• VITA NOVA ' de quoi: di una poesia come quelle, fatta da uno come Voi, deve essere superba; nessuna. regina o imperatrice può sperare tanto. Qu~ta letter~ la ~uoi n:iostrare agli Zanichelli; ma di' loro da pa~te m~a che usino dis~rezione nel partecipare a giornali. Giacomo puo capire, che ha sentito e trascritto la poesia: la regina esclamò: - Bene, - alle strofe che dice la Sirventese: si mostrò commossa alla Past?rella e alla Dora, impallidì alle ultime. Ma non importa che faccian sapere alla stampa tutto questo. (J) Rivide la Regina nell'ottobre 1890. L' 11 ottobre mandava una lettera alla moglie dalla villa Reale di Monza : " vedi di dove ti scrivo? Sono stato ticevuto alla stazione dal Maestro di Cerimonie, e trasportato in carrozza di corte sin qui. Il Re è &~caccia. C'è la Regina e il Principe. Attendendo la colazione, mi hanno dato per mio uso una sala e una camera bellissima, dove scrivo, Ma viene il Maestro delle cerimonie, e ti mando. Vado a colazione "; e il giorno 13, da Milano: " Sabato, dunque, fui a colazione dalla Regina. Il Re non v'era, ma mi aveva lasciato saluti. V'era il principe di Napoli. La-.Regina mi trattò con la maggiore affabilità, e dopo colazione m' intrattenne nel parco per due ore, con le dame, con i generali e gli aiutanti e i gentiluomini. Di tante cose mi parlò; mi invitò a leggere il Piemonte, poi ] auJré Rude/, poi lo Scoglio di Quarto, poi : Roma poi Alessandria. _Mi domandò come stavi tu, come stavano le figliuole, e dei nipotini, e se la Titti aveva ancora avuto figli ". {] Un altro colloquio con Margherita di Savoia ebbe il 27 aprile 1891, a Roma. E fu l'ultimo. Ma spesso il Poeta si rivolse alla Regina: ne fanno fede le numerose ~inute di lettere che la famiglia conserva fra il carteggio personale. Questa, ad esempio, del 30 dicembre 1894: Signora Marchesa, Da Chioggia mi giunse una lettera (che mi permetto acchiuJere), con istanti sollecitazioni perchè volessi presentarla o accompagnarla io alla Maestà della Regina. (1) uttere alla /amiglia, ecc. (op. cit.). liotecaGino Bianco Non conoscendo la mittente, mio primo pensiero fu di rinviare essa lettera, ma poi, considerato il nome della fa~iglia, e sapendo che l'estinto fu. qual veraf!1ente la vedova scrrye, mi mancò il coraggio del pnmo proposito, e prego V. E. d1 darla nelle mani della Sovrana. Anche La prego di afferire da parte mia a S. M. il volume che Le mando delle poesie minori di M. M. Boiardo. Fu pubblicato a cura di un giovane professore, sotto la mia direzione, dall; Com.missione dei così detti Testi di lingua, della quale io sono presidente men indegname~te e inutilmente _for~eche d'altre, Desidererei che S. M. fosse informata come 10 intenda anche di ripubblicare, con tutte le cure che merita, il maggior poema dell 'Or/. innamorato. Faccia voti per la salute la felicità e la gloria dei Sovrani nel nuovo anno e in molti altri, con devozione profonda e disinteressata. Disinteressata, veramente, no: italiano, ho grande interesse che i Reali di Savoia vadano sempre di bene in meglio. (come il loro fato). Riverisco ossequiosamente. Dev.mo: GIOSUECARDUCCI /89(/ ____ _ jJ « E lui, che fin da giovanetto tenne molto alla eleganza della calligrafia >>. I E non soltanto per la Regina. ebbe a h · ·1C d · · . · ne e occa- - s1?ne, I ar ucc1, d1 scrivere a re Umb t I t ( d ) • l er o. n una. m1nu a senza ata si egge: Onorevole Signor Ministro, L-a Maestà del Re e Vostra E Il h 9uel poco di bene che io possa a:~: f e~ta anno troppo onorato, 10, ma duolmi che io possa er l' a . 0 • Non devo lagnarmene· P avvenire non sarà per rispon-
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