Vita Nova - anno II - n. 1 - dic. 1925-gen. 1926

• VITA NOVA 37 lando di Casteldurante nel periodo che va dal 1520 al 1560 scrive: " In quell'aurea età, tredici fabbriche, senza quelle che in trecento e più anni andarono a sparire fra le tarme delle antiche scritture, non bastavano a soddisfare le ricerche d'oltremonti e d'oltremari, ed il lor vasellame giungea più caro che vasi d'oro, ai Farnesi, ai Re di Spagna ed allo stesso imperatore Carlo V, senza temere lo scontro coi celeberrimi vasi di Manisses nella Valenza ''. A Gubbio spetta però il primato della bellezza se non nel disegno, nei colori e specialmente nel rosso che così splendidamente preparava Maestro Giorgio (Andreoli ) nobile gentiluomo pavese che si era in quella città stabilito. tempi si raggiungesse in quest'arte dai modesti artefici che vi dedicavano le risorse del loro ingegno e del loro braccio. Squisitezze di disegno, tonalità di colori, non mai più raggiunta, iridescenze ,madreperlacee delle quali si è perduto il segreto, dorature smaglianti da far sembrare le umili coppe di creta fuse con il nobile metallo. Fra gli artisti a Pesaro ebbero specialissima faina e lavorarono per i Duchi della Rovere Lanfranco delle Gabicce e Battista Franco Veneziano. Troppo lungo sarebbe seguire la storia gloriosa In Pesaro si conserva, in una sala del Museo civico, una delle più belle raccolte di ceramica che esistano, e conta circa 553 pezzi. Di questi 32 sono delle fabbriche engubine di Maestro Giorgio e al rovescio portano quasi tutti la sigla di questa fabbrica. Gli altri provengono da ogni parte d'Italia, ed anche dai paesi stranieri ove quest'arte fu coltivata. Se qualche volta il disegno è incerto e imperfetto, la sua deficienza "iene superata e sostituita dalla vivida iridescenza madreporica dei colori. La terra leggera, lo smalto morbidissimo, la precisione dei contorni, la bianca pastosità delle carnagioni, il panneggio ricco e maestrevolmente piegato è di gradevole vista all'occhio, che in un · semplice piattello vede dipinte o figure mitologiche, o racconti di Sacra Scrittura, o glorie di Grecia e del Lazio, visioni di Santi e delicate miniature femminili. Molte volte anzi in uno stesso piatto o vaso vi sono storie di vario argomento. Nella raccolta pesarese ve -'1ì~iii.--~=~~--- ~ ~-rt Saggio di pavimento· maiolicato ispirato a quelli dei monumenti medioevali e dell'età dell'oro della ceramica. (Ferruccio Mengaroni). n' è uno, bellamente ornato a rabeschi e medaglioni e nel quale sono rappresentate, in una strana miscela di sacro e di profano, favole mitologiche ed episodi religiosi, il tutto lavorato in uno smalto finissimo e • • pur1ss1mo. In quei secoli, che ci appaiono politicamente così tenebrosi, pare impossibile potesse fiorire quest'arte · semplice e difficile, umile e gentile. Per le tortuose e oscure vie delle città e dei borghi, nelle botteghe umidicce, brillava dai piatti e dai vasi dipinti e smaltati un raggio di bellezza paesana e domestica, della quale le case più illustri e signorili amavano adornarsi. La raccolta di Pesaro è la prova e la testimonianza tangibile di quanta perfezione in quei lontani Bibliotec Gino Bianco della ceramica attraverso gli anni della sua maggior fortuna. Dopo tanto splendore anch'essa decadde. Le fabbriche scomparirono ad una ad una, i preziosi vasellami si dispersero in ogni luogo senza la minima cÙra e molti se ne perdettero. A testimoniare la perfezione allora raggiunta resta la raccolta pesarese di ingente valore storico ed artistico. Tutti questi vasi, tutti questi piatti, anfore, boccali e scodelle, allineati in ordine sulle pareti e negli scaffali, alla luce del sole sembrano animarsi, guizzare di un rosso lucente, brillare di un oro pallido, irradiarsi di mille colori, simili talora ali' arcobaleno, talora al tremulo luccichio di una perla, e ci parlano, ci parlano di un passato in cui essi formavano il lusso gentile della •

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