• IL CANTON TICINO Ricordiamo un buon maestro, che aveva la passione di essere loico sino all'estremo, il quale giunto nelle sue lezioni di geografia al famoso punto delle « Terre Italiane non comprese nel Regno » ( ora sono, la Dio mercè, molto meno di allora!), prima di quelle « soggette allo straniero >>, chiamava cc indipendenti » a fascio San Marino e Monaco e la Republica del Canton Ticino cc unita di vincolo federale con gli altri Cantoni della Svizzera». Nè pare a noi gli si potesse dar torto. Questa magnifica terra lombarda, dove ad ogni passo potresti ripetere le descrizioni manzoniane dei conventi e dei castelli, dei cc paeselli arrampicati per i declivi verdi n e!_dei ~« monti :_sorgenti dall'acque )), imperscrutabile del Creatore o da quello industre e appassionato dell'uomo, ma sentimmo ovunque, come naturale istinto ed anche come intimo dovere, simpatia e interesse verso coloro che da natura avevano designato il proprio ambiente in quei paesi e che -in questo e per questo avevano sviluppato e andavano sviluppando sotto i nortri occhi le proprie forme di vita. Dovere anche. Dovere di ospitalità, la quale non può, a nostro sentimento, fermarsi all'ammirazione delle cose e delle opere, ma deve venire inc~ntro agli ospiti con quel rispetto, che alla vita ·dei nostri simili si deve, anche se li troviamo inquadrati nei più. meravigliosi sfondi della natura o dell'arte. IL PANORAMA DI LUGANO questa buona e laboriosa popolazione, col suo rude Quel sentimento insomma, per cui troveremmo dialetto, che, così ali' ingrosso, ti par quello di un semplicemente ingiurioso il contegno di quegli stracomasco un po' arioso, formano veramente, alla let- nieri, che venendo nella meravigliosa terra d'Italia, tera delle costituzioni, uno Stato italiano per sè pieni di ammirazione innanzi agli splendori delstante e, almeno come superficie, non uno degli l'Alpe e del mare, innanzi alle magnificenze di Veultimi d' Europa. nezia, di Roma o di Firenze, non degnassero di Sin da qt1el giorno ci è sempre stato presente al uno sguardo la vita che all'ombra di quelle cattecuore prima ancora che alla mente questo suggestivo drali o di quej monumenti, alle falde di quelle monfatto di geografia politica, di stotia e di italianità. · tagne, su quel mai:e sonante si svolge nel miracolo di Quando siamo andati àlle bellezze di Lugano, di una esistenza multimillenaria e sempre nuo'Va. Locarno e delle mille valli pittoresche, non abbiamo - saputo fermarci all'ammirazione del paese, ma interessamento e simpatia e, perchè no?, curiosità, che sempre in fondo è la prima mater scientiarum, ci hanno ~pinto verso la popolazione che vi abita, gente di nostra gente, e verso le forme politiche che essa ha ricevuto dalla storia ed ha espresso dalla propria originalità.. Nè d'altronde mai in alcuna terra, che avemmo a visitare nei nostri rapidi vagabondaggi, sapemmo fer-- marci a considerare l'esteriore aspetto delle cose, anche le più mirabilmente conformate dal magistero Biblioteca Gino Bianco *** Ma disgraziatamente, non appena si imprende a studiare l'argomento, ci si deve accorgere che parlare del Ticino significa occuparsi di una cc ques~ione >). Non è possibile por mente ai caratteri e alle opere di questa popolazione laboriosa e simpatica, senza accorgersi del travaglio, eh' essa malamente na~conde dietro il suo sorriso un po' timido e un po' diffidente, proprio delle genti montanare. Non solo, ma la questione ticinese, per il solo fatto eh' essa esiste, di vien argomento in particolar
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