Vita Nova - anno II - n. 1 - dic. 1925-gen. 1926

,, ...:... 87 - I I quando poterono tornare in patria riportarono fra noi tutto il loro affetto come' condensato e tutti gli spasimi per l'Italia sofferti. Questi esuli avevano lasciato in ogni casa d'Italia i Joro parenti : o eranò ·1e madri, o . le sor~lle o le spose ;. e quindi non vi era chi non rivolgesse il pensiero ai lontani, perché le, loro sventure erano le sventure dei rimasti. E_..per tutto questo stato d'animo che si mutano le. condizi_onid'Italia ; quando fuori c'erano det meravigliosi cittadini come il Mazzini il Mamiani, il Gioberti, tutti' insomma gli uo: mini più noti che vedremo più tardi. I I '31 è già vicino, e il '31 ha gia avuto la sensazione di vicende mutate. Non c'é più solamente la richiesta della costituzione o di un p~tto ; si. v.~ oltre ~ella•domanda, bisogna add1r1tturaehmtnare dei sovrani per migliorare la nostra vita ; ed il primo moto scoppia a Modena, perchè il più aspro dei prineipi era appunto Francesco IV duca di Modena. Scoppia a Modena la rivoluzione forse anche perçhé là le cose ·erano maggiormente scosse. Fino ad un certo momento il Duca credette di poter dominare stando in rapporti con gli stessi avversari, che poi tradl. Fu aiutato dall'Austria, salvato. Dopo ·un mese venne · presa Modena e il Duca ricondotto nei suoi stati. Entrando porta con sè come trofeo Ciro Menotti :prigioniero, che fara poi tosto giustiziare. Molti, dopo la rientrata delle truppe austriache, vanno esuli in Romagna volo.ntariamente, ed a Rimini avviene il primo• scontro fra queste forze di esuli e volontari italiani e le truppe austriache. Non vincono i rivoluzionari, ma il fatto di avere interrotto, sia pure per poco, la marcia d'invasione sistematicamente vittoriosa delle truppe austriache in tutta l'Italia settentrionale e centrale, ha pure un notevolissimo valore. Miseramente finisce la rivoluzione del 1831. Ma quale importanza ha! Sono nuovi esuli che si allontanano dall'Italia per sfuggire alle p·ersecuzionidell'Austria imbaldanzita ; ma questi e~uli dimostrano anche che c'è il desiderio c'è la furia di tornare a riunirsi, di tornare a combattere, e di cacciare dal sacro suolo d'Itàlta l'invasore che più predomina. , Dal 1831 al 1843, data della stampa delPrimato del Gioberti, tutt<' tace apparentemente·: gli storici non ci narrano fatti, ma sono i patrioti, i liberali, gli esuli a preparare i fatti futuri attraverso il sacrificioe il pensiero. Non ci fu un periodo di più acuta preparazione, di corpo e di mente, di questo che va appunto dal '31 al '43; si rafforza in questo periodo la costruzione ideale maggiore deJJa · prima meta del secolo XIX, èhe è « La Giovine Italia·» di· Giuseppe Mazzini. La ~ Giovine Italia » come complesso dottrinale non è creazione tutta ex-novo del Mazzini; una grande parte del suo conten~to esisteva gia nelle r-ichieste dei rivoluzionari del '21 e più del '31. Nel '31 l'unità è affermata da Ciro Menotti, che proponeva l'uguaglianza tra i cittadini, il paese ordinato a re-, pubblica, con la _costituzionefederale. Alla fine del 1831 il popolo italiano ha fatto un passo enorme rispetto al '21, il rapporto di libertà, da· locale o regionale, è diventato semplicemente un rapporto di italianità. Ciro Menotti, infatti, pensava, come s'é detto, ad una federazione, o ad una forte repubblica con i vari rappresentanti degli stati ~ italiani. che allora esistevano, e gridava « abbasso » per tutti i sovrani stranieri. . La . giove·ntìtitaliana si esaltò a queste idee, ed è merito immenso del Mazzini, di averle incanalate e dirette con una severità costruttiva grandissima di pensiero e di azio!le. Il complesso degli stati variopinti incomincia,- proprio per merito suo, ad esser maturo per la nuova organizzazione di uno stato indipendente. Nessuno superiore ai quarant'anni poteva fa'rparte della « Giovine Italia», perchè nella gioventù c'è, più spirito e più ardore e maggiore spontaneità di sacrificio perciò più facili riuscivano le organizzazioni dei moti. Il Mazzini. non pensava ad un'azione diplomatica. Ma non pensò mai neanche ad una forma•di , accordo che si potesse ottenere fra tutti i sovrani degli stati italiani d.i allora, cosi come erano organizzati ; facendo dipendere unicamente il successo · nelle cose italiane dalla foga e dalla baldanza di una ben com- , posta azione, effettuata unicamente da una sana e disciplinata giovinezza. Questa associazione riassunse poi in sè altre e fu di una efficacia notevolissima ; .ma essa non fu la sola forza che realmente agì in quei tempi : c'erano anche altre correnti, vari giornali e gàzzette dirette dagli esuli, basti citare, pei giornali, la ponderazione lungimirante dell' « Amico del popolo italiano ». Ma sopratutto si affermò ·Come fattore di -prim'ordine il proces·so ideale, trasmutato in forza di alta persuasione e commozione· dall'opera del Gioberii, superba non solo per le sue bellezze intrinseche, per le molte afferm·azioni,parecchie delle quali si avverarono dopo breve tempo. Il popolo italiano, diceva il Gioberti, è il più grande di tutti, e da lui ~ sempre de- • • , ..

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