Vita Nova - anno I - n. 10 - ottobre 1925

r <ligi dello spirito ebbero la loro me- . 1avigliosa primavera. Per noi italiani è importante ricordare che, senza il rifiorire delle idee di libertà e di indipendenza, che furono gettate sul mondo dal grande ventilabro sanguinoso agitato da Napoleone, probabilmente non avremmo trovato il fermento primiti,vo per poi arrivare all 'indipendenza delila Patria. Amm·etto quindi che per tutta la prima metà del diciannovesimo secolo il liberalismo sia stato un 'idea-.forza. Oggi non lo è p:Ìù, perchè le condizio- . ni di tempo, di ambiente e di popolo sono prondamente mutate. Un'altra idea-forza è quella d·elle rivendicazioni socialistic1 he ed anche essa è al declino. Tutto quello che fu pomposamente chiamato socialismo scienti.fico non è che un rottame, e un rottame è la concezione enorme, teatrale· e grottesca di una umanità divisa in due classi irreconcilia·bili, rottame è la miseria crescente e la concentrazione del capitale, q~aindo si assiste a un processo precisamente contrario; rottame infine è l'idea della palingenesi sociale. Poi c'è stata un'esperienza : la esperienza russa che è stata la pietra tombale messa sui rottami di I queste dottrine. C.i troviamo di fronte a delile degenerazioni di queste idee. Il Fascismo le rinnega, superandole~ , La forza del F ascis.~o consiste in ciò : ohe esso prende da tutti i program.mi la parte vitale e ha la forza di realizzarla. L'idea cen;.. trale del nostro movimento è lo Stato; lo Stato è l 'o~ganizzazione politica e giuridica del'le società nazionali e si estrinseca in una serie di istituzioni di vario ordine. La formula per lo Stato. La nostra formula è questa : tutto nello Stato, niente al di fuori dello Stato, nulla contro lo Stato. lo credo che la polemica politica in lta·lia si avvierebbe a un diverso svolgimento se ci si rendesse conto di un fatto, che, cioè, nell, ottobre del 1922 non c, è stato un cambiamento di Ministero, ma c'è stata ibliot ca • 1no anc ) VITA NOVA . la creazione di un muovo regime politico. Parlerò chiaro su questo argomento. Questo regim~ P?liti':o .parte ~a un p•resupposto 1nd1sc~t11b1le . 1ntangi,bile : la Monarchia e la Dinastia (tutti i presenti, in piedi, fanno u.nagrande maniJestazio-nea_l grido di viva il Rei. Per tutto 11 resto si tratta di istituzioni che non erano perfette qu~ndo sorsero e che oggi :Iosono di meno ancora. Signori ! L'Italia del 1925 non può indossare il co~tumino ~he andava bene per il piccolo Piemonte del 1848. Lo stesso Cavour all'indomani della promulgazione dello Statuto di chiarava che esso era rivedibile, modificabile, perfezionabile. Di che male abbiamo sofferto noi ? Di uin prepotere del Parlamento. Quale il rime,dio ? Ridurre il prepotere del P~rlatnento. L~ grandi soluzioni non possono· mai essere adottate dalle assemblee, se le assemblee non sono state prima convenientemente preparate. Una battaglia o è vinta da un generale solo o è perduta da un' assen1blea di generali. Dovete ancora considerare che la vita moderna, rapida e complessa, presenta continuan1ente dei problemi. Quando in regime liberale sorsero le nazioni m-oderne, esse a~evano aHora dieci, quindici milioni di abitanti, e piccole classi politiche, ristrette, prese da un numero determinato di famiglie, con una speciale educazione. Og,gi 1, am1 biente è radicalmeiite cambiato. I popoli non po,ssono più attendere ; sono assiUati dai loro problemi, sospinti dalle loro necessità. Queste le ragioni per cui io metto il potere esecutivo iin prima linea &a tutti i poteri dello Stato ; perchè il potere esecutivo è iI potere onnipresente e onnioperarnte nella vita di tutti i giorni della N a- . z1one. V'ha di più : il regime fasci sta ' si è diffuso ·e di:Iatato in tutta la Nazione, e non è più soltanto un Governo. Sono settanta provincie, sono settemila Comuni, sono ottocentomila tesserati, sono ,due milioni di contadini e di operai, sono trecentomi 1 la militi. .. .... / Le nostre mète . Signori I . ' Questo regime non puo essere rovesciato che dalla forza ·( bene, bene, applausi). Coloro che cre~ono di poterci sbancare con le pie: cole congiure di corridoio o con dei fiumi di inchiostro più o meno sudicio, si disingannino; i Ministri passano, ma un regime ~~to da u_n~ rivoluzione stronca tutti 1 tentativi di controrivoluzione e realizza tutte le sue conquiste. Quella c-he si chiama la rotazione dei porta,fogli I non esiste più, e, quando domani dovesse ricominciare, non potrebbe svolgersi che nell'ambito del Partito Nazionale Fascista (bene/). Milanesi I Otve andiamo noi in questo secolo ? Bisogna porsi delle mète per avere il coraggio di raggiungerle. Il secolo scorso· è stato il secolo della nostra indipendenza. Il secolo attuale deve essere il secolo dalla nostra potenza (bene/). Potenza in tutti j campi, da quello del:Ja materia a quello dello spirito. Ma quale è la chiave magica che apre la porta della potenza ? La volontà disciplinata. Allora, voi vi rendete conto come oggi I' lta:Iia realizzi il piodigio di vedere, dopo un secolo di tentativi, di guerre, di sacrifici, di martirii, il popolo italiano che entra sulla scena della Storia, e . prende la coscienza dei suoi destini. Non è più la popolazione, come un secolo fa, divisa in sette Stati. Diventò popolo; poi il popolo, attraverso il sacrificio de'lla guerra, diventò Nazione. Oggi la Nazione si dà la sua ossatura giuridica e politica e morale, e diventa Stato. Siamo omnai alla cima perfetta. Tutto questo ci impone dei rudi doveri e un alto e consapevole senso di responsabilità non solta·nto collettiva, ma individuale. Ognuno di voi d.eve considerarsi un soldato; un soldato anche quando non porta il grigioverde ; un soldato anche quando lavora, nell' ufficio, nelle officine, nei cantieri o nei campi ; un soldato •legato a rutto il resto del- }'Esercito ; una molecola che senh! e pulsa coli' intero organismo •

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