Vita Nova - anno II - n. 1 - dic. 1925-gen. 1926

- .,. - 95 - / dopo questa politfca delle rinunzie; di cui noi troppo a.ncora ci rammentiamo, ed il rammentarcene dice assai cose a tutti noi. .L'Italia dunque non voJle e· non andò : gl'Inglesi andarono da soli ma vi rimasero come cittadini, gli italiani sì rimàsero anch'essi, quelli almeno che rappresentavano una entità di colonja così che l'Italia è rappresentata anche adesso .da 40000 italiani. Ancora dunque s~t.to quest? punto di· vista abbiamo un~ pos1z1one em1nente, ma come dicevo dianzi, la preponderanza politica e militare appartiene orma i irrevocabilmente ad altri. Dal tempo in cui tùtto quello che era qui contatto della civiltà europea, era cosa nostra e la lingua dominatrice dell'Egitto era quella d'Italia. siamo passati al predominio del francese, e poi a quello dell'inglese. La posizione dell'Inghilterra rimane quale è anche dopo la proclamazione dell'indipen~ denza, e voi vedete che basta un movimento, una tendenza a to1bidi nell'Egitto, perchè l'Inghilterra esca immediatamente dal suo ·atteggiamen~o di semplice osservatrice, la quale si contenti di guardare al. canal~ di Suez, e di tenere quelle poche truppe necessarie a che quella · rarte non sia turbata, esca, dico, dal suo atteggiamento di osservatrice Ed intervenga attivamente nella politica di questo stato che si chiama indipendente. ✓ Ma da una zona inglese passiamo ad un'al· tra. Oggigiorno dall'Egitto in 1 ~ ore di treno si arr.iva a Gerusalemme, si salta in treno ·al Cairo la sera, e si arriva la mattina a Gerusalemme, e siamo così in Palestina, in piena Asia. La Palestina è oggi un paese affidato per mandato al governo inglese, é uno di quei paesi cioé che con una nuova formula (se ne inventano sempre di formule nuove) con la formul~ del «mandato», è stata affidata dalla Società delle Nazioni ali 'Inghilterra, che non l'ha dunque in suo possesso, questo le è stato conferito temporaneamente. L'occupazione irrglese insomma é soggetta ad una specie di.controllo della Società delle Nazioni, essendo che questo territorio, che non è in grado di governarsi da sè, ed è affidato alla tutela di uno stato dirigente che dirige e gestisce come mandatario per conto della Soctetà clelle Nazioni. In questo regime della Palestjna attuale entra ·come elemento determinante particolare quella che è riconosciuta col nome di «dichia- :raziort,e Balfour ». Questa dichiarazione che è ·del 1917 é quella che costituisce la Palestina, e la riconosce come territorio destinato alla ri- ( t Gi o e costituzione di una dimora nazionale per il popolo ebraico. . ~ La ricerca di questa «dimora nazionale» risale a tempi lontani di qualche lustro, ad un movimento molto noto ·per cui da parecchio tempo si _andavano cercando nell'uno o nell'~ltro continente, da questa parte o da quell'altra un paese od un altro, per vedere se ve ne fosse uno il quale potesse costituire meglio di qualunque altro una patria- nuova per gli elementi ebra;ci, che. in taluni paesi d'Europa erano condotti ad una vita tale di conflitti da far loro desiderare di -trovare a qu:1lunque costo un posto di pace fuori della Russia e fuori dègli altri paesi dell'oriente europeo. La vanità di questa ricerca di una patria nuova dove accumulare questi profughi, questi raminghi ha, finito col portare ac! una risoluzione nuova proclamata con la dichiarazione Balfour con la quale ponevasi addirittura a disposizione degli Arabi la loro antica Pales.tina da cui la guerra aveva fortunatamente sloggiato il Turco dominatore; ed è un paese questo che può offrire realmente alimento, vitto e risorse ad una popolaziòne maggiore di quella attuale. Concessa la nuova terra, è c·ominciatol'affluire, fattosi ormai abbastanza rapido, d'una cospicua corrente d'immigranti ebrei. Questa condizione di cose, che ha portato ad. un principio çli conflitti con gli Arabi, che formano da secoli la grandissima mag1'ioranza della popolazione palestinese, è stata attenuata dagli .Inglesi che hanno fatto un po' ·macchina indietro in quella via che· si era incominciata verso il concetto di una preponderanza ·sempre maggiore dell'elemento israelita nel govèrne. E' certo che, tra le molte questioni interessanti, tra le· straordinarie rivoluzioni che dobbiamo aJla guerra. questa è certo una delle , ,. · ptù interessanti, se pensiamo al caso di questa popolazione dispersa, che .aveva cessato di e- . sistere come unità etnica, e che tuttavia torna a riunirsi viva e vitale dopo 19 secoli. Non so se altri esempi storici ne vediamo di una popolazione dispersa fino a poco tempo fa: per tutto il mondo, dispersa da quasi due .millenH, e che tuttavia ritrova la possibilità della ricostruzione di quelJa che era ta sua patria antica. Ora noi tutte queste questioni le prospettiamo dal punto di vista italiano. La questione dell'Egitto è la questione della preponderanza inglese nel mondo, e del dominio inglese sulle vie del mondo. E' inutile discutere la preponderanza inglese nell'Egitto, è un fatto che esiste e che garantisce le vie di comunicazione I .. I ' I I -.

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