Vita Nova - anno I - n. 11 - novembre 1925

con la speranza che ne venga un bene: era meglio arrivare a Vittorio Veneto senza le giornate ,del1'otto:bre del 1917 (applau.si). Basta con l'idolatria stupida nello stellone ! La storia deve insegnarci ' qualche cosa. D' a-ltra parte, dopo queUe giornate i1 I popolo ritrovò se stesso. Ci fu la ,disciplina che i grandi capi avevano invano richiesta dal fronte, il popolo italiano mandò i suoi giovinetti sul Piave. I mutiJati ,che pure avevano nelle carni lo strazio delle antiche ferite tornarono al fronte per rincuorare coloro che stavano nelle trincee. L'Italia .fu< magnifica veramente, fu superba dri entusiasmo, di fede, di . passione. Avem·mo la Vittoria trionf aie del giugno e la vittoria non meno trionfale di Vittorio Veneto. Chi di voi non ricor,da quei giorni inobliabili ? Però i'l pop,olo era ne1 lle strade a festeggia-re la pace, non ancora la Vittoria. Umaino, pro.fondamente umano, ma la Vittoria non appariva ancora agli spiriti con tutta la sua potenza creatrice e divinatrice. E nemmeno per tutto il 1919,a pace ultimata ci fu il senso de:lla Vittoria e ,nern1menonel 1920 quarndo una nobile città d·e1ll 'Alta Italia che pur~ era stata straziata dalle bombe degli aviatori nemici rifiutò :la Cro-ce ,di guetra e fu solo nel 1921 quando un manipolo di Deputati Fascisti defenest,rò un disertore che si cominciò a capire che c'era qualche cosa di nuovo in Italia (applausi fragorosi). Il segno di Dio. Il .fante eta tomato da'lle trin.cee anzi era stato disperso da:lle trincee. Quale era -i'l tuo bottino, o fante sca1 lcinato, o eroico fante tricolore per a rosso de,lle trincee· carsiche, per il bianco dei ghiacciai alpini e per il verde della bile che ti aveyano fatto mangiare g,li imboscati ? (llarità). Il tuo bottino? Eccolo il tuo bottino : il pacco vestiario. Ci fossero state almeno del- ,le soddisfazioni morali! Bisognava portare i nostri battaglioni a sfilare nelle capitali nemiche, ma voi sapete 'Come nell 'ulti·mo minuto cambiò la scena. Si disse : avrai Biblioteca Gino • 1 neo • VITA NOVA il tuo bottino morale ? Nemmeno questo. Si vociferò per contro : tu dovrai nascondere i segni delle tue feri,te, ,non dovrai portare i ,distìntivi del valore sul petto, dovrai diventare u,n numero della moltitudine e dimenticare di aver fatto la guerra, percihè è l'ora del.l'espiazione Que-sta parola funebre, catas,trofica, venuta dagli abissi ,dell'abbiez1-0ne dò1 minò gli spiriti per qua·lche tempo. Si doveva espiare il delitto della guerra, si volle fare il processo e !',inchiesta alla guerra come se fosse stata un'operazione am·ministrativi1 qualsiasi, si vollero colpire i capi, i grandi generali verso i quali d,eve andare la gratitudine de1 l popolo anche quando sbagliano., perchè voi vi dovete rendere · conto quanto sia tre,menda la responsabil·ità in certe ore di guidare gen1 ti umane ali' assalt(?. (Applausi pro1lungati). Intanto i diplo,matici di,scutevano intorno ad un tavolo verd-e, discutevano e non dis,cutevano,. erano eloquenti e non eloquenti, .Pensavano e non pensavano al· popolo ita1liano. Fu solo più tardi, nel 1922, che i1 popolo si rese finalmente conto del miracolo che egli aveva 'Compiuto. Pensate, o commilitoni, alla storia italiana d-i questo secolo e vi troverete quasi certamente il segno di Dio. P,ensate a1lperiodo che va dal J 820 al J 848, periodo delle cospirazioni, d.egli esili i, del martirio, pensate alle guerre temerarie del piccolo Piemonte del J 848 e del I849. Una delle cause dei rovesci d.i Novara fu riconosciutà dagli storici nelil'eccessiva libertà della· stampa. E ad ogni tentativo di uscire per rompere in guerra c '·era il dissidio fra gli uomini retriv,i, democratici, conservatori. . Q~ando si decise la spedizione d1 Crimea, che a :mio avviso è l'atto p,iù .ge~iale _c?m-piut? dalla ,diplomazia 1n tutti 1 tempi .e Cavour d1ecise l'invio di quindi.cimila uomini colà, Mazzini si schierava contro questa 1 impr·esa mentre Garibaldi l'appoggiava. Aveva ben rag.ione Carlo AJ.berito, il magnanimo, andando in esilio ad Oporto d.i dire agli italliani: « Siate più uniti e diventerete invincibili ». Maigrado ciò per il sacri,ficio per la volontà cosciente, per I' impulso dato al Piemonte, per -rutti i martirii sopportati dai ,patr.ioti di tutte le _regioni d'Italia, il grande evento era compiUttonel 1870. Poi nel 1915 non la sola fata1 lità storica, ma anche la volontà umana spinse a brandire la spada ! Abbiamo conquistato i confini, confini veramente sacri ed inviolab,ili : guai a chi li tocca ! Le masse nello Stato. Perchè io affermo che solo oggi · il popo,lo ha il senso della Vittoria ? Vi prego di seguir,mi in questa formulazione del mio pensiero che. ~ cercherò di rendere il più esatto possibile. Il reggimento politico preeiedente il nostro, il reggime,nto d,ernolitore, ignora le masse. In un secondo tempo non le ignorò più .. ma le abbandonò agli a-Itri che 1< innalzarono contro lo Stato. Oggi quando vedete i reduci marciare a tre o a quattro, quando vedete questa magmi.ficadisciplina del popolo ita:liano che marcia p~r le strade non più a to•rim·edi gregge come una volta, ma a battaglioni serrati, vi rendete conto che ooa profonda trasformazione si è opèrata nel popolo, italiano. Vi rendete conto che il popolo italiano sta per entrare o è entrato nelllo Stato. Un atto d,i superbia, signori ! Chi poteva, dopo la- guerra e lavorando sui materiali della guerra, su~la passione, sui t•rionfi ed anche sulle delusio,ni dellla guerra, c:hi potev.a avvicinare que,sto popolo ostile od indifferente o ,dimenticato allo Stato ? Chi ? l'l F asoismo. Non il liberalismo, non il sociailismo.. Le masse o·ggi riconciliate con la n~- zione entrano, per la grande porta spalancata dalla rivoluzione fascista, nello Stato. Lo Stato, con la Monarchia in alto ha aHargato ~i-· suratamente le basi. Non v.i sono p,iù so4tanto sudditi, ma cittadini, non vi è più solltanto una nazione ma un popolo cosciente dei suoi d,estini. Q~esto prodigio, questo risultato de'lla V,ittoria diventa pane ?el!o spirito consapevole nel popolo italiano (applausi). . . Ma, o commilitoni, la Vittoria

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