• . Corsica e Francia nel pellsiero del Gioberti Le vicende del nostro Risorgimento allontanarono talora i pensatori da alcuni dei problemi che si erano imposti al loro spirito. La forza repentina degli eventi, la necessità di raggiungere, a qualunque costo, i fini più essenziali conducevano a lasciare da parte alcune questioni di carattere particolare. Così il Gioberti, dopo la caduta del suo ministero ( 19 febbraio 1849) si vide costretto a rinunciare al~ l'idea di stabilire un rapporto fra il movimento italiano e quello ungherese < 1); così, più tardi, il Cavour volle riaccostarsi, dopo Villa_, franca, a Napoleone I I I, per averlo favorevole alle annessioni nell'Italia centrale; così infine si accolse il triste confine veneto del 1866, come necessità assoluta, dopo la sventura di Lissa e la -fredda amicizia dei vincitori di Sa~ dowa. Si accoglievano, senza troppo grave amarezza, le soluzioni che si potevano sperare temporanee, anche se in questa speranza c'era gran parte d' illusione. Si reagiva invece contro ciò. che voleva essere definitivo: esempio tipico, la lotta contro la Convenzione di Settembre (1862)s che sembrava precludere per sempre le vie di Roma. In sostanza, si guardava ai fini essenziali e più urgenti, con lo spirito di chi componga l'abbozzo di un vasto quadro che i posteri dovranno, a poco a poco, completare in ogni sfumatura. Chi tenga presente questa osservazione d'indole generale, può intendere l'atteggiamento dei grandi suscitatori italiani verso la Corsica (Z): (1) A tal fine era stato inviato in Ungheria il giovane bresciano T en. Colonnello Alessandro Monti. Su ciò cfr. F. BETTONI CozzAGO Gli Italiani nella guerra d'Ungheria 1848-1849. storia e doc. Milano. Treves 1887; A. PIERANTONI: 1[ ColonnelloA. Monti e la Legioneitaliana in Ungheria, (1849). in« Riv. Moderna politica e lett. ». Roma, novembre 1902; gennaio--feb~ braio 1903. (2) A tale studio ha recato notevole contributo O. TENCAIOLI. di cui citiamo, fra g)i altri, Il soggiornodi F. D. Guerrazzi in Corsica, in « Italia ", 1913, pp. 113-118; Gioberti e la Corsica, in <l Idea Nazionàle n, 7 agosto 1924, Mazzini e la Corsica, _ivi 28 agosto 1924; N. Tommaseo e la Corsica, in « Rassegna I ta- ]iana », settembre 1924, pp. 536-548. Ne 1l'articolo su Gioberti e la Corsica il TENCAIOLI ha riportato !a stessa pagina del Primato, di cuj ci occupiamo più oltre. Bibl·oteca Gino Bianco in un primo tempo es~a entra nel quadro sognato di una confederazione di popoli italici; successivamente essa non scompare dal quadro, ma rimane nell'ombra, come uno dei problemi da considerare più tardi, sgombrato il terreno dalle più urgenti necessità. Ciò si vede specialmente in Vincenzo Gio..- berti, nel periodo che segna il passaggio dalla concezione neoguelfa del Primato a quella libe..- rale del Rinnovamento. E, sotto questo aspetto, la posizione giobertiana rispecchia uno stato d'animo diffuso in tutto il Risorgimento. *** Nel ·periodo formativo e, più tardi, nel Primato, il Gioberti pone la Corsica, senza incertezze, fra le regioni d' Italia. Napoleone - di cui egli critica l'opera pur ammirandone la grandezza - assurge per lui ad esempio tipico del genio italiano. « Quando poi - egli scrive - il sole italiano pareva già prossimo al tramonto, e quando all'occaso era sottentrata una notte, che a molti sembrava dover essere eterna, la decrepita Italia potè ancora figliare alcuni intelletti, che basterebbero alla gloria di un popolo nel suo fiore. Mi basti il nominarne due soli, il Vico e il Buonaparte, dopo i quali non sorse più alcuno, che speculando e operando li pareggiasse; poichè il primo chiuse il periodo della filosofia ortodossa, e il nome ·del secondo è l'unico che gareggi con quelli di Cesare e Alessandro, per la grandezza della -mondana gloria e i miracoli della potenza >> ( 1). Il Corso e il Napoletano, che « compierono di recente il corso dell'estro inventivo nel dop~ pio giro della contemplazione e della vita pra~ tica, uscirono da quel legnaggio, che par nato egualmente alle grandi idee e alle magnanime imprese >> (2 ). (1) V. GIOBERTI Del Primato morale e c;vi!e degli lialiani, ed. a cura di G. BALSAMO-CRIVELLI,Torino, Utet I 919-19 20; voi. I, pag. 62. (2) Ibidem. •
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