,. 6 VITA NOVA della scuola non è ali' ordine del giorno della pubblica opinione. L 'enorrna maggioranza dei fascisti la riguardano come una questione riservata ai professori· e alle loro '' beghe '' interne. Quel che il Codignola osservava, è, purtroppo, vero ancor oggi : si seguita a parlare della riforma scolastica come di un'opera che inte-- 1 ressa i sostenitori delle idee di una persona, del Gentile, e il partito soltanto in quanto Mussolini l' ha sostenuta e la sostiene tut- • tavia. Un uomo di Stato, per quanto grande (e Mussolini è tra i sommi), non può pensar lui a tutto: egli dà lo spunto: sta agli uomini di buona volontà e alla classe dirigente attuare e fecondare l' idea, svolgere e diffondere l' im-- pulso che viene dall'alto. Il fascismo deve ancora fare il suo dovere in questo punto. Che l'opinione pubblica si disinteressasse della scuo-- la, l'abbiamo tante volte lamentato sotto il vecchio regime. Che cosi accadesse allora, non ci sorprende, ora, a rifletterci: lo Stato era assente in questo come in altri problemi. La questione della scuola la dovevano risolvere i maestri e i professori: perché pareva che fossero essi i soli interessati. ·Errore colossale, micidiale per le conseguenze n~zionali. Ma tanto piu~~deplorevole, e nefasto anche per e sort i del regime fascista, se vien ripetuto • oggi. Il regime fascista è un po' come la riforma scolastica, alla quale è legato piu assai di quello -- che non si ere : ci vuole una generazione nu~va, si dice, che venga su çon l'animo sgom-- bro dai vecchi pregiudizi, con una mentalità e un'educazione nuova. Ma se ci disinteressiamo dei problemi dell'educazione, come verrà · su questa generazione nuova? L'educazione che si dà in quei particolari · istituti che si chiamano le scuole, non è tutta l'educazione nazionale. D'accordo. Mussolini è il piu grande educatore che abbia oggi l'Italia, e tutta la vita politica è una scuola di educa-- zione, in certo senso. ·o'accordo, ancora. Ma, daccapo : dall'alto viene l' impulso, e proprio questo è il compit~ del partito: seguirlo e realizzarlo. LaSvita politica è una scuola di educazione proprio a questo· patto: che non si disinteressi del problema dell'educazione. iblioteca ■ 1no ■ 1anco E una veduta troppo ristretta, anzi falsa, quella di chi rinchiude il problema dellà scuola dentro quei particolari istituti. Quelle che si chiamano le scuole, sono le istituzioni dove vien concentrata e trattata la questione, capitale per ogni nazione, delr educazione pu~blica. Gua! se i maestri e gli educatori perdono 11 senso sociale ·e politico del compito a essi affidato : nel mi~ gliore dei casi, tireranno su dei giovani che sanno il greco e il latino, la fisica o la matematica, ma non saranno buoni a nulla in tutto il • • • resto: non saranno uomini, mai. Affinché coloro che hanno in mano le sorti della educazione non cadano in quest'errore, è necessario che l'opinione pubblica faccia loro sentire la sua presenza. Che li vigili, li controlli, li giudichi, li incoraggi, eventualmente li • • esoneri e punisca. Affinché non cadano. in quell'errore, ho detto. Ma la mia opinione debbo esprimerla netta, netta: in quell'errore è gran tempo che ci son caduti, e ci perseverano ancor oggi, in generale. La loro scusa maggiore (che non è una scusa per loro) è ancor oggi il disinteresse della comunità. O, se interesse~ c'è, poniamo nelle famiglie che debbono provvedere all'av-- venire dei figli, non è I' interesse politico, quello che guarda alle sorti della nazione. E il piccolo interesse economico, particolaristico, egoistico . Per costoro forse andavano meglio le cose prima della riforma: domani faranno festa a chi toglierà alla riforma lo spirito fascista che tutta la pervade (che tutta la dovrebbe pervadere) nell'intenzione del legislatore. Il senso della disciplina, non come regolamento e aspetto esteriore, ma come illimitata devozione a un'idea eh~ ~rascen~e la vita del singolo e i suoi partico~ lari interessi, è ancora da consolidare alle ·basi della scuola in Italia. E sorta la tendenza, in questi giorni a porre dei fascisti a capo delle nostre scuole.' Sembra. un sintomo di risveglio molto consolante, Ma, tesserati o non tesserati, l' importante è propriamente questo: che chi è al governo della scuola a~bia un"anima fascista, capace di suscitare una vita ~uova .nel!a famiglia dei maestri e degli scolari, e di orientare la riforma nel senso dei fini imposti dal riformatore alla cultura della • • nuova generazione. ARMANDO CARLINI ,.,
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