Documenti della -storia del Fascismo .. Nel III anniversario d·ella Marcia· su Roma 11 discorso del Duce del Fascismo alla Scala di .Milano lllustre seootore, Milanesi! Sono molto commosso per l 'ono-- re che -mi tributate in questo momento; sono toccato dalle parole con le quali voi, illustre senatore, avete accompagnato il dono e vi ringrazio di avere avuto l 'ama1 bilità di ricordare le mie scarse benemerenze per la vostra città perchè io già le avevo dimenticate (si. ride). E le avevo 1dimenticate perchè, più che a ricordare il passato, sono intento a preparare I' avvenire _(oive acclamazioni). Per quello ohe concerne questa grande e potente città, io ho affrettato la soluzione. di talune questioni che, con un elegante luogo comune, si dicono annose; appunto perchè passano da un anno ali' altro o passavano da un anno ali' altro senza mai giungere ad una conclusione. Ed ho l'immodestia di dire che quello che ho fatto per Milano l'ho fatto, lo abbiamo fatto, per tutta l'Italia ( calorose ovazioni). Se guardo indietro .a questi tre anni · di dura fatica e di pesante responsabilità, io ho la coscienza tranquilla, perchè sento di aver fornito una mole imponente di opere alla Nazione (applausi). Non voglio dire che tutto que·llo che è stato fatto sia pe11fetto. Ma come potrebbe esserlo? Pensate che i,n tre anni abbiamo preso non meno di tremila misure di ordine amministrativo, politico, legislativo. Voi intendete anche che, se avessimo dovuto sottoporre ognuno di questi provvedimenti alla discussione ed ali' approvazione di un' assem1blea parlamentare composta di 535 rispettabili persone, ci troveremmo oggi,a ,non aver concluso nulla (risa, approvazion-i). Vi è qual~uno che rimprovera al partito dominante di aver imposto una disciplina rigida alla N azione. E' vero. Lo riconosco e me ne glorio. E' una disciplina di stato di guerra. Mi direte : ma la· guerra è finita, ed è finita vittoriosamente con u,na splendida vittoria deH' ottobre-novembre del 1918. lo rispondo che è fi,nita la guerra milit.are, ma la . . . guerra, 1intesa come comp~t1z1one di popoli nell' arengo della civiltà mondiale, continua (scroscianti applaui.~i). Frontiere sacre. Vi sono tre ordini di ragioni che im,pongono questa discip,lina. Ragioni di ordine politico. Un uomo di governo deve essere vigilante e.d attento, inon solo ai discorsi che si pronunciano nelle cerimonie ufficiali, ma anche a tutto ciò che si elabora nella massa profonda dei popoli. Vi sono ,de1 lle correnti altrove che non si rassegnano ancora al ,fatto compiuto delle nostre ,frontiere. Bisognerà dire una volta per tutte, una volta per sempre, che, se vi sono frontiere sacre, sono quelle che abbiamo raggiunto con la guerra •ed aggiungo che, se domani queste frontiere fossero minimamente in gioco, io pregherei S. M. il Re di snudare la spada: (La folla acco~ glie queste parole con una dimO'-. straziooe Jantastica che si prolunga per qualche minuto. Tutti i presenti in piedi acclamano entusiasticamente). Vi sono delle ragioni economiche che impongono la disciplina. Noi non abbiamo motivo di nascon- . derle. Abbiamo attraversato ed attraversiamo un periodo di difficoltà Biblioteca Gino Bianc di ordine finanziario. Le supereremo, ma dobbiamo rendercene conto e .dobbiamo reagire con una solida disciplina interna ed esterna a tutte le tendenze che ci condurrebbero al facilonismo: dobbiamo salvare la nostra moneta e, per salvarla, non bisogna aumentarne il volume (approvazione). Fina1 lmente ci sono delle ragioni di ordine morale. Per troppo tempo l'immagine del popolo italiano, riprodotta aH'estero, era quella di un piccolo popolo disordinato, tumultuante, irrequieto. Oggi l'immagine dèl popolo italiano è fondamentalmente diversa; e, quel che più conta, ,il popolo ;italiano 11ella sua massa profonda della città e de·lle campagne è perfettamente consapeivole della necessità di questa disciplina e resiste a tutte le suggestioni ed a tutti gli eccitamenti degli uomini del 1 l' antico regime. E questo è il segno della prof onda maturità raggiunta dal popolo italiano ( vivissimi applausi). Idee di ieri. Non dovete credere, o milanesi, che tutto ciò sia effetto di consideIazioni di ordine contingente, IIlO. Ali fondo c'è un sistema, c'è una dottrina, e' è un'idea. Quale ? Si è detto che il secolo diciannovesimo ,è stupido. Non accetto questa definizione. In -genere _non ci sono secoli stupidi od intelligenti ; oserei dire che, come in tutti gli irndividui, ·me compreso, intelligenza e stupidità sono intermittenti (si ride). Mi rifiuto d.i chiamare stu- .pido un secolo, nel quale dominatrice della civi1 ltà mondiale è stata l'Europa, durante il quale le industrie, le arti, la scienza ed i pro- \
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