Vita Nova - anno II - n. 1 - dic. 1925-gen. 1926

- QUESTIONI DEL GIORNO Il Fasciamo, il Vaticano e la storia recente. .,C Si dirà che tutto questo ha una mediocre importanza di fronte al concetto di Stato -instaurato dal Fascismo. E· vero ; se a proclamarsi Stato religioso e ad ordinare il superamento del dissidio nazionale tra Stato e Chiesa fosse stato un Goven10 li-- berale, ~gi Via delle Fondamenta sarebbe il fossato del Ca-ste~lo di Canossa e i cavalli dei Dioscuri fuggiirebbero indignati dalla fontana del Quirinale tramutata in acquasantiera dall ·ultimo Sabauda. fVla se il Fascismo rende sicura 1·Italia ed incrollabile lo Stato, Ia mala interpretazione della sua funzione religiosa e del g.iu.sto e ,legale ossequio al primo airticolo mai abrogato dello Statuto, esercita già una non felice mfl uenza sugli scrittori fascisti tanto che non è raro il caso che s.i proponga per lo m·eno la cessione sic et simpliciter dei Palazzi Apostolici, ~elusa - sia pure - ogni e qualsia.si fomia di garanzia o d •intervento internazionale : La piccolezza territoriale del dono non esclude la forma di quel Lillipudstaat che fu progettato durante la guerra dal!a Germania vincitrice. Tutte le questioncelle giuridiche sulla presenza o· meno di un nucleo di ahitanti per cootituire una sovranità tenitoriale, cioè vera e perfetta, sono in realtà assorbite dalla volontà precisa del donante di vol~r costituire una simile sovranità. E• necessario, dunque, che ,i Fascisti si abituino a considerare con mente originale un problema che sembrava assopito e che invece minaccia di farsi vivo e vitoai!e. E la mente orig,ioale non può essere che il ripudio netto da ogni velleità anticlericale del passato e la valutazione intr,anrsigente del diritto sovrano dello Stato Italiano. T.ra questi termini abbia il suo posto venerato il cattolicismo. Il secolo XX ha già visto e più vedrà capovo~gimenti di situazioni e di valori .che sembravano immutabi-li. Può dunque anche vede.re r indipendenza spir~tuale del Vaticano assicurata e garantita da quel capolavoro di organamento mora le e sociale che è a Regime Fascista ! Noi siamo i pr.imi a riconoscere il formidabile onore che si riverbererà sulla Patria nostra da una soluzione di questo genere. Ma vogliamo perciò che quesf onore sia pieno e indiscusso e ci graviti addosso con tutti gli oneri. Ogni altra solu"?ione, compresa quella legge·rmente ridicola del minimum territoriale, non garanti-rebbe assolutamente nulla, a meno che il Vaticano non si accodasse ad un gruppo d-i potenze nemiche o rivali ctelf Italia, sempre in realtà padrona del territorio ~r3.~stiberino. Biblioteca Gino Bianco E se questo può essere nei gusti della Segreteria di Stato, siamo sicuri che ru1timo usciere dii Palazzo Chigi pensa che 11 gioco non varrebbe la candela. Il ritorno politico del Vaticano .JI Veramente j,} V aticaino non ha mai lasciato il suo posto preminente nella scena politi,;a nazionale, a~meno nel senso che una buona metà della nostra vita pubblica gli si è polarizzata intorno con quanto beneficio pe·r l'educazione politica degli italiani non è qui il caso di illustra.re! Ma il V atioano ritorna oggi in senso attivo: si elegge protagonista degli avvenimenti e pretende di di,rigerli, senza, naturajmente, averne raria. Bisogna nconoscete ohe eiSSO si è trovato nelle condizioni ideali per farlo, dina,nzi alr ammirazione· del mondo convenuto in Roma pel Giubileo e ment,re a Fascismo ha garantito per la prima volta, da che r Italia è Italia, il rispetto aHa re~igione statutaria. Ma il sopravveniente Anno francescano dovrebbe puI ammonire, col •risorto poema dell'umiltà e del Vangelo, che i giubilei tardano un quarto di secolo a passare le Porte Sante e che il Fascismo non può cambiare quel rispetto con un danno emergente per la salute dello Stato: danno emergente e, naturalmente, lucro