Vita Nova - anno I - n. 11 - novembre 1925

• Documenti della storia del Fascismo Il discorso del Duce nel VII anniversario della Vittoria , L'on. Mussolini inizia il suo discorso a bassa voce scandendo ogni parola e accompagnandole con larghi gesti delle braccia. Egli dice: Altezze Reali, Eccellenze, commilitoni, Voglio prima di tutto ringiaziare dal profondo del cuore i miei compagni dell'Associazione Nazio- ..n. ale tra Mutilati ed Invalidi di guerra ; essi mi hanno reso oggi un grande onore chiamandomi a parlare in questa celebrazione ed hanno inoltre disperso un equivoco, attorno al quale lavoravano in una vana speculazione coloro che ormai sono ai margini del popolo italiano (benissimo). Il grande dramma della Na- • z1one. C om11nilitonIi Quale discorso vi a·ttendete da me? Mi accade talvolta di leggere le anticipazioni dei miei discorsi. E' un esercizio singolare, perchè spesso io penso i miei discorsi nell'attimo in cui li pronuncio. Certo Voi non vi attendete da me oo discorso di rettorica e di poesia. Non vi attendete da me un inno puro e semplice per il quale basterebbe un coro, oppure un'orchestra, od anche, nell'occasione, una fanfara. Voi non vi attendete nem·meno da me un discorso falso, vacuo, pieno di luoghi comuni, dagli intingoli mieilosi e repugnanti che eccitano sentimenti di disgusto, ài ,nausea, o anche· di semplice sopportazione,. come certe arie che si odono suonare nei verticali suburbani. Sono invece certo che voi attendete da me un discorso ,virile e gioioso, durissimo, se volete, ma pieno di quelle amare verità che sono anche feconde per lo spirito che medita e ragiona. Biblioteca Gino Bianc Sono dieci anni che noi v1v1amo il grande dramma della Nazione che prende la cos,cienza d.i se stessa. Questo dramma comincia nel 1915, comincia con la neutralità, quaindo la guerra percorse come una folgore improvvisa gli orizzonti del mondo. Tutti allora i ci•ttadini furono d~ accordo nella neutralità, n1a i più .intelligenti .e i più animosi compresero che questa neutralità non poteva essere fine a· sè stessa e vi furono degli anticipatori, come quei volontari che andarono ·a morire in Serbia o come quei garibaldini che anda1ono ad insanguinare le Argonne. Poi, a mano a mano che i mesi passano, il travaglio ,diventa semp-re più profondo, bisognava scegliere, bisognava decidersi. Quali furono gli elementi che spinsero al'lora ali' intervento delI 'Italia nella guerra mondiale ? Vi era una corrente che sosteneva la guerra .in nome degli ideali di libertà e di giustizia ed un'altra corrente che sosteneva la guerra per realizzare i confini della Patria. Vi era infine una terza corrente che voleva la guerra, non per gli obiettivi lontani ed ideologici, nemmeno per obiettivi se·mpli1cemeinte territoriali, ma per togliere la Nazione da uno stato di minorità mora1 le. Certam·ente voi ricordate quei mesi che si con·clusero nel maggio radiòso, quando G,enova, scossa ,dalla voce formida·bile del Poeta, e Milano e Roma erano rombanti d.i entusiasmo popolare c·he travolgeva le ultime barbarie. Allora fu la prima voi ta che il-popolo si sostituì al Parlam,ento; allora per la prima volta trecento deputati furono travolti ,dal popo4o ,ohe voleva essere arbitro dei suoi destini. Non si può spiegare l'intervento nella sua fase cu'lminante senza ricordare l'opera di .Gabrie1e D'Annunzio il quale nel maggio, quando molrt:iesitavano ancora, sco•sse il popolo italiano in maniera decisa e risolutiva. (A pplausi vivisiSim·i). , Fummo alla guerra. Il popolo andò a1Haguerra con entusiasmo ; ci furono duecento mila volontari, questo dimostra che I~ guerra era popolare. Ma anche le masse mobilitate. si recarono alla frontiera con alto senso del proprio dovere . Mb, o Signori, la guerra non è un affare di ordinaria amminisitirazione, come la sostituzione di un commissario regio o la destituzione di un Prefetto del Regno. La guerra che mette in gioco l'esistenza, l'avve-nir~, i,l destino di tutto un popolo è l'atto più solenne che que- . sto popolo compie ,nella sua storia, è necessario quindi di adeguare gli uomini e gli a,nim.i alla grandezza dell '.evento. Gli insegnamenti della storia. Non discuto, non metto menomamente in dubbio il patriottismo di coloro che in reggimento de·mo-libera'le condussero la guerra. Il lorp patriottismo è fuori questione, ma il loro demo-liberalismo vide delle pa-gine tristi. Voglio dichiarare ohe quando la vita della nazione è in gioco non esistono più diritti dei singoli, esiste il sollo diritto di un popdlo che dev'essere salvato ad ogni costo. (Applausi scroscienti). lo affermo che se una più rigida dis'Ciplina fosse stata imposta alla naZJione, a tutta la nazione senza differenze tra il fronte e il retro.fronte, molto probabilmente noi non avremmo avuto un episodio triste che ancora ci turba e ci esaspera. E sopratutto, o commilitoni; non cadiamo nel f acilonismo grottesco che consiste nell'accettare il male ..

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