Vita Nova - anno I - n. 11 - novembre 1925

- ..... DECENTRAMENTO I Questo luogo comune torna periodicamente a infestare la nostra ·vita politica, e ad ogni manifestazione di lentezza o di grettezza del macchinoso congegno burocratico, si invoca la semplificazione, e questa non si può effettuare, a giudizio di molti, che nell' instaurazione di ben solide autonomie regionali. Queste affermazioni, come tutti gli aforjsmi generici, non · . ' . ' nposano sopra un esperienza matura e un osservazione ponderata, ma sono il prodotto d'una tendenza alle costruzioni razionali, anzi direi più propriamente razionalistiche, che pre- . scindono dalla realtà concreta della vita e dalle ragioni della storia. ... Qualche partito poi costituitosi non già sulla base d'un sistema corrente d' idee, rispondenti ad. aspirazioni veramente sentite, ma per interessi consorteschi e faziosi, spolvera tra gli altri· ferravecchi anche quest'arnese arruginito del decentramento, che accanto alla così detta questione del latifondo può formare un comodo bandierone per eventuali opportunismi elettorali. In breve si vorrebbe far del ... l'Italia ·una federazione: ma la pretesa che si possa riformare la struttura d'uno stato sopra uno schema tracciato sia pure con eleganza e grazia da un legislatore, rivela la più supina in.comprensione della logica dei fatti umani che è molto diversa dal nostro lavoro di combinazioni dipanate per via di astratti ragionamenti. Non saprei meglio rendere il mio pensiero che trascrivendo alcune linee d'un' opera il cui autore non è davvero sospetto di simpatie fasciste, Guido De Ruggiero. Nella sua Storia del liberalismoEuropeo, p. 355, si legge: " Tutti coloro che lamentano il soffocamento delle autonomie regionali dimenticano che quelle autonomie erano in massima parte statali anzichè · regio... nali, . e che bisognava a tutti i costi sopprimerle, se si voleva fare di un paese in cui il • • • • • • sentimento un1tar10 era scars1ss1mo, un unico regno. E la stessa centralizzazione politica, data l'estrema ristrettezza dei quadri politici Bibliote a Gino • 1anco . ' del paese, sarebbe stato insuffi~iente _a far cir~olare I' idea di stato per tutto l organismo nazionale se non si fosse aggiunta ad essa la centta- , . lizzazione amministrativa ... ''. Questo tanto invocato decentramento avrebbe dunque potuto aver luogo solo, se nel 1860 non si fosse potuto realizzare l'aspirazione dell'unità, ma non è difficile vedere con quanto pregiudizio della coesione e della stabilità della compagine risultante da elementi tanto eterogenei. L' impero germanico anteriore alla grande guerra, la repubblica fede raie degli Stati Uniti d'America, la confederazione elvetica non offrono alcun argomento alla tesi della così detta decentralizzazione, perchè sono aggruppamenti di stati, ciascuno dei quali è stato obbligato alla rinuncia d'una parte della sua autonomia con un procedimento affine alla stipulazione di alleanze tra stati l'un dall'altro indipendenti, che vincolano nel contrarle in parte la loro libertà d'azione. Queste federazioni non sono insomma creazioni artificiali, meditate o improvvisate, ma il risultato di successive esperienze e adattamenti, con cui si procede verso l'accentramento, che non di rado si avvera mediante la annessione di piccoli stati autonomi, come l' Hannover, l'Assia, l' Holstein, Nassau e Francoforte assorbiti dalla Prussia dopo la guerra del 1866. E questa tendenza è troppo manifesta per la Svizzera, in cui ogni repubblica gode della sua autonomia circoscritta agli interessi cantonali, ed ha perfino codici civili e penali propri; ma le cause si decidono in ultima istanza dinanzi alla corte suprema federale, le cui sentenze sono stese nella lingua del cantone cui si riferiscono. Fdrse qualche cosa di simile si riscontra anche in America. Nè vale osservare che il decentramento non esclude un'autorità centrale coordinatrice e disciplinatrice: va· in ogni modo constatato il fenomeno che le riduzioni delle autonomie locali sono una conseguenza necessaria per mantenere salda la compagine dello stato, ..

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