Vita Nova - anno II - n. 1 - dic. 1925-gen. 1926

VJTA NOVA ripiegare lentamente su .Macallè : ma i due biglietti sucéessivamente spediti al T oselli, forse intercettati, non giunsero mai a destinazione. Il prode maggiore, attaccato alla mattina· del 7 dalle forze del Maconnen, credè .di dovere resistere a oltranza sul posto, in attesa che l 'Arimondi arrivasse in sostegno. , Ras Maconnen aveva lungamente esitato prima di scagliare i suoi soldati contro gli Italiani, ma si decise per tre ragioni : prima, perchè temè di essere ingannato non vedendo arrivare la risposta attesa del Baratieri circa l'eventuale proposta di accomodamento; poi perchè gli altri Capi minacciavano di prendergli la mano ; infine perchè egli era premuto a tergo dal grosso dell'esercito scioano guidato dal Negus in persona, forte di circa 80 mila combattenti, già partito da Ascianghi verso il nord. Così il combattimento, non voluto nè predisposto da nessuno e di cui nessuno accettò più tardi la responsabilità, diventò inevitabile. Fino dal 5 dicembre il T oselli invitato a sgombrare il passo, aveva risposto fieramente a ras Maconnen che « badasse a quanto stava per fare; che se avanzava, era la guerra ; e questa poteva riuscire fatale a Menelik, perchè l' Italia come lo aveva riconosciuto imperatore, poteva anche togliergli il potere ». Veramente commovente è questo parlare del T oselli in nome dell' Italia, allorchè questa si mostrava così poco degna dei suoi generosi figli impegnati nella lontana terra africana contro un nemico barbaro, decuplo di numero ! L'assalto ebbe principio la mattina del 7 ad ore 7. Il Toselli aveva passato la notte nei preparativi, e uscendo a contemplare le stelle brillanti nella volta nera del cielo, era stato udito fischiettare l'Ave Maria del Gounod... Le sue forze, dovendo sopra tutto impedir,e gli aggiramenti, di cui gli Abissini, come tutti i barbari, sono maestri, erano scagfionate su largo fronte. Ali' ala sinistra (colle Falagà) le bande ausiliarie di ras Sebat e degia Alì ; le com1 pagnie Issel e Canovetti ; al centro, sul colle di Alagi, le compagnie Persico, Ricci e Bruzzi con la batteria del capitano Angherà su due sezioni (Scala e Manfredini) ; all'ala destra le bande di Sceh Thala 1 e del tenente Volpicelli. Di riserva, dietro la compagnia Bruzzi, stava la centuria del tenente Pagella. Si trattava, in complesso d'un battaglione (il IV indigeni) rinforzato con elementi irregolari (bande) tratte dal.le fedeli Biblioteca Gino Bianco popolazioni dell 'Acchelè Cuzai e dell'adiacente Tiigrè. Il battaglione comprendeva circa 1000 uomini, altrettanti le bande; coi comandi e la batteria si toccavano appena i 2200 uomini. Contro questo manipolo di prodi il Maconnen scagliò sucessivamente le sue orde innemerevoli : alle 7 del mattino un primo attacco dimostrativo verso _t\tzalà venne facilmente respinto ; ma subito dopo l'imponente massa delle forze di ras Oliè {il vecchio feroce fratello della regina T aitù) con circa 10.000 fucili attaccava di fronte e sul fianco ' la nostra ala sinistra, che resistè validamente ali' urto. Alle 9 riarse il combattimento anche c;ul settore centrale : questa volta era il· grosso dell 'esercito nemico, con le soldatesche scioane e harrarine di Maconnen e Michaèl, circa 15.000 fucilit che seguendo la direttiva della cosiddetta « strada inglese » puntava su Amba Alagi. Nelle masse compatte degli assalitori il .fuoco di fucileria e gli shrapnels della nostra eroica batteria aprivano vuoti enormi; tuttavia il numero doveva finire ccl prevalere. A dare il colpo di g·razia alla resistenza, fra le 9,45 ,e le 10 si mosse l'ala sinistra nemica {ras Alula e l\tlangascià) forte di 6-7000 uomini, che attaccò ; con manovra avvolgente il nostro fianco destro. La resistenza, veramente epica, si prolungò ancora per più di due ore. Restringendo a poco a poco il fronte, il T oselli si sforzava di proteggere gli sbocchi delle strade verso il nord, e specialmente quella di Antalo, da cui s' aspet ava di veder comparire da un istante ali' altro il corpo di soccorso del I' Arimondi. Questi infatti si era mosso, troppo tardi per arrivare in aiuto del T oselli, ma abbastanza presto per esporre se stesso a grave rischio : giunto a due terzi del cammi1 no, presso Aderat, non potè fare altro che raccogliere i pochi su.perstiti della strage di Amba Alagi. Il combattimento infatti era finito, come doveva, con .la strage. Alle 12,40 il Toselli, perduta ogni speranza di soccorso, aveva dato I• ordine della ritirata, che doveva compiersi a scaglioni, sotto la protezione della compagnia Bruzzi. Ma non appena il nemico s'accorse che la batteria rallentava il fuoco, diventato da prudente audace, irru.ppe da ogni parte sull'Amba. Quasi tutti gli ufficiali caddero. La sezione Manfredini, rimessa in batteria, tirando a .mitraglia sulle masse avversarie, inflisse loro gravi perdite, ma fu sopraffatto e presa. I cannoni della Sezione Scala vennero rovesciati nei • ..

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