Vita Nova - anno II - n. 1 - dic. 1925-gen. 1926

.. che Giovanni Gentile offre al nostro studio appassionato, non muterò il modo presceilto, lasciando ad altri là ,cura di una critica meditata eà accurata. Giacchè invero è sufficiente, a mio credere, che io instilli ne1 l mio gio.- vine lettore il desiderio pungente di leggere questo volume, tralasciando di fare quel lavorio di considerazioni che più gioveranno al suo pensiero quando siano frutto intero della sua ricerca : ciò che facilmente mi è dato raggiungere sol che si badi che questo messaggio di altissima educazione politica e morale, quale il Maestro poteva donarci, pur nella rigorosità della costruzione filosofica, è pervaso tutto di così calda passione da, se aJ>'Pènaio riesca ad accennarla, avvincere il mio lettore. Niè mi si dica che certamente 'I' autore raccogliendo in questo voiurne il meglio di quanto ,egli ahbia detto o scrit-- to sul Fascismo, ben altro e più elevato fine intendeva raggiungere che quello di accendere l'anima dei giovani fascisti, perchè io pur essendo convinto di ciò, sono convinto tuttavia che a lui non spiaccia se io mi propongo, semplicemente, di apprendere a chi mi legge quelli che sono i pensieri - base del libro, le luci secondo cui per il Gentile la vita e .la sua concezione debbono essere illuminate nella 1 coscienza d~lla nostra gioventù. T ralascierò quindi dall 'accennare alle parti seconda e terza del libro in cui l'autore tratta della definizione del liberalismo e della riforma costituzionale, attenendomi alla -prima parte, quella che s' intitola « Le idee de-I Fascismo n. E di questa, senza dubbio, a chiarire i111tutta la sua estensione che sia il Fascismo, basterebbe che io a~cennassi a quel magnifico discorso che il Maestro tenne nel Salone dej ·cinquecento, a Firenze, sul prinoipio della primavera passata. ,Qui· veramente la sua filosofia è pensiero che è vita, è coscienza lu~i~osa di quanto i1 l popolo nostro ha vissuto :nella sua storia perenne, è previggenza sicura delle mete spirituali da attingere. C'è in queste pagine la scultura I Biblioteca Gino Bianco VITA NOVA superba dell'anima del F ~scismo ! del nostro modo di concepire e d1 vivere la vita, cioè, in cui è tutta la originalità de,l nostro movimento e per cui esso continua la più nobile tradizione italiana. E com'è quest'anima? L'anima del Fascista è un'anima seria, un'anima che non ride, che sente religiosamente la ragione dell'esser suo. Non è l 'anima -dell·italiano del Rinascimento, che pur ha tanta luce fu 11 'età d•ell'individualismo e l'inizio della nostra decadenza, e neppur quella del Galileo cui manca nell'immensa sapienza una fede, ma, nel Fascismo, è 1I 'anima del Vico che deve essere esaltata. L'anima di quest'uomo che portando in sè una rivoluzioine in tutto ciò che si era sempre pensato, era straino agli occhi dei più e da tutti allontanato, il cui pensiero, la cui vita, per dirla col Gentile, in cui tutto l'uomo è assorto in una visione religiosa della storia, che è il nuòvo mondo scoperto dalla sua fi'losofi.a. È I' italiano vaticinato dall 'Alfi.eri, dal Cuoco, dal Mazzini, il nostro: l'italiano che non ha tempo alle frivolezze, che sente la missione della vita sua. I concetti d'ella libertà e dello Stato atton10 ai quali tutta la polemica della nostra politica si è svolta e si svolge, in una così fatta concezion·e della vita, è 111aturaileche trovino la soluzione vera. Sarà il nostro primo articolo di fede quello che fu il primo articolo della fede mazz,iniana : com·battere il materia1lismo. Da ciò l'assoggettamento del particolare a un interesse generale perenne, a un'idealità superiore a tutto ciò che c'è stato e c'è. Da ciò il nostro pensare la libertà non come il mezzo con cui' l'individuo sopp·raffà la Nazione, ma la libertà in cui la Nazione è al di sopra delil'individuo. Da ciò la nostra esaltazione dello Stato, per cui la sua volontà ci appare sovrana ed assoluta, e volontà legittima dei cittadini sarà quella sollo che coiincide colla volontà de.Ilo Stato. Il che non è statolatr.ia, ma è « la religione de1llo spirito che non è precipitato nel1 'abbietta cecità del materialismo . ' è « la fiaccola agitata d~l giovanile pugno f asci~ta p~~ accel!dere un vasto incendio sp1r1tuale 10 questa Italia che si è riscossa per la propria redenzione, ~ che non si po~à redimere se non r1staura nel suo interno le forze morali, non si abitua a concepire religiosamente tutta ~a vita, non si addestra nella semplicità virile del cittadino pronto sempre, senza esitanza, a servire l'ideale, a !lavorare, a vivere, a morire per la Patria, posta in' cima ai suoi pensieri, veneranda, santa : e non ama la milizia e la scuola che fanno potenti i popo,l1 i, e il lavoro che ,è fonte di ogni prosperità nazional e e privata, palestra di volontà e di carattere ». Queste le idee fondamentali ed originali del Fascismo; ora il mio• giovane lettore vada da sè alla fonte cli così ,nob,ile pensiero. Di una leggenda, però gli voglio ancora dire e di cui ricordo sol questo: vi era una sorgente fresca di cui appena si fossero bevute alcune stillle, si diveniva sitibondi. Così per lui sarà cli questo libro che lo accenderà dell'arsura di sempre più e sempre meglio elevarsi nella comprensione della verità che in sè porta il Fascismo. · GIANLUIGI MERCURI FILOSOFIA Quando, circa dieci anni fa, ap~ parve La filosofia di B. Croce del p. EMILIO CHIOCCHETTI, se ne parlò cO'medi un piccolo avvenimento, ma degno di considerazione, negli annali della filosofia italiana. Il Chiocchètti era, ed è ancora, uno dei più intelligenti rappresentanti della Neo-scolastica. Fedeli alla filosofi.a tomistica in generale, o per lo meno a quella che forma la base deila dottrina ortodossa, i Neo-scolastici si industriano di mettersi al corrente, come si dice, anche del pensiero moderno. Ques~o {< anche )), che ho dovuto aggiungere per ·la precisione de-Ila verità storica, è il punto, in cui ferve più accanita la mischia. Se, ~er stare alla similitudine, 11 pen~ siero è come un fiume che scone in movimento eterno, non si vede

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