Vita Nova - anno II - n. 1 - dic. 1925-gen. 1926

\ \ -66I - .insulare, dove il feudalesimo non éra ancora distrutto del tutto come nelle altre regi0ni della penisola. E' ovvio pertanto che scoppi in. Francia questa rivoluzione ; anche se non ·vogliamo tener conto del fatto che in Francia le condizioni economi~he erano ridotte a tal punto da essere indispensabile da parte del sovrano la convocazione degli Stati generali. Gli Stati generali sono la rappresentanza di tutta la nazione. Tra gJi « stati » francesi uno, il terzo stato, é composto d·ei lavoratori, degli artigiani e dei borghesi, ·mentregli altri due e stati », che erano quelli privilegiati, comprendevano la nobiltà ed il clero: Ore!, chiamare i nobili ed il clero era cosa di poco momento: questi erano _ognigiorno a corte, e continuamente a contatto col sovrano, ed appartenevano sovente a quella speciale amministrazione che faceva capo al re. Chiamare il terzo stato era invece provvedimento· eccezionale: erano già passati quasi due secoli dall' ultima convocazione, avvenuta nel 1614. , · Questa chiamata portò ad una gravissima discussione fin dalla prima seduta : come•si ·sarebbe votato ? Se si ·fosse votato per ordini era evidente che. il terzo stato avrebbe avuto. e111:pretorto. Dissero allora quelli del terzo , !,tato: « Votiamo per teste o individui ; noi siamo tutti qui deputati rappresentanti della nazione ». Se si veniva a questo genere di votazione, l'alea er.a divisa, in quanto che uguale era presso a poco il numero dei rappresentanti del primo e del secondo stato, e di quelli del terzo stato. Le discussioni si fecero assai acri sinchè venne un ordine impreveduto e improvvido ; e fu quello di mettere da parte il terzo stato, che aspirava a condizioni troppo· favorevoli per sè. . Invitato più tardi· non si uni agli altri, e costitul l'assemblea nazi9nale.che, disse Sieyès, rappresent_ando la grande maggioranza della popolazione francese, aveva maggiore diritto di parlare in . nome della Francia, che non gli . altri due stati. Il re, tardi, si interpose : fu fatta di nuovo una adunata _.generale,ma la rottura era già avven~ta, e da questa prima rottura segue tutto quanto il resto : il terzo stato, che ha vinto la prima battaglia, non, si contenta, sembra quasi che voglia rifarsi ora di un abus? che _co~trodi lui si era esercitato per ta~t• secoli ; e. una lotta per l'uguaglianza, la prima parola, 11 primo c~ncetto, la prima idea che si afferma. E l'idea fa strada. Neltii notte d~I 4· ~- ., Bibliotec Gi o Bia co gosto sono due nobili i primi a proparreche il feudalesimo sia abbandonato, e tutti quanti i -cittadini siano uguali, che non ci siano più distinzioni. Alla fine del 178~ la grande conquista~del terzo stato è compiuta, con la ri- · nuncia di tutto quel substrato feuda·le durato da Carlo M_agno fino a quei tempi, quello che fu smantellato .dai Comuni in Italia fino dal secolo XII. La via si percorre veloce : seguono subito l'Assemblea· Costituente f la Legislativa, e verranno anche. in s~guito le giornate tristi, perchè chi vince non_ sa moderarsi: ragione poi della perdita dei_diritti cosi faticosamente conquistati ; .si giungeva infatti assai presto al Direttorio, al Consolato, _ali' Impero Napoleonico. * * * I ... Ma veniamo all'Italia. Come aveva accol~ to l'Italia la rivoluzion-e? Da principio con terrore : 1 'Italia non poteva comprenderla, per- ., chè non aveva la tensione dell' ego_ismofeudale ed i popoli vivevano, in sostanza, in . tutti gli stati,, in una sufficiente o rassegnata condizione di benessere. , . Si ha timore della rivoluzione: un sovrano d'Italia, il re di Sardegna s'era~ messo a combattere contro di essa : l'Italia, in generale, prese parte contro ; e neppure· nel popolo ci fu grande risveglio, dominato da un timore spaventoso contro questi francesi che -avevano cacciato· i' sacerdoti perchè non avevano voluto giurare obbedienza al governo francese. Poi c'era· qui tutta l'impressione· prodotta dai nobili e dai signori . che erano fuggiti dalla Francia, portando un senso di spavento dap-. pertutto.. Ebbene, come si spiega-·allorache quando· ... scende Napoleone nel 1796 con quei soldati cosi ( male in arnese, nella Lombardia, nell'Emi- - lia e nella Rom~gna c'è un ent_usiasmoindicibile per lui, per i soldati, per le nuove idee che egli porta ? - Si spiega colla rapida, immediata vittoria di quest'uomo, e col suo genio. Napoleone, aveva avuto da Barras, dopo il matrimonio contratto con Giuseppina, la vedovc;1del generale Beauharnais, l'alto incarico di combattere contro l'Italia :1 il Pjemonte aveva sempre resistito ai soldati della Francia rivoluzionaria, bi~ognava cercare di tnvaderlo e di abbatterlo, amicandosi l'Italia. . . Napoleone riesce a sconfiggere il Piemonte in pochissimi giorni ed a s.eparar,eI' esercito piemontese da quello austriaco~ penetra peli' Emilia, caccia gli austriaci · stn dentrQ

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