Vita Nova - anno II - n. 2 - febbraio 1926

Due anni dopo, da Courmayer, in una interessan .... tissima lettera al genero, Giulio Gnaccarini, annun .... ciava: " ..... salgo sur un colle ripido, a picco della Dora dov'è un bellissimo bosco d'abeti e pioppi e betulle: in un piccolo spazio, come piazza, c'è un mucchio di tronchi d'abete tagliati : io mi siedo lì e sto leggendo e scrivendo fino alle 1 O. Così ho finito un'Ode, Lo scoglio di Quarto (che vidi a Genova, la sera del 12 luglio). E intendo comporne un '.altra, Il liuto e la lira, alla Regina ''. E il 7 agosto telegrafava alla sua Elvira : " Sta .... mane finii l' Ode alla Regina a dispetto dei muli ". ( 1) Non era passato un mese che avvertiva: " Dimani mattina, mercoledì 14 (agosto 1889), Giacomo (Za .... nichelli) parte, ed io l'accompagnerò probabilmente fino a Pont ..S..aint ..M.. artin, per indi seguitare per la valle di Gressoney in compagnia di Giacosa medico. E forse vedrò la Regina. Alla quale oggi mando, in « ••• salgo sur un colle ripido... dov'è un bellissimo bosco di abeti e di pioppi ... ». un piego fatto con poca roba e con gran cura da Giacomo, un' ode, Il liuto e la lira, pensata a Roma e composta in questi boschi ". E della visita dava conto alla moglie: (1) P r intender la hiusa bisogna rie rdare h proprio in quei giorni il Carducci adde du volte dalla su aval atura montanina. Biblioteca Gino Bianco 13 La mattina del 15 eravamo a Saint-Jean Gressoney, dove villeggia la Regina. Mandammo le carte di visita alla Marchesa di Villamarina. Subito ci raggiunse uno staffiere con un biglietto, che la regina desiderava vedermi alle ore 1, con Giacosa. Alle 11 la vedemmo che andava alla messa. Uscita di chiesa, si avvicinò subito a me e mi parlò lì in piazza per 1O minuti, poi parlò con molti altri. All'una andammo nella palazzina. Era con le sue dame e con due gentiluomini. Ci tenne per due ore, sino alle 3, parlando con grande bontà e famigliarità di tantissimo. E volle che le dicessi la ode intitolata a lei, La lira e il liuto. lo notai che stava attentissima e che a un momento impallidì. Il Giacosa mi dice, e dice a tutti, che le caddero le lacrime. lo anche notai (questo dillo a Giacomo Zanichelli, il quale conosce l'ode), notai che esclamò: Bene bene! alla fine delle quattro strofe guerriere: Avanti Savoia! \ ,., « ... ebbe anche occasione il Carducci di scrivere a Re Umberto ... >>. Finito di leggere, mi disse che l'ode l'aveva veramente commossa e che mi era proprio riconoscentissima. Poi, ripeto, parlò di molte cose, al solito con moltissima coltura e gusto: parlò di cronache, di codici antichi nuovamente trovati, di biblioteche; e poi de' Francesi, che non ci intendono mai, e disse che le era molto piaciuto che in un ultimo articolo della Revue des deux Mondes mi fosse reso giustizia, e fosse detto che io era non solamente il primo poeta d'Italia ma un de' due o tre veramente grandi del continent . Poi volle che le raccontassi il caso di Panzacchi. Poi parlò molto degli scolari di Bologna, e disse aver veduto con piacere che quelli che le fecero tanta festa passarono poi lodevolmente gli esami; ricordò i nomi dei tre o quattro che più si segnalarono. Lodò molto la edizion delle mie opere per la esecuzione tipografica d I Zaniche11i, tanto il formato grande quanto il piccolo. Poi mi dimandò deJle mie figliuole: quanti figli aveva la prima, a chi avevo maritato la Laura; e mi chies della Titti, mi disse sapeva che anche lei si faceva sposa, e a un bravo e buon giovane, io le dissi di Masi e di Gnaccarini. Si ricordò che nella lettera con cui le mandavo la prima od I scriv vo della figlia mia eh aveva nome Lib rtà. Poi mi domandò se mia moglie ra anche l i toscana, e quando la sposai. E di tante altre cose che ora non ricordo. Parlò anche di suo marito, che E11a chiamò sempre il Re, o il Re Umberto. E parlò d Ila morte di Vittorio Emanuele, e com era difficil succeder a lui. E tant altr cose. Av va con sè le Rime nuove, 1' semplar che 1 f ci aver con una mia intitolazion a Courmay r; mi diss , - V da~ siccom nè anche a Cort i libri si salvano, perch' non m lo portino via, i ho scritto sopra il mio nom . - E voli eh l I gg ssi du po si , la Serenata la Mattinala; diss eh rano du g mm . Poi da ultimo mi strins la mano forte, dic ndomi on effusion : - " Le sono riconosc nlissima ". - Il Giacosa va raccontando di questo ri evim nlo eh la Regina av va i la rimoni, dic , elle avait

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