vranno essere piu battute, perché esse sono gli avanzi ed il simbolo millenario della città battagliera, perchè esse sono fattori essenziali ali' armonia delle piazze e del panorama della città turrita. Gabriele D'Annunzio, durante la guerra, diresse al Prof. Giorgio Del Vecchio una lettera notevole per freschezza e genialità di ispirazione, per intensit~ di sentimento e nobiltà di forma in difesa delle torri degli Artemisi e Riccadonna, che fìno a pochi ann \ or sono alzavano le salde muraglie intorno ali 'agile: torre degli Asinelli. Giorgio Del Vecchio, Ugo Oiett1, Mario De Maria. Bino Binazzi e Francesco Meriano pubblicarono pregevoli articoli caldi di entusiasmo in difesa dei monu~ menti di Bologna. Queste voci generose non giunsero inopportune, BOLOGNA - PIAZZA:DELLA MERCANZIA. , né inutili, perché i monumenti hanno diritto a cht gli uomini si ricordino di loro, e vi hanno diritto, perché essi sono tra i migliori testimoni, tra i fulgidi ricordi della grandezza dei popoli. L'entusiasmo e l'ardore dal quale sono animati molti figli di questa città ed il Comitato di Bologna storico-artistica, che Biblioteca Gino Bianco attua alacre opera di ripristino realizzando il sogno di Alfonso Rubbiani, - anima di poeta e di asceta, - possono ben farci sperare in una resurrezione luminosa e completa d'un angolo di Bologna accanto al trecentesco palazzo gotico della Mercanzia, che si eleva austero, semplice, con una corona di secoli sulla fronte. BOLOGNA - CHIESA Dl S. BARTOLOMEO DI PORTA RA VECNANA. Un dettaglio del portico. (XV secolo). In nessun luogo del mondo, forse, la storia si è condensata piu tenacemente che in questo centro di vita italiana, dove, a pochi passi dai tem-pli di Santo Stefano, - adorni di marmi latini e di un chiostro lombardesco consacrato alla gloria degli eroi della guerra nazionale -, quasi all'ombra delle torri degli Asinelli e dei Garisenda, la leggiadra finestra cen - trale dei Mercanti - fantastica vegetazione marmorea - ; il palagio severo dei Drappieri evocante la distrutta mole bentivogliesca; le case Tacconi, sul - cui portico attribuito a mastro Fioravanti, si aprono leggiadre finestre archiacute in cotto; il quattrocentesco palazzo Isolani, nel quale armonizzano con la cornice ad archetti le gotiche finestre di struttura bentivogliesca, opere di mastro Pagno di Lapo Portigiani da Fiesole; il portico di casa Brizzi sorretto da colonne fasciate o scanalate con fastosi capitelli del cinquecento; le antiche e curve case Reggiani e Serracchioli che, con la torre Alberi ci, formano un fantasioso scenario medioevale e rinascono per opera •
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