Vita Nova - anno I - n. 10 - ottobre 1925

salda. Salutiamolo romanamente, e leviamo a .lui il nostro più possente alalà : il triennio si compie, colla più grande realizzazione, eh' è la più grande conquista. Com'è sorto lo Stato ·nuovo, che CQS 'è ? Il processo formativo è stato rapido, vibrante,. risolutivo. Un orizzonte più netto si disegna. L'era della preparazione è finita. Non resta, ora, che la più nobile fatica, que·lla che ci deve animare in ogni istante pe-r la maggiore conqui.sta, che è volontà di disciplina e di lavoro e .fede di potenza nazionale. La rivoluzione del '22 aveva operato un atto energico, aveva rovesciato un vecchio ordine, aveva violentemente instaurato oo regime fresco, giovane, esuberante. Sul principio s'è compiuto, diciamolo pure, un'opera distruttiva. Mentre, infatti, d~ un lato si preparava la . . . . '- conquista vera, s1 compiva, c1oe, la trasformazione spirituale, si creava la nazione, eh' era stata fin lì violentemente calpestata, dall' altro, contemporaneamente, secondo una .logica ineluttabile, si smantellava l'ordine de~ vecchi regimi, si distr:uggeya u~ mond<?vecchio, che, pertanto · opponeva le resistenze più forti. Questa è stata la prima battaglia, battaglia vinta, decisamente. Il secondo p•eriodo è stato segnato dalle prime nuove leggi fasciste : leggi parziali, a1 lcune, senza dubbio, d' importanza · decisiva, ma, non pertanto, volte a sistemazioni di casi singoli, dettate dalla contingenza deill' ora nuova e perciò non complessiv~, non radicali. Il t ' • • • • terzo tempo s e 1n1z1ato oggi : superbamente, cori un'audacia ed una risolutezza, che ha sbigottito gli avversarii e li ha, decisamente, messi al bivio: o arrendersi o scomparire. Il nuovo Stato Fascista li annuHa, li assorbe, per l 'affermazione, che compie del più alto ideale nazionale : .I' ideale, che vuol creare uno stato compiuto, forte, organicamente disciplinato, entro una s(era di comp·etenze e di valori. Questo Stato ora è : l'era della riforma è giunta! Governo e Partito, attraverso le due superbe assisi del Consiglio dei Ministri e Girio VITA NOVA del Gran consiglio, han posto mano ali' opera. :Riassumiamola, brévemente. *** L' ideale fascista dello Stato è imperativo, categorico, rigido. Non annulla .i valori i,ndividuali, anzi li sublima ; non annienta le libertà singole, ma, anzi, le celebra; non assorbe come un mostro tutte le • competenze, ma vuol soltanto regol~rle. lnsom,ma, per il Fascismo, lo · Stato è, sì, di tutti, nel senso che tutti lo compiono, lo realizzano ; ma deve e vuol essere innanzi tutte Stato, potere supremo, d'irigente di tutta la vita pubblica, garante di tutte le libertà e di tutte le conquiste, di tutti i diritti, purchè i doveri sian compiuti. Lo Stato, fin ·qui, era spezzato, disorganizzato, frantu~- to. Occorreva riordinarlo, ,farlo forte davvero, e ·forte, non già secondo un vecchio utopistico mo'1ello reazionario o patel'lnalistico, ma, anzi, proprio secondo le più recenti esperienze di tutte le classi e di tutti i ceti, secondo la più viva immediatezza, dalla storia dettata e affermata. Questo è stato lo spirito i1 n1ofrm·atore della riforma, che ha imm~ssa neH' ordine, nella disciplina tutti i gangli dellà vita pubblica, per -meglio regolarli, per meglio farli vivere de'l,l'armonica e rettili riea passione, c:he deve uniforma-re la cita del popolo, che vive nello Stato, per lo Stato. La prima ri-f~r·mariguarda gli enti autarchici, gli enti amministrativi. ,f inòra questi avevano una loro vita autonoma, libera, liberissima. l·l controllo prefettizio era debole . . e, se mai, arrivava sempre troppo tardi. In realtà, sotto il pretesto ammi,nistra.tivo la più aquisita politica si faceva proprio qui e con quali lotte e ~on quanta ·passione disgregatrice, si sa. N.e accennammo, sufficientemente, i.I mese scorso. A che mira, ora, la nuova legge ? A questo : a dare ai prefetti, rappresentanti veri e proprì dell'autorità centrale, poteri più ampli ; a far sì che le lotte politiche Ìntestine scompaiano; a dich~arare, a pri~ ri, ineleggibili, ne' consessi ,minori, quei cittadini notoriamente appartenenti a partiti soversivi ed antinazionali; e a stabilire, tout court, I • ne' centr~ minori, là dove più grande è la difficoltà de-Ha scelta de• capi che sian ad!l'tti, oo istituto irre~ vocabile, pratico, capace, al di sopra dei partiti e delle fazioni : i.I Podestà. Questa figura è una vecchia gloria italiana. Non facciamo a nessuno l'offesa ài illustrarla. Il Podestà sarà, dunque, ne' comuni, che abbiano una popolazione minore di 5000 a·bitanti; e in quegli altri dove la insufficienza e la persistente incapacità e faziosità de' partiti renderanno utile l'istituzione di un capo siff a.tto. È un'offesa alla libertà ? Tutt'altro, invece : è la vera celebrazione, questa, della libertà nell 'ordinè, che consenta a tutti di lavorare, di proficuamente operare~ ,., Lo Stato deve, prima d'ogni altra cosa, provvedere, i,n una sana disciplina di ordini, a permettere ed ammettere il diritto al lavoro, alla produzione. *** Quest' è un .altro punto. Che cos '·è il diritto al lavoro, il diritto del lavoro ? . Nè più nè meno che questo : dare un ritmo ooico, una disciplina unica a coloro. che vogliono lavorare. Anche qui che inversioni, che rivoluzione I Contro il principio della lotta di classe, deprimente gli spiriti e l'economia della nazione, il fascismo aveva già affermato il suo principio sano, che si .fonda •sul concordato, evitando le scosse dannose che al paese provengono dagli scioperi frequenti e dalle oupidigie delle due categorie in lotta. Non ,bastava : occorreva anche qui unificare, far sì che tutti potessero e dovessero lavorare .entro lo stesso ritmo, entra la stessa disciplina. Così il Grain Consiglio Fascista ha delibe- ~ato, dopo un accordo intervenuto tra i dirigenti la Confederazione dell'Industria e i capi delle Corporazioni, il monopolio del sindacali,smo fascista; e cioè l'obbligo, da parte di entrambi gli organismi, di non riconosc,ere, nelle contese d'ei ,lavoro, ·se non rispettivamente, l'altro dei due. Le organizzazioni ros~e e tutte le altre minori son restate fuori : fisse nei loro propositi combatti vi, sul terreno econo-

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