Vita Nova - anno II - n. 1 - dic. 1925-gen. 1926

delle idealita fasciste che dominalll<> ormai nella scuola italiana. La riforma Gentile che tanta tempesta di discussioni aveva suscitato al suo primo apparire, è apparsa alle migliaia di professori convenuti al Congresso, come l'unica riforma che può condurre la scuola italiana ad una méta altissima. Lo ha riconosciuto lo stesso on. Fedele, che poco prima d'essere assunto al Ministero dell'Istruzione era decisan>ente ostile alla Riforma che ha salvato la nostra scuola. Certo, noi non possiarr.o approvare talune intemperanze di ,linguaggio in cui probabilmente nel fervore della discussione ca,ddero parecchi congressisti. Ma, riconosciuto ciò, dobbiamo dire colla ,nostra abituale franchezza che inon è lecito a certi mestatori subdoli, ipocriti, vili figure 1 d1 ell 'ancien régime servirsi di codeste in- ' temperanze per lanciare turpi calunnie sopra uomini di fed'e sicura e incrollabile nelle idealità del FascismÒ. Acuzio Sacconi, c1 he fu l'anima di quel Congresso, nel suo discorso vibrante si lasciò trascinare dalla .foga oratoria e disse cose che potevano ferire, contro la sua intenzione, il sentimento gerarchico del Fascismo, a cui noi teniamo moltissimo, ma nessuno deve disconoscergli il grande merito, che è tutto suo, di avere con una propaganda instancabile, animosa, tenace, fervi,da convertiti alla riforma fascista della scuola migiiaia d'insegnanti. Perciò da queste colonne gli mandiamo il nostro saluto fraterno e gli auguriamo per il bene della scuola fasci sta èhe il nostro Duce, in cui soltanto noi fascisti di Bologna abbiamo fede, guardi ancora a lui come ad un milite devoto della causa fasci sta. I peccati di giovinezza che sono peccati d'esuberanza si perdonano facilmente, e qui,ndi noi perdoniamo volentieri il Sacconi per le sue frasi che puzzavano ,forse un p-o' di demagogia. Ma qui non possiamo fare a meno di dire che egli si è lasciato .sfuggire una magnifica occasione per dimostrare l'opera iniqua, deleteria, a,ntifascista del Ministero della P. I. Le frasi ad e•ffetto spesso non giovano a nulla : basta l'esposizione nuda e cruda VITA NOVA dei fatti che si possono facilmente documentare e che hanno una eloquenza invincibile, che, pertanto, nessuna ipocrisia o intrigo può distruggere .. In proposito togliamo da:l « Lavoro d' ltalia » il seguente brano di un articolo di Edmondo Rossoni, perchè il pericolo è grave, e l'ultimo espod.io è stato particolarmeite ammonitore per tutti i fascisti, e non soltanto per quelli che vivono nella scuola. « Già la vittoria, come sempre, andhe questa volta è adombrata da qualche amarezza. Per esem.pio, dopo I' mponente Congresso della Corporazione . della Scuola è bastato un piccolo episodio e la conclamata volontà del Governo di rnon volére un'organizzazione drizzata come potenza a sè di fronte aI:lo Stato - il che non sarà mai di nessuna C,orporazione, ma tanto meno della Corporazione della Scuola - perch,è tutti i vinti ,del vecchio sindacalismo scolastico - vera schiuma <lell'antifascismo - saltassero fuori proprio nella veste di superfascisti e di ubbidientissimi a'l Duce. Buffoni ! Si fa presto a scogliersi quando non si è più nulla sindacalmente e spiritualmente e quando si morde la polvere degli sconfitti. Quando però si è lottato per anni contro gli organismi antifas,cisti ed antinazionali - causa ,non ultima della povertà morale e patriottica della vecchia scuola - quando si è giunti attraverso sacrifici eroici a form.are una Corporazione fascista, ciecamente obbediente al regime, al Governo, a tutto il Fascismo, strumento coscientissimo della rivoluzione, partecipe alla gioia di tutto il lavoro italiano, manuale ed inte!llettùale, 1110nsi può rinunciare a chie•dere che sia superato un pregiudizio e si esamini ·profondamente il problema della organizzazione fasci sta dei servitori spirituali dello Stato. Forse verrà anche il momento in cui nessun funzionario do- ' . . vra organ1zzars1 comunque ; ma oggi noi pensiamo che, essendo il Fasismo ancora .Milizia - le Corporazioni, come il Partito, come tutte le nostre forze - nessun campo, nessuna posizione può essere abbandonata al nemico. E guai se la Bibliote a Gino s·anC • • I e scuo:la - tutta la scuola, e specialmente quella superiore - fosse abbandonata alla ,disorganizzazione; . ' . . . . . c1oe praticamente a1 cosp1rator1, a1 malfattori che resistettero fino al1 'ultimo alla nostra Corporazione e al nostro F ascism-o ». Noi, che non abbiamo diviso il facile ottimismo di parecchi nostri amici, i quali credevano che la scuola fasci sta fo,sse una realtà in atto, dopo lo sfacimento delle organizzazioni avversarie, causato dall'azione violenta e decisa della Corporazione della Scuola; non possiamo non associarci fiduciosamente alle parole deU'on. Rossoni. La Cor,porazione della Scuola non ha svolta fin qui tanto opera sinda1 cale quanto azione politicà. I fiduciari che. essa aveva posti in ogni Istituto di istruzione universitaria, m~dia ed elementare hanno . . . . esercitata urna continua pressione· sul dic·hiarato antifascismo di molti dirigenti ed insegnati, ed hanno portato nella scuola il .soffio nuovo dello spirito fasci sta. La battaglia della scuola è solo . ' apparentemente vinta e non e perciò terminata. Battaglia politica e culturale, vogliamo dire, e non battaglia sindacaile, dai cui eccessi la Corporazione della S'Cuola ha sempre riJuggito. lin questi ·giorni il più torbido e viscido anti,fascismo .scolastico è rito~nato alla superficie. Bisognerà stroncarlo ancora una volta e defi- . . n1t1vamente. Noi CULTUR.A Fl\SCISTA Il carattere cui, volutamente, ho informato questa rassegna, di chiara e facile esposizione di quanto si scrive sul Fascismo allo scopo di eccitare la nostra gioventù, cui la rassegna è precipuamente diretta, ad amp:liare e approfondire la conoscenza dei problemi fondamentali del Partito, e, -meglio, a comprenderne nel suo valore essenziale la originalità, giustifica e scusa se inlllanzi al ·libro ( Che cosa è il Fascismo, Firenze, V allecchi, 1925) •

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