Vita Nova - anno I - n. 10 - ottobre 1925

Il destino di potenza. Signori! lo credo fermissimameinte nel destino di potenza che aspetta la nostra giovane nazione. E tutti i miei sforzi, tutte le mie fati che, le mie · ansie, i miei dolori sono diretti a questo scopo. Da che cosa deriva mai in me questo senso di fiducia, d'incrollabile fiducia? V'è qualcosa di fatale nell'andare del nostro popolo. Pensate al cammino percorso duré:lnte un secolo; pensate che i primi moti per I' indipendenza italiana sono del 1821, che l'insurrezione fascista è del 1922. In un secolo abbiamo realizzato dei progressi giganteschi. Oggi quiesto movimento è accelerato, è accelerato dalla nostra volontà, e tutto il popolo partecipa a questa immane fatica. V.inceremo perchè questa è la nQstra precisa volontà. Il Governo si considera come 'lo Stato Maggiore detla Nazione, che si af fatica nell'opera civile della pace. Il Governo è insonne perchè non permette che i cittadini siano dei poltroni ; il Governo è duro, perchè considera che nello Stato non abbiano diritto di ,cittadinanza i nemici dello Stato (bene!) ; il Governo è inflessibile, perchè sente che in questi tempi di ferro solo le volontà inflessibili possono marciare. Tutto il resto è nebbia, che si disperde ai primi raggi del sole. Signori! Ho finito ; perchè voglio dimostrare la mia simpatia al vostro ilBiblioteca Gino lustre· Sindaco imitandolo anche nella tacitiana espressione del suo discorso. Noi ci separiamo dopo ' . . . . un ora vissuta in una comunione indimenticabile ; partiamo con nelI' animo un vibrare di sentimenti profondi: il Risorgimento, la guerra, la Vittoria, il Fascismo. Tutto ciò è nel profondo del popolo, tutto ." . ., ' . . c10 esiste, tutto c10 e matena viva e vitale della nostra storia. In marcia, o milanesi, figli della città che assomma in gran parte le sorti d'Italia. Il marcia, e non fermiamoci fino a_che le ultime mète non siano raggiunte. Il Duce conclude il suo discorso di scatto con un gesto vigoroso e tutto il pubblico si abbandona a una nuova manifestazione di entu:- siasmo, mentre la musica suona Giovinezza. Accomp_agnato dal Sindaco, dal[' on. Balbo, da Arnaldo Mussolini e da altri si avvia rapidamiente per una porta laterale e sale nel foyer dove dopo una brevissima sosta esce sulla terrazza. La piazza della Scala presenta un colpo d'occhio magnifico. Essa è gremita dii cittadini che gridano a gran voce i loro evviva a Mussolini. Dialogo con le folla. Dopo aoer salutato èon la mano, il Duce si r.itira ma il clamore è eJJorme; la /olla reclama due parole sue. A Ila fine cede e dice : Cittadini, perchè siete così esi- • . genti 55 Voci: Perchè vi vogliamo booe ! da pretendere un supplemento al discorso che voi non avete ascoltato ma che voi leggerete ? Voci : E' la vostra voce che vogliamo sentire ! . - Milano oggi ha dato la do-. cumentazione dei sentimenti che vi.brano nell'anima sua, senti,menti di devozione al Governo fascista; sentimenti di fede incrollabile nei destini del Fascismo. Noi siamo tanto forti che possiamo permetterci il lusso, non dico di perdonare a coloro che ci hanno per lunghi mesi calunniati ingi1 ustameinte, ma di ignorarli in questa giornata di profonda comunione fra capi e popolo. Bisognerà che tutti coloro i quali si illudono e colti .. vano nel segreto dei sogni pazzeschi, si convincano che ormai il . cantiere -. E' chiuso! si urla dalla folla. - No, risponde il Duce, lavora ed è proi1 bito l' Ìingresso alle persone non a-cldette ai lavori ! (risa prolungate; ride anche il Duce). Voci: Viva il capomastro ! (risa). E condurremo la nostra quotidiana fatica sino al giorino in cui sulI'alto dell'edificio non isseremo ii tricolore trionfale dell' Italia più grande! Grandi applausi salutano le parole del Presid'ente che si ritira e dopo pochi m,inuli lasda il T catro dirigendosi alla Prefetfura . . Redattore responsabile : IVO LUMINASI Bologna - Stabilimenti Poligrafici Riuniti

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==