Vita Nova - anno I - n. 10 - ottobre 1925

L·A-POE.SIA DEL FA.SCISMO \ Sono più anni, e segnatamente questi tre ultimi dopo la perentoria marcia su Roma, che · le riviste, i libri, i giornali del partito liberale - il partito che, come si sa, s' ingorgiava a promotore e tutore della coltura in Italia - lamentano con larghi gesti e amarissime la,., grime la morte della poesia. Dopo la generazione venuta su fra_il 1860 e il 1880, ahi! non un solo poeta nè grande, nè piccolo, è apparso a raddolcire col canto gli spiriti esacerbati delle nuove · generazioni. Partiti di questo secolo i due o tre superstiti della vecchia guardia, il silenzio del deserto si stenderà su l' intera penisola, e l'Italia non avrà più alcuna voce canora, merlo, rosignolo o cuculo, che ne attesti la gloria nel,., l'uccelliera delle nazioni. Se non che le vecchie prefiche della poesia hanno dimenticato alcuni piccoli fatti, che dovrebbero frenare alquanto il profluvio della loro tendenziosa amarezza. E prima di tutto, che i suoi critici appunto, sia per invidiosa malafede, sia per inguaribile ottusità del senso estetico, hanno cercato di svalutare quasi tutta la grande arte degli ùltimi cinquant'anni, fin anco quella del Pascoli, un poeta fra i più origi,.., nali e penetranti d' Europa, il quale fu deriso come un mestierante inesperto. In oltre, gli uomini di quel partito non hanno mai fatto nulla per promovere una r:niglior conoscenza della nostra letteratura in Italia non che ne' paesi d 'oltr 'A\pe, scrollando scetticamente le spalle a' tentativi degli altri, col pretesto che la coltura non si esporta come una merce. Quasi che, per citare due soli esempi, l'immensa diffusione della poesia e dell'arte italiana in Francia tra il Cinquecento e il Seicento non fosse anche dovuta a Caterina e Maria de' Me,., dici, che popolarono la loro corte d 'artisti italiani, e l' introduzione del romanticismo te,., desco in Francia, massimamente ad un libro di madama di Stael, l'Alemagna. Finalmente, dov'è oggi il paese che abbia un grande, un vero poeta? Romanzieri e comBibli teca Gino • 1anco mediografi ce n' ha forse qualcuno, più bizzarro che geniale, a un dipresso come tra noi; ma il poeta dov'è? La Francia, per ricordare il paese più prossimo a noi e quello a cui la nostra poesia ha chiesto lume ed esempii nella seconda metà del secolo XIX, è costretta a bruciare tutti i suoi incensi sotto il naso di Paul Valéry, un artificioso ed oscuro compie,., ciatore di logogrifi· in rima, del quale ha fatto giustizia un critico fiero e sincero, eh' è anche .. un ardente poeta della patria, Alfredo Droin, l'autore del C répe étoilé, il più commovente poema ispirato dalla guerra delle nazioni .. Ciò tutto vuol dire che la ragione di questa scarsità della grande poesia va ricercata non già semplicisticamente nel fervore sportivo di cui sembra accesa la gioventù del dopoguerra, ma in antecedenti spirituali molto piu serii e complessi. Lo spirito umano è sempre, per sua natura, lo stesso, con tutte le sue attività e tutte le sue funzioni, pensiero, atto, fantasia. Non c'è filosofo, per quanto astratto, che non sia anèhe uomo pratico: lo stesso Socrate d'Aristofane smette di contemplare le nuvole e fugge, quando Strepsiade gli mette a fuoco la casa. Non c'è uomo d'azione, per qu~nto temprato, che sia sordo del tutto alla poesia: Napoleone amava, d'udire i versi recitati da T alma. • *** Ciò non ostante, così negli individui come nelle 11azioni accade che a ;,olta a volta, per cause di differente natura, una facoltà si po-- tenzii con energia di gran lunga superiore alle altre: d 'onde la distinzione, sia pure empirica, ma vecchia come il mondo, di poeti ed artisti, filosofi e scienziati, statisti, agitatori, guerrieri, esploratori, uomini d'azione, e così via seguitando; d 'onde la. varia rinomanza fatta a certe nazioni e a certi periodi storici, per cui si suol diré che la Germania è dotta e l'America è pra-

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==