VITA NOVA cettò il posto offertogli dal Monde. Egli dovette affron ... tare l'intricata matassa delle lotte tra whigs e tory che resero così difficile l' alba dell' impero vittoriano, men ... tre iniziava la sua vita - dal Mazzini preavvertita - il radicalismo, terzo partito inglese. Mazzini scrisse infatti sovente alla madre, del duro studio che gli pro ... curavano le sue corrispondenze; ma certo egli dovette ad esse se potè così profondamente e così presto impa ... dronirsi dello spirito britannico, che poi seppe arare con l'idea della libertà italiana. Ad un certo punto gli giunsero voci che il Pistor direttore finanziario del Monde, era u:h agente della Prussia. Prima ancora di esserne completamente edotto, scrisse alla madre nel 19 di maggio (Ed Na... zionale, voi. XIV): cc Continuo a scrivere pel Monde, ma da quanto m'hanno scritto, temo voglia durar poco: v' è un pasticcio che non intendo bene ... (quello del finanziamento prussiano): Lamennais è dunque probabile che si ritiri e i buoni con lui ». Così il giornalista-missionario avallava, senza nulla sapere, le intenzioni dell'uomo « che amava e stimava anzi ogni altro in tutta quanta la cristianità ». Mirabile comunanza di spiriti! Della corruzione giornalistica da parte dello straniero ha purtroppo larga esperienza il nostro costume, .adulterato dai T eoplitz d' ogni risma e d' ogni tempo. E sappiamo che nemmeno gli scandali più clamorosi riescono sempre a demolire giornali e giornalisti. Sull'affare Pistor neppur oggi si può dir nulla di sicuro: ma bastò il persistere del sospetto di corruzione, perchè Mazzini prima e poi Lamennais, si ritirassero dal giornale. E fu la fine: il 14 novembre 1837, il Monde cessò le sue pubblicazioni. Ma ormai Mazzini non poteva rinunciare al « mestiere » che, com' è noto, si abbarbica nell' animo di chi lo ha esercitato una volta, come un vizio o una passione. Fu egli stesso a sollecitare dall' amico Melegari un incarico di corrispondente da qualche giornale svizzero. E lo ebbe dall' Helvétie; ma senza ricevere un soldo e con moltissime amarezze. Il direttore Leresche giungeva perfino a togliere la sigla « J. >> con la quale Mazzini sottoscriveva e con la quale questi vo- -leva rammentare la collaborazione prestata a giornali svizzeri dopo l'infelice spedizione di Savoia. Le cor-- rispondenze ali' Helvétie furono soltanto tre e compar ... vero nei numeri 1 settembre, 3 novembre e 29 dicembre 1837. Il Maestro fors' anche perchè sinceramente ammirante del costume politico e morale inglese, si rivolse con insistenza a periodici della stessa Inghilterra. Ma questi articoli non si possono riguardare come parte dell'attività di un corrispondente dall' estero: ed è fortuna. Perchè invece di occuparsi degli avvenimenti inglesi, il Mazzini ne approfitta per parlare lungamente dell' Italia ali' Inghilterra. fino alle celebri quattro lettere sullle condizioni e sull' avvenire d'Italia pubblicate sul Monthly Chronicle nel 1839. • Bib ioteca Gin • 1anco · Furono quattro battaglie vinte pe~ la ~a~~a i~aliana. Se altra volta ci fermeremo sull att1v1ta d1 Mazzini come scrittore di lingua inglese, non è però fuor d' opera rilevare uno stupendo articolo _dell' aprile del · 1839 sullo stesso Monthly Chronicle, dedicato a Lamennais. Così il suo antico direttore al Monde fu presentato al gran pubblico inglese ed una formidabile battagl~a fu combattuta contro il papato, in nome della religione e di un prete. Dovr~ ~arei la nost~a letteratura storica un saggio su Mazz1n1 e Lamenna1s, figure per tanti aspetti sorelle, ma io credo che_ l' interessante studio non potrà che provare la sove_rch1antegrande~za dell' Italiano. Il prete francese arriva alla repubblica ed alla libertà dello spirito attraverso le più atroci delusioni: egli si reca entusiasta a Roma e s' inginocchia dinanzi a Leone Xl I per esaltare la Chiesa, madre della famiglia umana; vi torna supplice e con la corda al collo per invocare pace e pietà da Gregorio XVI~ l'avvinazzato portiere delle Somme Chiavi. E so~o ~ quando Roma gli appare l' inviolabile tomba del cristianesimo, egli si rivolge direttamente a Dio e proclama che la sua Chiesa è il popolo. Mazzini che nutre gli stessi ideali, che fonda il suo Stato sulla religione, che prega amore e poesia come il Cristo, Mazzini s' affaccia alla vita e l' abbandona sempre eguale a se stesso: giovane rivela ali' Italia la religione novissima « Dio e il Popolo »; vecchio assegna a Roma la sorte di un nuovo universale dominio anticattolico; morto è presente, più vero e più giusto che mai, ogni volta che l ~ Italia rinasce. Ma egli giustifica· Lamennais, come un San Paolo sulla via~di-ADamascoe ne ~ddita la gigantesca figura agli inglesi, mentre Gregorio XVI gli lancia la scomunica. Or dunque Mazzini, che appar subito grande e sicuro come un profeta, è, al paragone, Cristo. E mentre l' Italia, oggi, gli ubbidisce e ne ricerca l'insegnamento, l'articolo sul Lamennais, è, come ogni altra sua voce, di attualità! Così, sopratutto, la dimostrazione che lo stato dev' essere religioso, presupposto di ogni costruzione sociale. Così l'insegnamento che si può anche credere - come a lungo credette il Lamennais - nella Monarchia restauratrice e ostentante la sua 9rigine popolare e nazionale. Così è vero lo spunto interpretativo che Mazzini dà della filosofia rivoluzionaria e che esclude ancora una volta il tentativo sacrilego di gabellare il Maestro come un sovversivo_: « progredire non è cangiare; progredire è vivere;· la vita del genio consiste appunto nell' assimilarsi parte . delle grandi manifestazioni sociali dell' epoca ». Così è vero, finalmente, che l'avvenire va guardato co~ v<?ltos~ren~ e fidente, per amare che siano le delus1on1 dell oggi, perchè discouragementis only disappointedegotism: « lo sconforto non è se non egoismo deluso». . Po~ti~mo dunque ogni giorno, italianamente, un alito d1 lieta speranza nel cuore di tutti. ARMANDO L-ODOLINI ,,
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