Vita Nova - anno I - n. 11 - novembre 1925

t VITA NOVA lS formial nostro genio, svbire irì qualche modo l'iniziativa dell'avversario, tutto subordinato alle necessità del combatterlo e respingerlo; sicchè oggi l'esaltazione della Controriforma, ne' suoi specifici caratteri contingenti, sarebbe, invece che fierezza e fervore di italianità, un subire ancora la pressione d ·una iniziativa straniera, proprio quando questa ha. perduto oramai ogni vigore di offesa, e gli· elementi spirituali dissociati dal grande scisma anelano ad essere ricomposti in unità, in una sintesi che noi speriamo possa essere ancora creazione I .... italiana. l!14~ ROMOLOMURRI Il dotto come tale appartiene per eccellenza alla società; anzi non esiste che nella società e p·er la società. Ne con.- segue che egli ha il dovere ~i coltivare e perfezionare in sè, quanto più è possibile, le facoltà più specialm1 ente utili alla società: la recettiva e la comunicativa. . Se egli ha acquisito a dovere le debite co•gnizioni em·- piriche, la sua recettività dovrebbe già essere sviluppata; poichè egli dovrebbe aver assimilato tutto quanto nel campo della· sua scienza era n·oto prim·a di lui : a questo non si può giungere che per m€zzo dell' istruzio,ne, sia orale, che , scritta, non ma1 i colla sola guida della riflessione e del r·agionamento. Ma lo scienziato deve conservarsi questa recetlività collo studio costante, e guardar.si bene da quel difetto, da cui talora non vanno esenti i più profondi pensatori, di ripudiare a priori tutte le opinioni e le asserzioni altrui. I. G. FICHTE, Sulla n1issione del dotto I • \ Biblioteca Gino Bianco •

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