Vita Nova - anno I - n. 10 - ottobre 1925

\ RECE.N·SIONI. GIOACCHINOVOLPE, Momenti di storia ifa- . _liana, Firenze, Vallecchi, 1925. Gli scritti pubblicati in questo denso volume del massimo storico, che rltalia abbia ai nosNi giorni, si riferiscono a due momenti della vita mentale di lui : il primo che va dal 1904 al 191 e il secondo dal 1922 al 1925. Come nell'altro suo vo~ume Medio Evo italiano pubblicato pure dal Vallecchi, il Volpe qui ripresenta quegli scritti suoi che chiariscono e approfondiscono la tesi a lui mo~1:o cara che dentro l' informe mondo romano-cristiano-germanico è la rivoluzione di una nazione italiana che nasce e s•individua. Il che egli ha cercato di dimostrare con ampiezza, sicurezza e profondità di dottrina, benchè egli si preoccupi un po' troppo della struttura economica della storia, la quale certamente è un fattore indispensabile per intendere gl,i accadimenti umani, ma non è il solo. Di ciò ha piena coscienza il Volpe che critica spietatamente tutti quegli storici che sotto il paludamento della sociologia a del materialismo storico si fermano alla considerazione dell'homo oeconomicus, avvolto dai ve~i di uno schematismo che vorrebbe sembrar ricco, mentre non è che vuoto ed inconcludente. Ma quando si tratta di determinare tutta la complessità di taluni avvenimenti storici il nostro insigne A. si lascia prender la mano dal pregiudizio economico e riesce a delineare tM determinato avvenimento come un insieme di azioni e reazioni, più o meno vivaci, di fattori economici. L'agitarsi delle idee rel,igiose, poLitiche, filosofiche è accennato, ma ,non svil,t1ppato. Donde quel senso di insoddisfazione da cui è preso il lettore di quesbi eccellenti saggi del Volpe. l.a forza espansiva della nazione italiana è solo veduta nel . campo di talune attiviità pratiche, e però nulla riusciamo a sapere di tutti quei movimenti spirituali, che culm1inano nel sec. XIV e XV e produrranno quella attività culturale, che caratterizza m modo eminente il nostro magnifico Rinasoimento, 11 quale, è vero, nasce dentro \e viscere stesse della società italiana che si rinnova alla fine del Medio Evo, ma rappr~enta un accadimento grandioso che giud-ica il Mèdio Evo e lo supera. La declinazione economica e politica dell'Italia non è dovuta nel periodo del Rinascimento al~a formazione del letterato puro, che non ~i occupa di affari e sta fuori del,le correnti vive del pensiero del popolo, bensì al c,rescente sviluppo economico e politico delle altre nazioni, che fatte esperte dagli stessi italiani, erano riuscire ad ottenere un predominio economico e politico. Anzi, se si volesse andare proprio in fondo, ne1la struttura economica e politica dei Comuni è da ricercare la causa vera e pmma di quella • decadenza che il Volpe delinea da par suo. Il mistico corpo che era la società e la cultura del Medio Evo era attraversato da potenti forze disgregatrici, che ebbero nelle Signorie la loro espansione più concreta. Ma, a parte queste Diserve ed altre che non è qui il luogo dai accennaire, la lettura dei saggi del Volpe riesce di grande profitto, perchè essi aprono profondi spiragli attlìaverso cui possiamo scorgere tutto il travaglio dell' Italia nostra per costitm•rsi come nazione dagl1i albori del M. E. fino a.I 1870, anzi fino al 1915-18. GIUSEPPE SAITrA PERICLE DUCATI, Etruria Antica, Milano, Paravia, 1925; 2 voll. L. 24. Uno dei più bei libri che siano usc1h quest. anno in Italia è l' Etruria antica del Ducati. In esso, la profonda e vasta competenza del dotto va unita con un' efficacissima chiarezza divulgativa. Per la prima volta in questi ardui studi, creduti così aridi dai profani, un pregevolis&imo materiale archeologico viene vagliato. raccolto in una robusta sintesi e preparato a entrare nel.la vita spirituale di tutta la parte migliore della nazione. Come l'opera del Brizio sulla civiltà preistorica d'Italia fuse il materiale frammentario delle ricerche fin allora compiute nelle stazioni delle caverne, delle terra,mare e degli Umbro-latini, e ricostruì la vita e, in parte, le