Vita Nova - anno I - n. 9 - settembre 1925

• ,, ED 72:s:.... Così la Francia. Essa aveva ,cominciato con molto impegno la sua politica italiana al principio del ~300 e poi dovè rallentare lo sforzo perchè distolta dalle guerre con gli Inglesi ; riprese quella politicp nella seconda metà del '300, la arrestò ancora e poi ancora la riprese dopo che, vinti gli Inglesi, ebbe le mani libe- ' re. Comincia a notarsi lo stretto nesso fra i rapporti anglo-fr,ancesi e la politica della vicina Monarchia verso l'Italia : quel nesso che· ancora dura. · Questa marea che sale non trova argini che la trattengano. Viceversa : dall' ltaiia partono sollecitazioni e richiami. Anche la penisola é in travaglio di assestamento, tanto più grave e tormentoso in ·quanto vi manca un centro ~oordinatore e direttivo. C'é anche qui un Regno, ma ombra vana, poichè lo sviluppo delle città quasi a liberi Stati e la presenza dei Papi lo avevano annullato. E poi le sue basi sono fuori della penisola, in Germania. Grave di conseguenze era stato per noi, nel X 1seoolo, il passaggio definitivo dèlla corona regia a dinastie straniere ! La sua vita, perciò, , si svolge senza freni, secondo il libero gioco delle sue· varie forze : nobiltà contro signori, disperate resistenze di Comuni ancora liberi, guerre per ingrandirsi e· conservarsi, sforzi egemonici, coalizioni per l'equilibrio. Il dualismo Firenze-Venezia, Venezia-Milano, VeneziaNapoli, Napoli-Roma, domina la politica italiana del XIV e XV secolo. Sono in giuoco .... essenzialmente interessi territoriali e commer~ ciali, con a volte qualche coloritura ideale -o dottrinaria, qualche mito.. Così, Firenze si atteggia a rappresentante e tutrice di 1libertà re- . pubblicana, di fronte ali' assolutismo e, starei per dirli, « milit~rismo » visconteo. Non man-. ca qualche preo:cupazi,one degli spiriti più illuminati, per il co~une pericolo che minacciava tutta la penisola, la indipendenza di tutti, _di fronte alla crescentt! ittva~enza degli stranieri. Ma é poca. cosa. Nell'insieme, tutti conoscono pQCO le condizioni vere dell'Europa. I letterati vedevano, fuori della penisola, solo dei « barbari » ; i .mercanti inclinavano a considerar fannulloni, incapaci· di mettere in I • e ... ::, valore le loro ricchezze, gli stranieri con cui essi avevano lucroso commercio ; oratori e ministri guardavano la povertà di quei Principi e pensavano che, in fondo, essi non avrebbero avuto i mezzi per fare una politica risolutiva in Italia. « Il denaro nerbo- della guerra », si diceva e ripeteva da tutti : e la f, ase era accettata nella stta gretta materia,lità. Più urgente guardarsi dai vicini. Francia e Spagna, si diceva a Firenze, sono uccelli che mai si posano a lungo ; ma Venezia, se afferra, non lascia..... . Viceversa, compiuta la unità iberica, Ferdinando il cattolico si volgeva risolutamente all'Italia. Liquidati gli inglesi, sistemate le cose di Borgogna e Brettagna, Carlo VIII saliva in arcione alla testa dei suoi cavalieri irrequieti e la flotta francese scioglieva gli ormeggi. da Marsiglia. Qualche anno innanzi aveva ancht co chiuso pace con Massimiliano imperatore. Altro fatto i1nportante ! La politica 1 francese verso l'Italia, come era condizionata I non poco dai rapporti Francia-Inghilterra, così anche dai rapporti Francia-Austria. Così è stato fino al XIX secolo, fino al 1918 ! Il nuovo Re parla di difesa della fede, di missione divina da compiere, di riforma della Chiesa da effettuare. Sul vessillo che garrisce in· testa ali 'esercito, vicino al giglio di Francia, stà scritto « volur.tas Dei » e « Missus a Deo ». Anche Carlo Magno era venuto in Italia a difesa della S. Sede contro il Regno, ormai nazionale~dei Longobardi ; anche Carlo d'Angiò, · per la « libertà ecclesiastica », contro il Regno : svevo di Sicilia, pur esso nazionalizzato. Era la « civiltà e la giustizia» di quei tempi ! Tutti ne inalberano di siffatte bandiere di significazione universale ; ma nessuno, mai, come .Ja .Francia di tutti i tempi ! ';i inaugura così il sessantennio della vasta contesa che ha . ' in Italia il suo centro ed ha l'Italia a ~copo primo_ e massim<'. Dapprima, solo Francia e Spagna ; poi entrano nel giuoco Impero, Svizz~ri, l'urchi. Al margine, anche l'Inghilterra che comincia ad interessarsi delle cose del- . l'Europa tutta quanta, ora che, cacciata dal suolo francese, ha acquistato una libertà d' aI .. ( I • ,, ,. I ... •

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