cessante, poichè non bisogna dimenticare la situazione di privilegio del nostro Stato, custode e sovTano della suprema autorità religiooa, anche •suo malgrado ! Ora si ha un bel trovare, ufficiosamente e parlamenta,rmente, gli elementi delr idillio nel riconoscimento da parte del Papa, che lo Stato ha fatto il suo dovete durante r Anno Santo, perchè carabinieri e s.ervizi tramviari non hanno lasciato a desiderare ; non resta men vera e men grave la rinnovata protesta per la questione romana insoluta, ossia non resta men vero e men grave il tentativo di attentato ali· unità ed alla sovranità dello Sta·to Italiano. Si dirà che noi riapriamo vecchie frasi del vocabolario sorpassato. Ma non c· eravamo tutti ,cullati nel~a speranza che il Vaticano r avesse esso, proprio esso, chiuso per sempre? E non e· era la conttoprov a dei cattolici nazionali che testimòniavano che, almeno nella cerchia d •Italia (e più in là non c •interessava), era possibile lo Smto religioso e cattolica,mente religioso? Il Vaticano, che è internazio,na~e, non , può fare della politica nazionale, poichè oggi i Ce.echi Beppi sono ridotti ai melanconici e feroci ricordi degli Zanihoni; tuttavia ha sempre sentito il particolare bisogno di occuparsi delle faccende nostre e valga per tutti 1• atteggiamento assunto di honte alle leggii fasciste sul sindacalismo. Ora vi si aggiunge la protesta legi,t6mista. L' Associazione Nazionale " Giuseppe Mazzini ,, . ~ E, viceversa, il P. N. F. che ha 1nte$0 la ,necessità o almeno 1• utilità di distinguere con una vita autonoma l'enorme tradizione che i mazziniani hanno recato con sè. Di,ciamo meglio : di affidare loro una pa•rticolare missione che lo stesso Partito Fascista avrebbe dovuto ormai assumersi in un ambito un po· più preciso, per dimostrare al popolo italiano che esso è veramente la prima, grM1de realizzazione maz21iniana. Sicchè se è vera la premessa di Bovio che il mazzinianesimo è fon.datore di civ-iltà, vera è la conseguenza che il Fascismo è Regime. E proprio in seno al Fascismo e a,l suo istituto di Cu~tura, sarà sorta, quando queste righe vediranno la luce, la « Società Nazionale Giuseppe Mazzini » incaricata di quella miss.ione e funzionante come sezione del grande Istituto Nazionale Fascista di Cultura. E· un po· diffici,le elencare qui gli scopi de!.la Società che riprende il programma dell'Unione Mazziniana in tutto ciò che questo aveva di meramente cultura!e ed educativo, cioè della parte migliore, dettata da Armando Casalini. E' difficile o facilissimo a seconda che più o meno si conoscano e si apprezzino le intime, eterne fibre del mov,imento fascista. Ma ,la Società che dovrà irradiate dal Palazzo Littorio di Roma non una fede novella, ma la fede fascista pura e disposta a sailire alle ste~le, deve contare non soltanto sullo studio altissimo di uomini come Giovanni Gentile, non soltanto sul fascino e siwl prestigio del nome di Ezio Garibaldi o sul tenace lavoro di coloro che hanno reso la gloriosa Unione Mazziniana degna del nuovo destino, ma sopratutto su] consenso degli italiani. Dei giovani, degli studenti, deg,l1 operai~ di coloro cioè che non ban•no ancora imparaot a dare per avere. Di coloro che debbono un1•rs1 per non impararlo mai. 11 cattolicesimo e il mazzinianeaimo .,C E poichè abbiamo nominato i cattolici nazionali, proseguiamo il discorso con loro. Tanto più perchè crediamo si sia esagerata ailquanto la difficoltà in cui questi bravi amici si trovano ; anche per la buona Tagione che la maggior parte di essi ha tranquillamente la tessera fascista, contentaadosi di studiare Ìe encicliche del Ponrefìce nel foro interno ciel.la propria coscien7.a. Nel qua,le non nasce davve-ro alcun conflitto tra l'amore all'Italia e ramore alla Chiesa. Il conflitto nasce quando i' primo

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