può essere senza una distinzione, non sol•tanto di termini, ma reale ? F~ se il conoscere non è semplicemente un esplicare ciò che già è presupposto, ma un produrre un mondo effettivo di esperienza, come vien fuori que·l principio del- ]' essere, eh' è un principio non soltanto gnoseologico, ma metafisico? Il volumetto è, in og1ni modo, di grande interesse. A. CARLINI ~ LETTERATURA ~ U. FRAJCCHIA Non so bene ; ma mi pare di aver sentito qualche voce semindrstinta, che non approva l'arte narrativa di Umberto Fracchia. Umberto Fracchia scrittore ha per me - s'intenda ,bene - uno stato di servizio assai breve. Ha da consumare ancora, o l'ha consumato da pochi giorni, il triennio per la « r~fferma ». I.I Fracchia, di cui parlo, comincia dalla data della pubbli,ca- _zione di « Angela » e finisc;e a quella di cc Piccola gente di città » {Milano, Mondadori). N·el resto egli fu, ed è, un pubblicista colto e bri'llante, come ce ne sono altri e anche superiori a 1 ui. Nei due volumi citati, però, egli ha raggiunto, come nessuno mai in Itali.a, quel culmine di obiettivazione, che fu perseguito dai maggiori ·narratori della così detta scuola naturalista : Da Flaubert a Dostojewski. Eg•li è riuscito a imm,edesimare sè stesso nella sua opera fino a nascondervisi pienamente. Le fi- -gure, che egli plasma, gli episodi che tratteggia, · hanno carattere di apparizione : direi di « storie » in altorilievo, che non sopportano altro commento, ali' infuori di quello, che la loro virtù plastica irradia nelle menti capaci di intendere. In tutti i libri di narrazioni (vere o fantastiche) .chi abbia qualche po' <l' immaginazione ha sempre, leggendo, come dina1I1zi a sè o vicino ali' orecchio l' autore, che, pii! o meno discretamente, fa sentire come in un bisbiglio,· volto a spiegare i fatti o a persuadere della le- • • VITA NOVA gittimità delle situazioni, la sua presenza. A volte, quando il lavoro che ci sta dinanzi è una ottima cosa, la inframetteinza della personalità dell'artista può esserci gradevole e cara ; ma più spesso ci inf asti·disce. « E che m'importa delle tue infirmazioni, delle tue sentenze, delle tue parentesi, delle tue pennel1ate più o ·meno decoratove ? Lasciami in pace, e veniamo al sodo ». Questo o qualcosa di simile ci sorge allora nella mente, impermalita come da una mancanza di rispetto. E il libro, anche se chiuda in sè qualcosa di buono, viene abbandonato prima della fine. Ora se la oggettivazione in << Angela » è già una vittoriosa conquista dell' autore, in questo voi urne cc Piccola gente di città » rappresenta un esempio nel senso più assoluto. Di 1 fatti in cc Angela » c'è ancora, sebbene usato con rara parsimonia e con essenziale sobrietà, qualche tratto di analisi interiore, qualcosa che può servir di trapasso o di connessione, nel susseguirsi degli atti singoli e degli avvenimenti d'insieme ; ma, quando l'autore si affonda nei meandri dell'analisi psicologica, sa di trovarsi al di sotto della luce necessaria a crear forme plastiche ; in una specie di pozzo, da cui possono esser suscitati echi misteriosi e strane risonanze musicali, atte a p·rovocar forti brividi di commozione o di stupore ; ma sa anche che il gioco, protratto, cancella dall' opera ogni valore cc rappresentativo >> e che l'arte, quindi, decade in una sorta di virtuosità d'ordine inferi ore. In questa sua raccolta di I unghi racconti Ulmberto F racchia, sa rivelarsi ,profondo conoscitore del1 'animo umano, pur riducendo quasi a ,niente la descrizione dello stato interiore dei suoi personaggi : po- . . . . ' . veri esseri, r1tratt1 cosi, come se si vedessero ; e rivelanti, in uno scorcio, in un gesto, in una sillaba, in un breve vaneggiamento, nel quale il lettore non perde di vista le cose circostanti, tutta la loro prof onda umanità lirica e tragica al tempo stesso. Come si può facilmente dedurre 1n 1anco 43 da ciò che ho detto, io veggo ~,n Fracchia non un i,nnovatore, ma un pe11efzionatore di una forma d'arte già vecchia. Ma penso anche che, in arte, ogni innovatore - chi sem-idagli bene nelle epoche, che lo precedettero - non è che un perfezionatore ; sempre. << Piccola gente di città n è raccornandabi.Ie ai giovani specialmente : vi impareran:10 una austerità e probità artistica rara a trovarsi nelle opere di . . ogg1g1orno. E qualcuno di questi racconti umanissimi - « Il sonatore di tamburo » per esempio - potrà rimanère, come un archetipo, impresso nella loro memoria per lunghi anni. F. CARLESI Per ragioni assai diverse è da ritenersi una delle opere d'arte narrativa ,fra le più importanti, in mezzo alle molte pubblicate in questi ultimi tempi, il romanzo « Più 1,uce » (Livorno, Giusti) di F erdinando Carlesi.• Il Carlesi è, oltre che un artista, un uomo di lettere fra i più colti e &a i più benemeriti degli studi classici, e romanzi. Si può dire, anzi, che ali' arte, egli si è accostato solo a radi intervalli ; ma sempre imprimendo alla propria opera un suggello di grande nobiltà. Dopo il giovanile volume ,di ver-· si, e dopo le prime scaramucce nel cenacolo « Medusa », ove ebbe compagni Borgese, Provenzal, C·hiarelli ed altri, egli parve ritirarsi dall'agone per dedicarsi a opere da erudito. Ma dallo studio sulla· novella picaresca e poi dalla lettura di Luciano e dei cinici greci, venne, dopo varii anni, fuori il suo li1bro « Menippée », satire amare e comiche al tempo stesso, in cui soprattutto fu rivelato il perfetto stilista. Tempo fa - subito dopo la guerra - il Carlesi pubblicò un piccolo li,b·ro e< Parole mortali », una specie di confessione lirica, che ha passi veramente stupendi. Ora è la volta di questo e< Più luce », scritto, evidentemente, per accostarsi a un pubblico più vasto di quello, a cui il suo istinto aristocratico si era finora rivolto. •
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