Vita Nova - anno II - n. 1 - dic. 1925-gen. 1926

TEÀTRO ·SICILIANO 11 rapido dissolvimento d'ogni colore locale, che è la conseguenza meno desiderahile della civiltà contemporanea, ha minacciato definitivamente la scomSEBASTIANO ZAPPALÀ IL "PUPARO., parsa dell' " opira " dei pupi, una delle più schiette tradizioni siciliane, la più legata, anzi, alla strana e fantasiosa psicologia ;c;:olana. Catania, che aveva conosciuto il migliore fiorire d'una forma d'arte così singolare, ha visto ad uno ad uno chiudersi o adattarsi a scopi in apparenza meno " incivili " i teatrini più noti dove le magiche imprese di paladini famosi estasiavano l'anima popolare, e deve oggi alla cost~nza di Sebastiano Zappalà .il sopravvivere della sua bella tradizione cui nel passato avevano dato indimenticabili splendori uomini come Gaetano Crimi, Angelo, Gregorio e Giovanni Grasso che nella memoria dei concittadini godono . . . . tuttavia ogni meritata rinomanza. Biblio.teca Gino Bianco Curioso tipo di spontaneo artista Sebastiano Zappalà ! Il suo teatrino di via Zappalà Gemelli, che per ben due volte ha ricevuto la visita appassionata di Luigi Pirandello, è nelle ore del giorno il più bizzarro arsenale in cui lo Zappalà è il solo re e il solo suddito. È lui che costruisce con amorosa attenzione i pupi, assai espressivi per merito di magnifici occhi dipinti e di fisionomie eloquenti da cui trasparisce il carattere del personaggio; è lui che sbalza sul rame le ricchissime armature, che taglia e cuce i broccati e le sete dei costumi; lui, infine, che disegna gli scenari e dispone ingegnosamente l'apparizione dei prodigi, l'artifizio degli incantesimi, la complicata miracoli- .. RINALDO CARLOMAGNO ORLANDO st1ca della bizzarra fauna della quale le leggende si giovano con meravigliosa prodigalità. Durante le recite il complicato lavoro dello Zap palà si riempie d'una vita che voi non avreste sospet,

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