e lo spiritualismo: le fede relig.iosa lo salvò dalle grossolanità del positivismo, e gli è stata, poi, di guida per la comprensione sempre più adeguata di talune esigenze che la filosofia contem-poranea italiana ha fatto valere contro l'imbarbarimento provocato negli studi filosofici dalle scienze naturali nel periodo precedente. Ci sono altre scaturigini, e più antiche, nella speculazione varischiana: per ~s., la grande consi,derazione in cui ha tenuta sempre ,la dottrina del Leibniz e quella del Rosmiini. Ma il lievito più ,fecondo della sua speculazione gli è venuto, se non andiamo ·errati, dalla !i flessione su i punti fondamentali della filosofia gentiliana. Tra il Genti,le e il Varisco la distanza è, tuttavia, rimasta incolmabile: qui ,non si .fanno, naturalmente, . apprezzamenti di più e di meno, chè son questioni ,difficili. e· un po' oziose ; ma si vuol dire che, non ostante le apparenti vicinanze e somiglianze di alclllni principii, quelle due filosofie .muovono da un' ispirazione l'una molto Jontana dall'altra, e addirittura opposte in molti punti. La preoccupazione del V arisco è restata, in fine, quella d' intendere il mondo del1" esperienza nella varietà e molteplicità de' suoi aspetti: e poichè l"Ulllità di tutti questi aspetti, il principio primo e il fine ultimo di ogni esistenza, inon possono esser ridotti al pensiero di un ooggetto particolare, ecco che al disopra dell•uonio e nel fondo del suo spirito traluce con assoluta verità, eh' è anche assoluta certezza, il pensiero di un Soggetto universale, di Dio. La linea generale di questo si- ' ' . sterna non e nuova : se ne puo rintracciare un primo esempio ,nel vec- . chio neoplatonismo. ·Ma nel Varisco esso ha un senso tutto suo, che gli deriva da un incontro del tutto originale tra il motivo positivistic<:> da cui è partito il suo pensiero e quello spiritualistico, a cui è arrivato. Egli ci ba dato, così, una specie nuova di empirismo : un empirismo che, pur ài mantenere le sue posizioni fondamentali, è pronto ad accogliere tutti i principi i, che VITA NOVA · non contrastano con I' esperienza, dell'idealismo assoluto. Il Maestro ha lasciato, proprio in questi mesi, la cattedra da lui tenuta per circa un ventennio nel- ! 'Università di Roma, e a Lui, raggiunto dai limiti di età, hainno tributato solenni onoranze colleghi e scolari. Nel discorso di saluto egli ha, ancora una volta, insieme alla sua dottrina filosofica e alla sua fede religiosa, riaffermata la sua fiducia nel movimento politico che oggi sta rinnovando la coscienza nazionale. Così questo vecchio si è mostrato più giovane di molti giovani : come ha speculato con sempre nuova freschezza, sino ali' ultimo, dalla cattedra e dai libri, di filosofia, così ha sentito con ardore costante i problemi .della vita pubblica, la realtà superi0re dello Stato e l' idealità di una- più grande Italia. Ail filosofo, al Maestro; all'educatore - va,dano \eia queste colonne - il com.mosso saluto di venerazione e l'augurio che la sua attività possa ancora a lungo esser impiegata a vantaggio delle nuove ge- . . neraz1on1. *** Di un grosso volume su L'idealismo attuale J i G. Genti le (Trani, Vecchi - pp. X+433, in 8° grande) sarebbe forse il caso ·di parlarne più adeguata.mente quando sarà uscito l'altro, ohe l'autore, VINCENZO 1.A VIA, ci promette tra breve, di critica alla filosofia gentiliana. Questo è ancora puramente espositivo. Ma già l 'esTlosizione ha dovuto dar al materi;le una prima elaborazione : l'Autore, infatti, ha ~ercato di chiarire i punti centrali del pensi~ro gentiliano, ha raccolto intorno a essi tutta la dottrina, e li ha organizzati in oo sistema dalle linee pure e grandiose. C'è una prima parte, in cui si pone il problema de L'essere come puro conoscere, con i problemi dell 'immanentismo, della interpretazione storica data dal Gentile al Kantismo e della riforma da lui operata nella dialettica hegeliana, sino al concetto della verità come puro atto spirituale, e però libero. La seconda parte mostra La realtà come lioteca Gino Bianco ' ... 45 « conceptus sui » ed espone La logica dell' autoconcetto: I 'lo nella sua attualità e individualità, che realizza il mon,do della Natura e della Storia in un atto, che mantiene, sì, le ferree leggi del pensiero oggettivo, ma .le trasfigura e transvaluta, insieme, nel senso della soggettività e della concretezza, onde la logica del pensiero coincide, qui, colne sviluppo dello spirito, con l'eticità di tutta la vita. N.ella terza parte si espone La concretezza etica dello s.pirito come divenire: si iipigliano, cioè, i problemi così detti particolari della v.ita spirituale, dimostrando come nella massima loro concretezza rifluisca, a dar loro senso e valore pieno, tutta .la prece-dente dottrina : i•l problema religioso, quello pedagogico,· quello politico, ecc. Che il La Via abbia studiato e it0teso, con intelligenza e adesione dell' anima, la grande opera ,del Gentile non è da metter in dubbio. .E che .questo volume possa esser utile ag,li ,studiosi, neanche di questo voglio dubitare. (Metterei, se mai, qualche dubbio sul vantaggio che possono ritrarre i così detti « profani », ai quali consiglierei sempre di ricorrere alla lettura immediata di alcuni scritti dello stesso Gentile). Piuttosto farò le mie riserve su due punti. L'uno è questo : che la filosofia del. Gentile è presentata qui tutta in blocco, come un siste- . ' . . . . ma g1a compiuto, anzi compiuto s1111 da principio: laddove sarebbe stato più esatto, anche più utile agli studiosi, farlo sorgere pian piano, non senza .dubbi e tentennamenti, come realmente avvenne, non senza ài,fficoltà inteI1ne, di cui il pensiero stesso del Gentile s'è venuto via via rendendo conto, come se ne rende forse ancora. Insomma, un•esposizione storica, piuttosto che sistematica (t0el :vecchio senso di questa parola). · L' altrò punto è questo ; che non mi sembra di buon gusto dividere l'esposizione dalla critica. Se I' Autore avesse cominciato dal secondo volume forse non avrebbe scritto i1 l primo. In ogni modo, ora egli è impegnato, e noi attendiamo con vivo •
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