REGIME DI POPOLO • Perchè non dovremmo parlarci chiaro anche fra noi ? L'unità del Fascismo vuol essere unità morale, la quale non esclude, anzi implica, varietà e dialettica di motivi e di sforzi. In parole più povere, ubbidiremo agli ordini delle gerarchie superiori, in quanto l'unità del comando è una delle nostre volontà più decise e chiare; ma il vigore del comando si arricchisce delle ·forze di chi deve ubbidire, e queste forze sono approntate dalla coscienza persuasa. I dubbi e le reticenze non giovano a nessuno. E d'altronde il Cristianesimo è pur nato da questo istinto, che attraverso l'amore deve l'uomo quasi collaborare, per il suo infinitesimo, all'opera di Dio; anche il Cristianesimo, in somma, richiede l'obbedienza attiva e dialet~ tica. Non si meni a scandalo pertanto se noi tentiamo di concorrere con la coscienza nostra alle decisioni che siano per prendere le nostre guide terrene .. Ci domandiamo perchè si voglia rendere elettivo il Senato (in tutto o in parte} e lasciare intatta la Camera bassa. E la risposta ci è for~ nita da una lunga esperienza della coscienza fascista. Il Fascismo ha avuto tendenza ad opporre, fino ad oggi, un principio astratto di autorità ad un principio astratto di libertà. Alla democrazia· ha opposto una tendenza e una specie di nostalgia dittatoria. Ora, se con questo taluno credesse di aver definita una rivoluzione, costui sbaglierebbe. Nell'antitesi democraziadittatura entrambi i termini sono alla nostra coscienza sbagliati. E la soluzione· dell'errore è solo in un termine diverso, che includa.e superi l'antinomia viziosa. Rivoluzione può essere dunque e soltanto la realizzazione del termine superiore, e non questo scampanare fra l'uno e l'altro dei due termini erronei. Il concreto che la nostra coscienza moderna vuole con tutte le sue forze, anche se non sempre riesca a definirselo in parole chiare, è un principio di aristocrazia. Ma per comprendere questa parola bisogna rifarsi dalla parola popolo. Biblioteca Gino Bianco Poichè l'aristocrazia, nel senso bello, classico che fu suo, e che per due volte già nella storia dette a noi italiani la grandezza sul mondo, è essenzialmente popolo. Ma quale popolo? ·Ecco, è qui il punto. Abbiamo subìto per troppo tempo; e passivamente, gl' influssi dello spirito nordico, il quale non ha saputo esser mai altro che feudale o liberale, collettivista o individualista. E anche dove esso ha saputo fondere con genialità i. due elementi, come si vede nella Inghilterra moderna, è sempre da quelli che parte, a quelli che ritorna. Noi abbiamo invece il concetto latino di popolo, da riesumare e da ravvivare: poichè i tempi sono maturi a questo.· Anzitutto, popolo non è moltitudine come . tale; non è massa. E bensì, una personalità collettiva, una moralità, una coscienza, un carattere collettivi. E anche, se vogliamo, un'idea che prima di definirsi chiara a sè stessa si è fatta· stato e milizia. E anche/':una gerarchia, ma una gerarchia di diritto umano e storico, non una feudalità investita dall'alto e reggente per diritto divino. Una gerarchia che è salita ·dal basso, che ha creato un monumento vivo, che lo mantiene vivo. • - Non è detto che questo popolo includa tutti gli individui materialmente coesistenti su un dato territorio. Può anche includerne solo una piccola minoranza: ma questa· è composta di cittadini che sono tutti egualmente cittadini, e che tutti partecipano attivamente alla vita . dello stato per un diritto proprio nascente dalla · loro forza, dalla loro fede, dalle loro tradizioni -individt1ali e familiari. 1 . Mi sembra chiaro che questo concetto del popolo è antidemocratico, perchè esso parte da una f ondaffientale · distinzione fra gl• individui che sono cittadini dello stato in parola, e gl' individui che ai fini di detto stato sono indifferenti. E mentre dai primi ripete la propria stessa ragione di essere, verso i secondi può soltanto lasciare il campo al principio cristiano,
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