vicende di quell'epoca crepuscola,re della nostra storia, così questo libro del Ducati - discepolo del Brizio, alla cui memoria egli ha dedicato questo lavoro -· rie!oabora e fonde gli stµdi parziali, quasii inutili a chi non è proprio dell'arte, su questo o quel monumento, su questo o quel- }'oggetto o frammento trovato, e riesce aila . . . ' . . ' ricostruzione p1u convincente e p1u compiuta che oggi si possa avere della v,ita, dei costumi, delle vicende di questo popolo misterioso, così importante non solo per la conoscenza dell' Italia preromana, ma anche per la storia dei primi secoli di Roma. Precede la descrizione geografica e geologica de!1la regione che fu teatro di questa civiltà ; segue, alla fine d'ogni volume, un cor.redo di tavole, 1 , alla fine del secondo volume, una cronist6ria delle scoperte e degli studi d •antichità ~trusche, un indice topografico dell'antica Etruria, coi nomi e con la posizione dei centri etruschi .e con la descrizione somm,a-ria dei monumenti che vi sono stati scoperti, un indice di tutti i musei d'Italia e ~ell'estero che conserv·ano antichità etrusche, e un ~ndice delle materie per la consultazione : per tutta 1•opera soccorre una ricchissima e, credo, completa bibliografia. Biblioteca Gino 1anco Dopo avere stabilita la provenienza degli Etruschi dall'Asia, l'autore ne esamina la scrittura. enigmatica, e dà conto dei vari tentativi, finora riusciti vani, di decifrarla .. Ma se questa lingua è rima,sta muta forse per sempre, dopo la dispersione e la decadenza di quelli che la parlarono, il dotto e l'artista sainno arguire lo stesso dai monumenti escavati almeno quali fossero la religione, la vita pubblica e privata, i ceti della cittadinanza, le industrie, le scienze. l'arte e le vicende storiche di questa na- . z1one. Questo popolo, che Erodoto dice venuto daLl'A-sia Minore sulle coste del ma-r Tirreno, donde si sarebbe diffuso per l'Italia. da sad a nord ; che Dionisio d •Alicamasso dice indigeno d'Italia ma differente da tutti gli altri popoli della penisola; che il Frér_t nel '700,· e poi ai nostri giorni il Niebuhr e altri fanno d,iscendere dai Reti, dalle Alpi Retiche, ha lasciato le proprie necropoli p:.-r un territorio che va dalle Alpi alla Campania. F1 ra le varie opinioni intorno alh. provenienza degli Etruschi, il Ducati accredita quella di Erodoto. Gli Etruschi s.~- rebbero venuti in ltali,a circa rotta .ro secolo a. C .. Dalle coste del Tirreno, si diffusero nell'interno, verso nord, vennero a contatto con la civiltà Villanova, o Umbr.1 - detta ViHlilnova dalla necropoli del prEdio Gozzadini, presso Eplognat dove il tÌf>:> di questa civiltà venne riconosciuto con certezza la prima voha, negli scavi del 1853 - la vinsero e la sottomisero ; valicato l' Appennino fondarono una città dove ora è Mar - zabotto, conquistaorono la città villanoviano. - di cui restano tracce nei fondi di capanne - che essi chiamarono F el1Sina·, !">i estesero per la pia,nura del Po, donde vennero poi dispersi, alla fine del V secolo,. dall'ir,rùenta invasione dei Galli, e respinti ► in parte, nelle Alpi Retiche, dove isolatl imbairbarirono. Questa sommania descrizione non può cer - to esonerare nessuno dalla lettura. Le cos~ qui esposte sono appena il nome e l'indice di ciò che nell'Etruria antica si t,rova arricchito di tutte quelle proprietà che rendono proficuo e di vasto respiro uno studio di questo genere. Si tratta di più che d'un lavoro tecnico, da riassumere nelle conclusioni. Non solo ai dotti di questa materia, ma a tutti gli uomini colti importa conoscerlo. E anche al popolo. Credo anzi che d'ora in poi bisognerà tener conto della presenza di questo efficace istrumento; per arricchire la coltura nazionale, e specialment-~ regionale, delle scuo,le d'ogni parte d'Italia. e d'ogni grado, anche del grado elementare, dove si dovrebbe insegnare tanta a,rcheolo- _gia quanta ne occorre per far sentire al po- . polo, non foss' altro, la· nobile vetustà dei monumenti local 1 i. GUIDO SANTINI ,.

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