Vita Nova - anno I - n. 10 - ottobre 1925

I ( r ., - COME SI REDIME UNA REGIONE .. \ La grande .bonifica del ferrarese . . « La prima città moderna d'Europa», cosi fu chiamata Ferrara ai bei tempi degli Estensi. E mai fama fu più meritata. La patria di padre Savonarola e di Giovanni Bentivoglio, dello Strozzi e del Guarini, che accolse Petrarca, il Tasso, Ludovico Ariosto ed il Bojardo, e conobbe gli splendori della bella duchessa Eleonora, del duca Borso e di Lucrezia Borgia, nel Medio Evo e nella Rinascenza, emanò tanta luce di pensiero e tanto fulgore di art~ da poter ben essere all'avanguardia di tutte le altre. Ma se gli uomini la resero celebrata, le acque le furono nemiche. Non sempre, in verità: per lungo tempo anzi potè sfrut-- tare la grande via d'acqua padana ritraendone rie .... chezza: ma ·la Serenissima che mal sopportava la rivale vittoriosa anche nelle armi, sbarrò il Delta del Po e l' industria ebbe termine. Da allora si iniziò la decadenza di Ferrara che finì per precipitare allorchè gli Estensi, a causa della loro eccessiva prodigalità, si alienarono le simpatie dei sudditi e dovettero cedere la signoria al Legato di papa Clemente VI I I. La munificenza e l'amore per l'arte però ha fatto sì che ancor oggi la silenziosa e austera città va famosa per le opere pregevolissime. E non solo entro le sue mura. Anche lontano, anche fra le paludi. Nel VI se.... colo sorse l'Abbazia di Pomposa, che ospitò Santi, Imperatori e Re, e Guido Monaco, Giotto, Dante; voi potete ammirare ancor oggi gli archi, le colonne e i capitelli romani, egiziani, bizantini, ravennati; gli affreschi ~i Giotto e tutto il tesoro dell'arte che il tempo ha potuto sfiorire, I' incuria degli uomini lasciar danneggiare, ma non fare scomparire. E recentemente, a fugare l'errore che voleva attri .... buire al ferrarese una recente fede di nascita, sono stati rinvenuti nel suo sottosuolo cippi funerari in tufo e traccie di una colonia romana e. - come afferma giustamente Luigi Fano (1 ) - fors'anche di una antica città. Infatti oltre ai numerosi cocci di vasi di terra cotta e di vetro, alcuni .dei quali in ottimo stato, si sono trovati sepolcreti con anfore e monete e grossi tronchi d'albero con le radici tuttora abbarbicate al suolo e gli avanzi di tre grandi pozzi e anfore e quanto ha egregiamente descitto per queste pagine L. Laurinisch. Sono testimonianze decisive, per quanto non ve ne fosse bisogno : abbiamo dagli storici la illustra-- zione ampia, particolareggiata. Il ferrarere Riesbaldo, ( 1 ) LUIGI FANO ... La grande bonificazioneferrarese (Stab. Tip. F er-- rarese, 191O). · ino, Bianco nella sua operetta De origine urbiam italiae, dello scorcio del XI Il secolo, parlando di Ferrara afferma che dopo quasi duecento anni (dopo Venezia) parec-- chi popoli nel luogo che si diceva Massa di Babilonia vicino al Fiumicello. chiamato F errariola fra i limiti del Po, costruirono la città dì Ferrara. Poi due altre città sorsero in Italia: Alessandria della Paglia e Aquil8 in Abruzzo. Ed il Manini Ferranti spiega ed illustra più particolarmente (Storia di Ferrara, 1808): « Sopra alcuni dos.5i ·di queste antiche paludi abitavan dapprima i Pelosgi indi gli Etruschi, poscia i Galli Cisalpini, e dopo d'essi i Romani. Assai prima ' dell'Era cristiana vi fu su d' essi una città chiamata · Spina, poche miglia al disotto dalla terra d'Argenta ; e nel primo secolo e forse più addietro un Foro di Alieno pel terreno medesimo, ov' è piantata adesso la nostra città, e un Vico Arentino il quale in seguito fu volgarmente detto Voghenza, città antiche l'una dopo l'altra miseramente distrutte. Monumenti di Voghenza vono stati scoperti in passato e di recenie un monumentale sarcofago che giace ancora in loco». Evidentemente, adunque, il territorio ali' epoca romana era emerso: certo lo era ancora nei secoli XV e XVI, quantunque già acquitrinoso: poi la vita e la civiltà di un popolo sono scomparsi : le acque hanno preso possesso della vastissima zona seppellendo e intristendo una regione fertilissima e minacciando, col continuo abbassamento del terreno, anche le superstiti popolazioni. E allora si iniziò la gigantes.ca lotta fra l'uomo e gli elementi. Lotta gigantesca se si pensa eh' è durata quattro .secoli e al nemico implacabile che si doveva combattere e all'estensione del terreno da salvare: 545 Kmq.! Ed ogni tanto una rotta tremenda riduceva al lavoro di Sisifo la fatica immane: e mentre la crosta terrestre lungo il litorale Adria-- tico, dall'Istria (punta di Sdobba) sin presso Rimini, sprofonda va lentissimamente ma inesorabilmente, il Po s' interrava e cercava altrove il suo corso. Da un vecchio atlante, messo all'Indice per certe e~pressioni J?OCoriguardose contenute nella prefa- ~1one verso 11 Pontefice, e perciò rarissimo, (e ch'è 1n possesso della Biblioteca Comunale di Bologna), si puo osservare come il Po passasse per Ferrara dove, alla Punta di S. Giorgio si biforcava nei due rami di Primaro e di Volano. Nel 1152 e nel 1192 si ebbero ~ue rott~: a sinistra del fiume la prima, a Ficarolo I altra e 11Po si aprì a settentrione un nuovo corso che a poco_a poco assorbì il maggior convoglio delle sue acque interrando il Po di Ferrara, in modo che , ...

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