... • , \ - 41 - Il Altri procedimenti seguiti nella determinazione dell~ quote di reintegrazione sono quelle delle stime annuali (che .solo potrebbe applicarsi alle immobilizzazioni materiali come edifici, macchinari. ecc.) quello delle quote proporzionali alle ore di lavoro, alla quantità di ~ prodotti e, infine, proporzionali all'utile. Il criterio delle stime è sostenuto, come ho detto, per le immobilizzazioni concrete ed è ritenuto corretto perché si afférma che dei beni reali devesi computare il deperimento, o, come ~icono i francesi ''la deJ>reciation,,.La ragione di ciò va ricercata nel fatto che. si ritiene come contributo del costo il logorio subito da un bene nella misura che si reputa avvenuta nel periodo (dLregola uguale a un anno) nel quale si pro- ~ cede a tale determinazione. Tale criterio è sorretto dalla stima, anzi . dal confronto di due stime che si dovrebber.o istituire per determinare il valore del bene al principio e alla fine di tale spazio di tempo. Ma la stima suppone il valore di scambio ; essa tenderebbe a misurare il valore attuale del bene com~ se nel momento in cui si valuta fosse scambiato. Il criterio riposa quindi su di una finzioµe la quale è lungi dall'essere corretta p~rchè, come la ragioneria insegna, le immobilizzazioni di produzione in quanto sono tali non - possono avere valore di scambio. Comunque non si comprende quale carattere di_verità possa avere un valore di scambio, un valore di mercato, essenzialmente transitorio per sua natura, e fatto in deterrrinato momento, per essere preso come base per· la valutazione di un altro -bene che data la particolare sua àestinazione nell'impresa non può essere negoziabile. Non può parlarsi perciò di stima pei beni che costituiscono le immobilizzazioni pef conoscere i deperimenti da essi subiti in ·termini di · moneta. E non può dir~i anche perchè innanzi tutto. il capitale di un'impresa in genere e di un'impresa industriale in isrecie, é, un fondo di valori come già dicemmo e come ha chiarito correttamente la più moderna dottrina contabile alla quale dobbiamo attinger per trattare dei co-.. sti economico-tecnic1se non si vuol cader in quelle inesattezze in cui a lungo caddero anche~ insigni economisti per l'ignoranza delle dottrine / contabili e contro cui reagi ·primo fra iutti il Fisher un dotto economista che ,fu detto da un nostro-"il gran ragioniere d~ll'economiapolitica,,. Le quote di reintegrazione·delle immobilizzazioni non sono perciò la misura monetaria del deperimento subito dal bene (che, parlando rigorosamente, il deperimento . non può _esser.e .. / monetario ma soltanto fisico) ma non ~ono se unaquotapartedel costomonetario, si badi be- .. o ne, sostenuto dall'impresa quando costituì _tali immobilizzazioni.Ed è proprio quel costo monetario che, lun-gola vita dell'immobilizzazione, , per quote annuali migra dall'immobilizzazione al costo di produzione, o contabile, o totale, o economico-tecnico (1). - Reintegrazione dunque non diretta ma indiretta il cui valore monetario risorge nel valore della produzione a cui l'immobilizzazione , ha contribuito a dare la vita_ Il criterio della stima non potrebbe poi essere applicato per quelle im.mobiliz~azionidi produzione immateriali che. contabilmente diconsi costipluriennalipuri, perchè al loro sorgere la spesa non si trasformò in un bene materiale pur perdurando di essi l'utilità nel tempo. Un altro criterio .caldeggiato dalla pratica e anche conf9rtato dalla dottrina è _quelloche vorrebbe reintegrare le immobilizzazioniin proporzione ai redditi conseguiti in un determinato esercizio. Per essò negli esercizi che han~o redditi lauti dovrebbe procedersi a larghe reintegrazioni mentre a minori, o addiritura nessuna, in quelli ~ei quali i redditi sòno, o esigui; o negati vi. In realtà questo criterio può .trovare qualche ~pplicazione là dove i costi della produzione ✓ non si vogliono conoscere direttamente e singolarmente perché l'impresa non è industriale ; voglio dire nelle banche e nelle imprese mercantili. Ma dové il costo di produzione voglia essereconosciutonellasua mis1:1raelativamente certa ivi tal procedimento è non solo inganne- ( vole ma assomma i difetti di una troppa rapid·a reintegrazione e della reintegrazione troppo lenta mentre assegna al costo contabile confini mal certi, irregolari e mutevoli. ., Non é a· di.re con ciò che in pratica non -- sia mol.to seguito ; anzi é forse uno dei più usati. Ma l'essere accettato dalla pratica su vasta scala specie nelle imprese che non so- · gliono determinare i costi con . le valutazioni , ' di conto ma con procedimenti extra-contabili, . · non prova affatto che esso sia eccellente. Anzi il largo favore che accoglie é da ricercarsi piuttòsto in ciò che gli amministratori di Società lo prediligono in quanto permette di fare - ampie svalutazioni nei periodi-di florido reddito e di non farne affatto quando esso diverrebbe, ove si procedesse alla reintegrazione, o esiguo o addirittura negativo. _ ~ . Ma reintegrare in proporzione agli utili • e solo quando essi vi siano é un criterio er- • roneo il quale si fonda sull'errato concetto che i costi delle immobilizzazioni debbano ri- . (1) Per la distinzione di questi costi v. "Il costo di produzione,, (Sera del 5 gennaio, in questa raccolta)• • ' .. - . ,, .. - I I
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