Vita Nova - anno I - n. 10 - ottobre 1925

r scultura. I suoi alunni rivelano, ottime qualità: notere.mo i saggi ,del rumeno V asile che ha uin so·brio ritratto del ,Ministro di Rumeni a. Il corso d~ pittura è diretto da un altro valoroso artista, U:mberto CoIomaldj, che ottiene molto· pro1 fitto, come ci dicono i saggi dell 'abruzzese Spoltore, specie la sua maternità, e de,lle signorine Fortini e J eckevicainte. Dei corsi di decorazione diretti dal Cellini e dallo scultore Giovanni Prini, diremo tutto il bene. Questi due insegnanti si integra,no a vicenda, con risultati palesi. Rammentiamo tra· i loro allievi migliori, il Mastrojanni, le signorine Ca.Ilegaris, ed il giovane de Gasperio. Molto profitto hanno fatto anche i giovani che seguono il corso di ornato, diretto da Vittorio Grassi. Si tratta di fregi, condotti con quella precisione di segno e quella gustosità di colore che tanto distinguono• l'arte del Grassi. Sotto Ìa sua guida si studia anche l'acquaforte e l 'acquatirnta, con risultati ottimi, specie in alcune stampe del lvlastrojanni, di 1Ma-riaCandela, di Vittoria Callegaris. Non è pos·sibile, attraverso questo de da.Io di sale e salette, notare tutto, esaminare tutto. Diremo soltanto che la scuola di architettura, !Jotto la guida dei professori Fo•schini, Magni e de Carolis, dà frutti eccellenti, e che non meno buoni &utti danno la scuola di decorazione plastica diretta da quel grande artista eh' è Duilio Cambellotti, la scuola di figura modellata, cui presiede 1 'il.lustre scultore Ermenegildo Luppi, ed il corso di figura, tenuto da Giovanni Costantini. La Società degli A,matori e Cultori di B. A. di Roma, bandisce, per l'anno 1926, la_sua 9za espo1 sizione. Essa cercherà di aggruppare gli artisti di alcune regioni in modo da comporre delle unità fuse nel'la armonica .linea di urnambiente. L'Esposizione conterrà una mostra di architettura, una di bozzetti scenografici ed una di acquarelli. Essa avrà .anche ricche sezioni di Bianco e nero e di arte decorativa. L '.esposizione si aprirà in febbraio e si chiud,erà in maggio. Essa avrà· ibli teca Gino Bianco VITA NOVA sede nel Palazzo di Via Nazionale, di cui occuperà tutto il primo pia: no. La Presidenza ha facoltà d1 orgainizzare qualche mostra specL~- le, se consentita ,dallo spazio d1spo,nibile. Essa si riserba di invitare artisti di riconosciuto valore. . Le opere saranno sottoposte a]la Gimia che sarà composta di sei mem ... bri, due pittori, due scultori, uin rappresentante dell~ arti decorative e un architetto. Due terzi di tale giuri~ sarà no1n:nata 15 giorni prima della scadenza del termine per la consegna delle opere. Il Consiglio direttivo nominerà gli altri membri. Gli artisti non residenti a Roma voteranno con lettera raccomandata che dovrà pervenire alla Segreteria non oltre i,l 15 gennaio 1926. Le opere esposte devono essere originali e in numero non maggiore ,di due per ogni sezione. Esse si dovranno notificare non oltre il 15 gennaio 1926. Gli artisti, inon SOCi o non invitati, dovranno, ali' atto della notitfica, pagare una tassa di L. 20. Sono a carico degli espositori le spese di trasporto di andata e ritomo delle opere, ma non quelle di imballaggio e disim·ballaggio, e, sul porto godranno eventuali riduzioni. Al coUocamento provvederà esclusivameinte la apposita commissione, tranne che per le nostre speciali. Qualsiasi comunicazione dovrà essere fatta esclusivamente alla Segretaria della Società degli Amatori e Cultori di Belle Arti, Palazzo della Esposizione, Via Nazionale, Ro:na. A cura della Presidenza sarà pùbblicato un Catalogo .illustrato. Sulle vendite sarà prelevato dalla Socie,tà il 15 per cento, amebe se l'opera sarà venduta direttamente dall' artista. T aie ·percentuale è ridotta al 1 O per cento per i soci. Di tainto in tanto qualcuno ritorna a parlare del ·Museo della città di Roma, che dovrebbe sorgere nella Capi,tale. L'ultima volta 'fu, se non erro, -l'anno sc-0rso, quando un voto ,del'la A:ssociazione kl!ei Cultori di Architettura indicava Villa Mattei come sede più adatta ali' erigendo Museo. Ma, da allora, non se ne è fatto nulla, al solito. Eppure un Museo che raccog_liesse quanto serve a mostrare la diversa configurazione nei· tempi della Città Eterna, ogni ricordo che, comunque, ad essa si riferisca, dovrebbe essere asasi più interessan,te del ·Museo Camevalet esistente a Parigi, ed è strano che in tanto tempo non sia ancora sorto.. A Roma bisogna sempre vincere molti scetticismi, molte diffidenze, molte celate invidie, e chi riesce a con- . durre in porto qualche cosa è bravo. Fin dal 1911 di ciò si era occupato,, in qualità di Assessore per le Belle Arti, sotto la Amministrazione Cruciani Aliprandi, il conte di San Martino ed alla cele·bre, per quanto sventurata mostra di quell'anno giubi'1a1e, ne vedemmo . . un saggio, quantunque necessariamente irncompleto. Poi cadde la Am.ministrazione Comuhale, e il Blocco, che la surrogò, ebbe altro da pensare e da volere per la sfigurazione non per I' incremento della città. Il ·conte di San Martino proponeva a sede del Museo t il .Palazzetto degli Anguillara, allora non ancora sede della Società Dantesca : l 'A.ssociazione dei Gul,tori di Architettura proponeva Villa Mattei, che ci sembra più indicata. Ma nè l'una nè l'altra,. per ora, ospitano nulla. Eppure, ripetiamo, bisognerebbe pensare sul serio alla attuazione di una idea simile. li materiale, per quanto oggi iin parte disperso, non manca. Basterebbe pensare alle stampe numerosis·sime della Roma sparita, di . . . cui anni or sono venne organizzata una piccola e riuscita mostra alla Farnesina, per iniziativa del pi,ttore Carlo Doudelet, e agli acqua- ~elli di Roesler F ianz che figurano 1n quella mostra e che seguono, si può dire passo per passo 'lo sviluppo della città nei secoli. E vi sono .le stampe del Piranesi, quelle del Pinelli e di altri incisori fino ai moderni, che varrebbero la pena di scegliere e conservare in u::1 ambiente di speciale significazione. lnsom.ma un Museo della Città di Roma occorre pensare s~l serio a darcelo. Sarà una piacevole sorpresa per gli stessi romani. ARTURO LANCELLOTTI ...

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