Vita Nova - anno I - n. 11 - novembre 1925

POLITICA INTERNÀ li giorno quattro novembre, mentre tutta l'anima italiana era volta a commemorare l'anniversario della grande data - della Vittoria - in una sola comprensione di passione e di fede : un folle rinnegato stava per colpire, da un agguato, il Duce. La mano di Dio ha trattenuto quella dell'assassino. Dio protegge i,I Duce I Viva Mussolini ! *** Possiamo già oggi valutare con maggiore serenità e con piena ·obbiettività di giudizio la portata del gesto. L'episodio s'innesta in un movimento più vasto. Zaniboni e Capello son soltanto due espressioni del movimento. Rifacciamo la cronaca, per poi innalzarci alla • storia. Il complotto, dunque, aveva un centro ideale ed un centro territoria·le : la setta verde, colpita come una serpa dalla reazione giovanile del fascismo, aveva tentato di mordere alle spalle. A Parigi, ove si son dato convegno i reietti, i fuorusciti, i traditori, s'è tramato il complotto. La massoneria italiana d'accordo con quella francese, aveva ordito il piano nefando. Il programma era questo: soppresso i.I Capo, la lotta civile, la rivolta militare avrebbero dovuto fare i resto. Il colpo di stato non aveva che un solo obbiettivo: la soppressione di Mussolini. Il colpo di stato è miserabilmente fallito. Ci sembra già oggi tanto lontano il giorno del tentativo ! Resta soltooto in noi il disprezzo più esecrando per gli uomini .e. le sette, che aveva concepito il losco disegno. L' anima della nazione tutta quanta ha reagito, come spinta da un desiderio supremo di vendetta contro i miserabili e da un nuovo . ' . ' p1u potente, p1u spontaneo senso di attaccamento e di devozione al Duce. Ma il Duce ha detto: niente rappresaglie I Giusto. Fedele a.I concetto che l'ora della violenza spicciola, individuale, è passata, il Fascismo è ib iot e _inoBianco VITA NOVA ,. ... , . . . \ restato~ disciplinato. Ma 'atteso . il compimento dell '_opera della leg_ge: di quella vecchia, che garantisce l'ordine coi mezzi ordinari di polizia e di quella nuova che è, _vuol essere, dev'essere la concretizzazione dell'idea fasci sta. E la nuova legge è venuta. Sotto questo aspetto si chiama legge contro i fuorusciti. La risposta ali' attent~to è qui. La misura di precauzione e di difesa è in questa offesa permanente e stabilita giuri: dicamente contro coloro, che fuori della patria, tradiscono ogni giorno la patria. Di qui parte l'organizzazione de.I nuovo stato, di qui il vero principio, su cui lo Stato può adergersi e vivere -sicuro. Tutto lo svolgimento ulteriore in te•ma legislativo e costituzionale parte da questo punto ·essenziale : stabilire nettamente le basi della nazione intrinseca, rivedere nei termini del diritto, i requisiti e gli attri,buti della nazional ità. Questo s'è fatto. Vediamo. *** 1,1 concetto fascista di nazione è squisitamente esclusivo. Se per nazione noi intendiaimola somma di volontà, di fede, di atti, che contribuiscono a fare, a sempre fare la nazione ; è logico che appartengano alla nazione, son nazionali soltanto coloro che la nazione sentono, vogliono, vivono. Questo concetto è, dunque sotto un certo aspetto, squisitamente limitativo: ma è . pure sovranamente logico I La nazione, per noi, non è la lingua, la razza o il territorio. No ! E', in~ vece, la passione, la vòlontà, l 'operosità di chi la fa, di chi la vive., di chi la crea: essa, infatti, è ogni giorno nuova, s.i fa ogni giorno, è creata ogni giorno da questa som·ma di atti, che realizzano i suoi fattori, i suoi cittadini. A questa stregua, dunque, appartengono alla nazione soltanto quelli che la vogliono, l 'amano, contribuiscono al suo e,levamento spirituale e roateria:le. Son nazione viva e feconda i nostri &atelli ali' estero, che lavorano per la grandezza d'Italia, che sono, come ha detto Mussolini al recente congresso dei Fasci all'estero, i pionieri, i missionari d'Italia nel mondo. . ' Gli altri non sono nazione, non son naziona·l i. Questo è lo. spirito_ della _legge contro i fuorusciti. Chi sono 1 fuorusci ti ? Sono italiani rinnegati, che svolgono ali' estero la più nefanda campagna contro l_'ltalia, con~o i suoi capi, contro 11_ ~uo m~gnific_o sviluppo. Possono chiam~si, essi, italiani davvero? Son essi, ancora, di inazional i tà italiana ? No certo t Essi rappresentano, invece, la negazione della patria, l'antite!i. della nazione, la sconfitta dell idea. La legge, ora, li colpisce : li dichiara prima di tutto privi di· nazionalità, di quella nazionalità, che non si ·son saputi meritare ; e, in caso di maggior gravità, confisca loro i beni. Così, assodato entro quali termini si compendia la nazione, che cosa realmente sia questa nazione, la nostra ,nazione, il compito diventa più agevole. Se lo Stato non è che la reailizzazione in istituti ben determinati della nazione, l'aver assodato questa, è li' nizio de:11 'ope- . ra maggiore. • Lo Stato Fascista ha, così, la sua base. Ringraziamo i traditori, che ce ne hanno posto, con l'att<? nefando, con l'opera assidua di pervertimento patrio e di losca propaganda antiitaliana, I' occasione, che, finora, per carità umana, non s'era colta ancora. Con questo la divisione si compie, ineliminabile. Ormai non c'è più possibi1lità di transigenza, possibilità di vita comune. Il processo storico della vita italiana porta così · a que,llo, C'he pur s'era voluto evitare e c:he la contingenza di fatti mostra impossi,bile ·: i due campi son nettamente scissi, le due anime son diverse, opposte, inconciliabili. Da un lato, dunque, c'è la grande, vibrante, passionale anima italiana; tutto fervore, tutta fede, tutta fiducia nel Fascismo e nel suo Duce ; dall'altro la bieca e grigia opposi-· zione ~assonica-complottista, quartaorel,l1sta e scandalista, chiusa e senza luce. Là c'è l'Italia, che lavora, qui I' ant.-lta·lia, che congi-1.-- ra ; . là l'Italia grande, prodiga, laboriosa; qui I' antinazione, che distrugge.

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