Vita Nova - anno II - n. 1 - dic. 1925-gen. 1926

re tra vita e pensiero, e chiudere la scuola aid ogni ·politica, e lasciare che il'uomo in preda ai suoi fantasmi e ai suoi sistemi, si estranii e distragga dalle cure ,del mondo, in s:ui batte il cuore dell ·uomo ·vivo e operante· in contro il suo d,estino. E noi non negheremo che ci sia una certa cultura strumentale, a norma della quaie due più due farà sempre quattro, sia che si sommino catezze sia che si sommino ·bastonate. E di questa cultura strumentale, ch•e è mero sapere, organizzazione di cognizioni bern accertate, -critica, erudizione, dottrina, non può non essere il fasci sta a volersi disfare : egli che aspira a potenziare 1 la vita ·naziona1lee,d umana .in genere, e che sprona la gioventù ad armarsi di forze hsic1 he ed intellettuali per vincer la battaglia a cui sarà chiamato. C·hè altrimenti il .suo stile, -la serietà eh-e egli propugna, sarebbe maniera, e non que!Ua reale forza che è. La conquista· spirituale di tutta . . Italia. Quando la fede cristiana nelle sue origini, che era evidentemente una nuova cultura, oo nuovo valo1e spirituale, prese a informare tutta la vita morale e intelilettuale del1l 'uomo, e perciò uno stile auovo, venne a scontrarsi con l'erudizione e: la filosofia intellettualistica, ebbe dapprima un movimento istintivo di ripugnanza ; e .i primi apologisti parvero dominati da un impeto di avversione e di lotta invincibile Ma .ben presto la nuova coscienza sentì, che non era possibile vincere il paganesi 1 mo senza strappargli di mano le armi : e si appropriò form·e letterarie e perfino sistemi filosofici che piegò a strumenti utili a!Ila soddisfazione di nuovi bisogni spirituali, senza che questa soddisfazione dovesse .importare un regresso sulla via g,ià percorsa dagli antichi. Noi del Fascismo, uscj ti dalla battaglia vittoriosi, abbiamo ormai raggiunto quella piena libertà di spirito, coo cui possiamo spog,liarc1 di certe ·passioni della prima ora, e riconoscere pertanto il valore nazionale così di certe forn1e di cuiBiblioteca Gino Bianco VITA NOVA tura che a noi riescono forse al- ' . quanto insufficienti, come di tanti uomini che non ebbero occhi nè cuore per vedere in alto il segno a cui avreb·bero dovuto guardare e irarre la gioventù italiana, ma lavorarono pur seriamente, onestam·ente, a recare in campo quelle pietre, con cui !la giovane Italia ha còminciato a costruire il suo grande edifizio. Noi a quelle pietre - perch,è PO,~ dirlo? - non possiamo, non vogliamo rinunziare. Noi n?O siamo venuti a negar nulla de'l bene, che in qualunque modo è stato fatto o altri continui a fare per la nazione e per lo spirito umano. E a,bbiamo ,sempre sentito come uno dei nostri primi doveri, quello di riconoscere e far riconoscere tutti i valori autentici del patrimonio spirituale itailiano·. Intransigenza assoluta, in quanto non si potrà mai dare una direzione o un posto di comando :1 chi ripu•• gni tuttavia alla n:uovà coscienza italiana. l'l •che, mi sia permess·J d1 affermarlo qui, non equivale a dire a chi non a·bbia la tessera del Partito Fascista. Che anzi non c'è vera intransigenza che possa contentarsi di una tessera o d'un distintivo, ,materiale. ,Ma transigenza massima, dove una cultura o altro valore, che si pro,fessa strumentale, possa infatti adoprarsi come valido strumento allla grantle opera di costruzione, che è la missione del Fascismo. Transigenza c·he diverrà ogni giorno più facile via via che, adempiuto i,l secondo termine, ap- . ' . ' . \. paria sempre piu opportuno e p1u giusto i'l primo termine del grande monito romano : parcere subiectis et debellare superbos. Poichè non è lontano, se io non m'ingan.no, il giorno, in cui tutta l'Italia sarà .fascista, e il partito potrà. superbo della vittoria, aprire le sue file a tutti gl 'italiani e r:on tutti fondersi nella fede resa più forte e sicura dai grandi fatti compiuti e dalJa necessità universa'Jmente sentita di marci1 are sulla via gloriosa. ' Esempi fasciati nella storia del Risorgimento. La storia conforta a siffatte previsioni, il cui avverarsi, natural 4 mente, dip-ende, per ,la ~arte ~h~ qui 1 ci riguarda, così dai fasc1st1 come da quegli antifascisti che si celano ancora nelile università, dopo essere s!ati scov~ti dalle logge ~, dal'l 'Aventino. lo ricordo q11el che avvenne in Italia subito dopo il '60 - iSe ormai, come credo, i vecchi nostri avversari ci consentono <li par.lare di rivoluz,ione ~ascista, che si possa in qual·che modo paragonare quella operata in Jtalia nel- ,1 'anno sud-detto ; quand·o gli uomini più rappresentativi del liberalismo dovettero non solo mutar Ìeggi fon- •damenta1li e urtare contro costumi e. tradizioni, in qualéhe regione, resistentissime, ma ricorrere nel campo della cultura a metodi, che non mi pare· siano stati pera.neo a,doperati da1 l G,overno fascista. Governava I' istruzio,ne Francesco De Sanctis, il maestro de i _ letterati e filoso•fi 1 libera1li di oggi, f-d era ' capo del governo Camill~ (..,avour, quando furono esonerati, d uti tratto, trentaquattro prof essori di una sola università, quel'la di ~apoli: e mandati a spasso in un sol giorno tutti i membri di quell 'A·ccademia reale, per far posto a fil :,sofi, giuristi, archeologi, letterati e s·cienziati del nuovo regime. Qùa1 lcuno non era paragonabile per ingegno e dottrina a chi gli sottentrava. Ma e' erano pure uomini insigni. E furono collocati a riposo senza nean-- che pensare a leggi speciali fascistissime. I nostri Ii,berali, se ce n'è ancora qualcuno in giro, potrebbero ricordare gli esempi che e~. sonù stati dati dai -maestri nei momenti in cui, «rebus ipsis dictantibus», si fece sul serio, cioè fascistica1nente. F ascisticamente, giacchè anc.h'essi, i maestri, (voglio, tra paientesi. avvertire pur questo) pensaruno ali' antico fascio littorio. Basta aver veduto qualche numero del « Risorgimento » diretto dal Cavour nel '48, recante in prima pagina la fatidica .insegna avvolta nel tricolore. Ma i fascisti del '48 e del ~60, assiso i'l nuovo regime sulle solide~ · fondamenta, che abbiamo trovate noi che dalla guerra ci affacciammo a u~ nuovo orizzonte, deposero le armi. E ·così a poco a poco borboni e granduchisti sparirono, poichè non rappresentarono più nulia ; P ...

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