Vita Nova - anno II - n. 1 - dic. 1925-gen. 1926

• --,------- -- -- - --- ----- VITA NOVA zione ad altro tempo; di ciò il Bonaparte « pagò il fio nel· quattordici, quando presidiato dall'unità italiana non saria caduto o poteva risorgere ». Tali errori non dovranno rinnovarsi ; il Gioberti spera che la nazione sorella saprà rendersene conto: « Basterà assai che la Francia lasci fare e secondi perchè 1' inclinazione dè1 popoli a riacquistare l'autonomia loro è oramai così. forte e irrepugnabile, che non tanto che abbisogni di grandi aiuti, ma nell'opera propizia non teme i contrasti. Questa necessità dee ·più che altro persuadere ai Francesi di smettere lè vecchie massime e abbracciare quella politica naturale che ubbidisce agli ordini im-- mutabili delle cose; mettendo loro conto non · solo di avere un'Italia amica e forte, ma di contrapporre al dispotismo dell' Europa orientale una lega di popoli liberi dell'Occidente. Conciossiachè nelle leghe la forza di ciascuno è un bene comune a tutti gli alleati ; e la potenza italiana può meglio di ogni altra avvalorare la Francia contro gl' impeti nordici». Lo Stato Sardo, dal canto suo, non dovrà rinnovare l'errore del '48 ed esitare nell 'accostarsi alla Francia. Ma su questo punto, quell'opera pur tanto realistica, peccava d'illusione. E se ne avvide forse lo stesso Gioberti quando potè assistere I ' al colpo di stato di Napoleone I I I. Il Gioberti non ammirava il Bonaparte; ·.applaudiva al soprannome di Napoléonle petit datogli da Victor Ugo (l) ; non risparmiava i suoi biasimi al nuovo governo (2); approvava i motti salaci contro il Bonaparte (3). *** FS Il fìlosofo torinese era ormai al tramonto della sua vita troppo intensa, spezzata repentinamente la notte dal 25 al 26 ottobre 1852. E la visione della Corsica rimane, nell'opera sua, legata al romantico appello del Primato. Poi, le preoccupazioni politiche parvero annebbiarla, ma non la cancellarono mai del tutto, poichè nel Gioberti il modificarsi dei programmi pratici non turbè le concezioni ideali. Il Rin-- novamento non è - come talora si crede - I'antitesi, . ma solo · la · correzione pratica del ~ Primato; questo rimane, nello spirito che lo informa, l'essenza perenne del pensiero giobertiano.· . (1) Lettera a Giorgio Pallavicino, da Parigi, 27 luglio 1851, nel voi. di B. E. MAINERI. Il Piemontenel 1850-51-52, Milano, Ed. Rechiedei 1875. (2) Lettera a Giorgio Pallavicino, da Parigi, 11 dicembre 1851; op. cit. (3) Lettera a Giorgio Pallavicino. da Parigi, 24 febbraio 1852, op. cit. ( VALENT:11VOPICCOLI LA STRENNDAELLESTRENNE. Un volume 17 x_22, di complessive 600 pagine, numerato a mano da l · PEL SETTIMO CENTENARIO FRANCESCANO NOVITÀ DI GRANDE SUCCESSO . SECONDA EDIZIONE DI LUSSO, NUMERATA, DI SOLI 1000 ESEMPLARI I FIORETDTI S. FRANCESCO a cura di ANGELO SODINI con prefazione di ALFREDO GALLETTI ( 71 tavole a mezza tinta - 2 in tricromia) L'edizione più viva, più esatta, più completa e: più documentata del leggiadro ed aureo testo classico Biblioteca Gino Bianco a 1000, in carta vergata per il testo, patinata--gravure per le tavole in nero e le tricromie, Oxford per le didascalie, stampato a tre colori - nero per il testo1 azzurro francescano per le iniziali, bistro per le leggen.. . de delle tavole - rilegato in tutta pergamena, con taglio azzurro in testa e sopracoperta a colori, conte- - nuto in apposita scatola di protezione. Copertina e fregi del p:ttore ROBERTO FRANZONI Lire 125. JI •

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==