e non un'altra? Bah, qui voleva farsi una dichiarazione di metodo, più che una dimostrazione filosofica del ,metodo stesso. Tuttavia osserviamo di volo che quel punto è un ·punto vivo, è vita; è un fare, un farsi; e se lo dobbiam proprio definire, che vale in qualche modo fermare e astrarre, dobbiamo tenerci a quella, fra le categorie, che ha più del /are e del /arsi, quella che è volontà dell'universale, o come altro la si dica. In somma, anche attraverso la critica noi riviviamo Ia· vita di un uomo; e nel giudizio puntualizziamo, passi il termine, questa fatica; la fermiamo in un punto, a definire il quale non c'è che fare appello alla parte· più gelosa e intima della vita dello spirito; a quella fonte . prima e massima, che è la volontà di sè in universale: la moralità. Della quale dice il Gentile, e a noi basta ripeterlo: che possiamo pensare di questa senza riferirci all'altre categorie, ma non ali' altre senza riferirci anche a questa. Nella critica d'arte, a esempio, non ci basta ~ilevare che un autore è artista perchè ha posio • • 1n e~sere una persona viva : questa persona viva vogliamo anche personalmente intenderla (né potrem~o risparmiarcelo, se· dobbiamo giudicarla viva !). Per il .che torna acconcio il già detto. *** Se domandiamo: :_ qual' è l'uomo .di Pirandello? - par già di sentire il lettore frettoloso che esclama: - è Pirandello! - non

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==