Vita Nova - anno I - n. 10 - ottobre 1925

VITA NOVA temente reazionario: il Sonnino, il Pelloux immensa-- mente reazionari; il Crispi peggio degli altri. Colpa principale del Crispi, secondo lui, l'avere sciolto i fasci creati in Sicilia dal Defelice nel principio della sua vita politica, in cui tendeva ad un esagerato estremismo. Basta ricordare quei mom~nti tanto terribili per la Sicilia, che, da un istante ali' altro, poteva essere insanguinata colle più feroci stragi, per avere un'idea esatta di questi fasci creati dal Defelice, che il Giolitti immensamente lodà nel primo volume delle sue memorie. Il Direttore Generale della pubblica sic-u-- rezza chiedeva con grande urgenza lo scio'glimento di questi fasci; e il Giolitti lo tolse dal posto che occupava, negandosi ad ascoltare quell'onesto fuiizionario. Fortunatamente, al Ministero Giolitti, il 15 dicembre 1893, successe quello del Crispi. Se fosse retato a capo del Governo l'On. Giolitti, la storia moderna della Sicilia conterrebbe pagine terribili da far rabbrividire: diecine di migliaia di famiglie patriottich~ sarebbero state màssacrate, e intieramente distrutte. L'On. Giolitti accusa il Crispi, quasi di volgare reazionario, per avere reso questo grande servizio alla sua isola natia, ed all'Italia, come anche all'umanità. L'On. Giolitti insiste sempre, nel suo primo volume di memorie, in questa sua accusa contro i migliori deputati che, in quel tempo, sedevano alla Destra, al Centro ed anche qualcuno alla Sinistra, ed esalta l'opera sua, dopo i dieci anni che era rimasto lontano dal potere. Per· fare esattamente conoscere gli attacchi calunniosi e le audaci difese, con cui riempie le sue memorie, continuo a valermi del sistema che ho tenuto per far conoscere il contenuto dello scritto dell'On. Malagodi. Uno dei punti nei quali si trovano questi attacchi calunniosi e queste sue difese, è il capitolo sesto, portante il titolo: Da Adua agli eventi del 1898. In questo capitolo l'On. Giolitti dice che una grande crisi morale e materiale travagliava il paese; che gl' intendimenti reazionari, con l'uso dei mezzi più violenti, furono .più espliciti e diretti nella politica del Crispi; che il Rudinì ed il Pelloux furono spinti nella corrente della politica conservatric·e e reazionaria piuttosto contro la loro volontà, dalla forza· dei fatti e delle cose; e sarebbe ingiusto non riconoscere le difficolt~ delle condizioni a cui si trovarono ripetutamente di fronte. Su queste affermazioni del Giolitti si può chiedere: dunque i fasci creati dal Def elice in Sicilia che il Giolitti non volle sciogliere e che avevano scopi di anarchia rivoluzionaria, diventarono per lui una grande crisi morale e materiale che travagliava il paese. E l'opera patriottica del Crispi in difesa dello Stato, e particolarmente della sua isola natia, . diventò intendimento reazionario con l'uso dei mezzi più violenti. Il Rudinì ed il Pelloux furono vittime del Crispi. Così il grande reazionario, il grande delinquente è il Crispi; ed ognuno ha il diritto di domandargli perchè volle far parte del Ministero Crispi del 1891 come Ministro delle finanze e tesoro? • ino Bianco E seguit~ndo. I 'On. Giolitti .di_ce, l '~ff~cciarsi di nuove dottrine politiche, quali 1I soc1al1smo, che facevano presa sulle folle tanto nelle ci~ che. nelle campàgne, creavano indubbia.~e!1te. nuovi gr~v• problemi, sia economici che pol1t1c1di ~on. f~c1le..sol~- zione, e che preoccupavano le ..~lassi dmgentI e il Parlamento; e dice che non dubito un solo mo~ento, che la loro retta soluzione non potesse ottenersi, che col mantenimento dei principii liberali. Così egli confessa .che !a grande crisi, ~ora~e e materiale, che travagliava 11 paese, era_ l agitazione creata dai partiti rivoluzionari, e per pro·vvedere a questa agitazione credeva utile la libe~. Du!1qu: secondo Giolitti, lo Stato non deve d1fenders1 dai · partiti rivoluzionari, dai par~iti che vogli~no d~s!ruggere il regime che il paese s1 è scelto; dai part1t1 ~h_e vogliono impiantare il bolscevismo. Secondo lui il rimedio per tutti i mali, per tutte le agitazioni contro lo Stato è la libertà; e perèiò egli inveisce contro Crispi ··che negava la libertà ai nemici della Patria. .. Crispi dunque, secondo il Giolitti, aveva torto a volere impedire che l'Italia dopo il suo risorgimento fosse distrutta dai rivoluzionari. A queste conclusioni portano logicamente le sue misure di Governo. Eppure Crispi faceva meno, còntro i partiti antinazionali, di quell<;>eh-e fa oggi Benito Mussolini · per salvare la patria dai grandi pericoli che la minacciano oggi più facilmente, dopo la completa libertà data da Giolitti e dagli altri Governi ai suoi nemici. L'On. Giolitti non inveisce contro l'On. Mussolini. Anzi gli vota a favore. L'On. Giolitti insiste a chiamare nel 1 ° volùme delle sue memorie aspirazioni popolari le congiure contro lo Stato, cioè contro l'esistenza dell'Italia; confonde sempre le popolazioni italiane coi partiti rivoluzionari; afferma che i grandi uomini del tempo del primo risorgimento d'Italia rendevano la pace al paese senza togliergli la libertà; e che, per sostenere la politica reazionaria e violatrice della libertà, il ricordare que~ti uomini era un tentare una delle più audaci falsificazioni della storia, e ardiva conchiudere che i reazionari, cioè Crispi in prima linea, non appar- . tenevano alla :-,cuoia politica del Conte di Cavour; ma a quella dei Governi di quella politica, che Cavour aveva abbattuto nel 1859 e nel 1860. Non si può scrivere peggio per denigrare la memoria di un grande italiano come il Crispi. Per continuare, il Giolitti, ad esaltare il suo sistema di Governo che egli chiama liberale e che io accuso . ' come sistema antinazionale, letale per la patria, accenna alle gra!1di masse popolari, che per lui sono la gr~nde maggioranza del popolo italiano, accenna alla piccola borghesia, tutte ostili ai Governi reazionari; accenna all'esercito che non diventerebbe mai u!1o strumento di oppressione della libertà; e aggiunge che questi Governi reazionari non avrebbero neanche potuto contare sul partito clericale; e aggiunge ancora, che. questo movimento reazionario sarebbe ~tato costret~o a restringere il suffragio ·eletto1 aie. E infine conch1ude· dicendo che la politica della rea-

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