Vita Nova - anno II - n. 1 - dic. 1925-gen. 1926

• , ' VITA NOVA nasconde~ quasi anonima, dietro la figura gallonata e solenne, e certo quanto mai benemerita, del Capo Stazione: la massa degli ingegneri, che stillano da! cervello le più razionali soluzioni, p~r racc_or~are gl! impianti fra loro, per raggiungere _1_mass1."?-1e~ett! coi minimi mezzi, salvando, se poss1b1le, gli 1mp1ant1 antichi e sempre assicurando la continuità del servizio dei treni, primo dovere e prima ambizione dei tecnici della Ferrovia. *** Per Bologna non si riconobbero, almeno per q_ues~i nostri tempi, gli estremi della necessità di un r1fac1mento ex novo. Furono forse considerazioni di economia; fu, anche, probabilmente, la suggestione derivante dalla disposizione generale che il grande piazzale ferroviario aveva assunto, allineata, all' incirca, col grandioso rettilineo della Ferrovia Rimini-Bologna-Piacenza; il quale, a sua volta, non h_a fatt~ altro che riprodurre la linea generale, magnifica di audacia e di grandiosità, della strada romana, della Via Emilia, testimonianza non ultima della genialità di nostra gente antica. La stazione di Bologna, costruita, nel 1860, per la linea di Piacenza, dalla Società delle Ferrovie Lombardo-Venete e dell'Italia Centrale, poscia Società dell'Alta Italia, ampliata nel 1873 in seguito alla costruzione della ferrovia per Ancona, al prolungamento fino a Padova della linea di Ferrara, e al conseguente sviluppo del commercio e dei trasporti, si -mantenne pressochè immutata, nelle sue linee generali, fino al principio del secolo presente. Fra gli edifici costruiti nel citato ampliamento del 1873-76, primissimo per importanza e grandiosità fu il nuovo fabbricato pel servizio viaggiatori, che venne progettato e diretto con grande cura· dal Ratti e che tutt'oggi mostra la sua bella fronte architettonica, nello italianissimo stile toscano del secolo XV, semplice, severo, elegante, ed insieme non • eccessivamente costoso. Fin dal '76 (v. fig. 1), la stazione di Bologna possedeva dunque l'attuale fabbricato principale, aveva il piazzale interno viaggiatori limitato a nord dal gruppo di edifici delle originarie officine veicoli (cadute solo in questi mesi sotto il piccone demolitore) e dalla Via Maranesa (ora Carracci); verso Ancona si limitava all'antico cavalcavia della strada di Galliera, verso Milano esistevano già, immediatamente a ridosso del piazzale viaggiatori, l'attuale deposito locomotive a Nord, ed i piccoli scali merci per la grande e per la piccola velocità, contenuti al di qua del Navile e scomparsi solo da pochi anni. Oltre il Navile, al di là della strada delle Lamme (come allora si chiamava) attraversata a raso da tre binari, trovavasi solo, coi binari di corsa per Milano e Padova, una piccola stazione sussidiaria. con non più di cinque binari di deposito e una minuscola rimessa locomotive. Il piazzale complessivo aveva, nel '76, una superficie di circa 250.000 mq., di cui 56.000 occupati dai fabbricati, ed uno sviluppo di binari per metri lineari Biblioteca Gino Bianco 29.000. Conviene segnalare qui subito, per im~ediat<? raffronto, che la lunghezza totale della staz1?ne d1 Bologna ,dalla Mascarella al. Reno, è ora d~ oltre quattro ~m., ~h~ la superfici~ .attuale del p1az~~•~ ferroviario è di circa mq: un. ~ili~ne e trecento m1l_a, e che lo sviluppo dei binari e di ~ento !renta mila metri, pari alla distanza da Bolo~na a Firenze. Al principio del secolo ven_tesimo po~o era stato aggiunto ai det!i .i"?-piai:iti. Di là da .Via Lame la stazioncina sussidiaria si era mutata 1n. un gruppo alquanto più vasto di binari,. per uno sviluppo complessivo di circ~ m. 60~0, e s1 prolung~va verso ~eno in un parco riparand1, accrescendosi anche d! u'! piano caricatore militare; al di là ~el Cava!c~via d1 Galli era verso Ancona, con espropri successivi avve-- nuti ne~li anni 1869 e -1889, si erano predisposte nuove aree, che, vuote per vario tempo, si utiliz~arono, nei prif!li anni_~el secolo p~esent~, per de~os1to di locomotori elettrici durante l esperimento d1 trazione ad accumulatori sulla Bologna-San Felice; .. per uno scalo a quattro sacche, princ~palmente. pei bestiami; pel primo nucleo del Cantiere Trazione Elettrica ed infine, per la formazione di un fascio di binari tronchi detto, dalla località, dei Salesiani (1907) al servizio del Movimento. ' *** Solo, però, dal 1905, con l'aggrupparsi delle principali reti gestite dalle Società nella grandé unità delle Ferro vie dello Stato, si intensificarono gli studi per la compilazione di un piano regolatore di generale ampliamento e di razionale sistemazione della stazione di Bologna. Fissato ormai per Pianoro e per la Valle del Savena il definitivo tracciato della direttissima Firenze-Bologna, restava stabilito intanto che la nuova auspicatissima linea sarebbe entrata nella stazione di Bologna dal lato di Ancona; raccordandosi così, senza regresso, alle grandi arterie, dirette al nord e al nord-ovest, delle linee BolognaVenezia, Bologna-Milano e, successivamente, della Bologna-Verona. Nel piano regolatore, approvato in data 28 febbraio 1908, si fissarono i seguenti concetti di massima: Ampliamento del fabbricato viaggiatori mediante la costruzione di un padiglione isolato e di un'ala per arrivi e servizi accessori dal lato di Milano e lungo il Viale PietrameUara; ampliamento del piazzale interno viaggiatori mediante il trasporto delle Officine_Veicoli e degli impianti degli approvvigionamenti, che lo soffocavano a nord in altra sede molto più vasta, in fregio ai prati 'di Caprara; e ~edian~e l!l rimozione e la ricostruzione con adeguate dimensio!11, nella località Mascarella, del Deposito Locomotive; costruzione al di là di Via Lame fra le Officine _e i bi.nari di corsa, di un nuovo gr~nde scalo merci a piccola velocità· trasformazione del vecchio scalo piccola velocità in iscalo merci a grande. Ques~o programma ebbe un'attuazione paziente e meto?ica, ~he p~rve lenta ai facili critici, ignari delle difficolta tecniche superate e di quelle, talora

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==