Vita Nova - anno I - n. 9 - settembre 1925

Ai tempi del diritto di vino queste ed altre cose avrebbero avuto un lieve sapore d~ agrume e forse il popo~-o avrebbe pensato che il buon Dio dei Re si sarebbe trovato a disagio tra la reginett3 cattolica e il luterano nipote della Zarina di Russi3., così come il R. Commissario di Roma non ha saputo nel manifesto alla cittadinanza, rivolgere un augurio al Principe d'Assia. Roma, sede del diritto cattolico, ha inteso forse il rammatico per 1• incompiuta ceri- • 1 • • morna re.1_g1osa. Ma fuori di Roma, nella i:r:>vincja libera e forte, nel Piemonte fortissimo, t~tto questo non ha avuto la minima imp0rt3nza. La reginetta che è andata all'altare è apparsa come la più gentile e la più rappre- ·sentativa delle fanciulle italiane, null' a~,tro. La presenza di Mussolini, ministro e no- -taro, ma sopratutto fascist3., ha consacrato ancora una volta la nuova funzione eh· egli ha assegnato alla Monarchia. Per un caso fortunato, due matrimo:ii d'amore ne hanno cresimato il risultato. Ricordate? Due anni fa Jolanèa di Savoia sposava d'amore un semplice combattente. Il foco 'are domestico Tiscaldava con la vecchia legna paesana la stanza del trono: i diritti della famiglia prevalevano sugli interessi del fasto regale e dimostr.avano che la nuova Italia aveva ripreso. il culto di Vesta. Niente divorzi, niente facezie intorno al matrimonio italiano : ecco il segreto della nosrta potenza famigliare. Molto amore e molt-i figli: ecco il segreto della nostra potenza di stirpe. L'amore : ecco il cemento che eguaglia il popolo alla Reggia e dà blasone di principe ad ogni combattente. Jn . questa sanità e in questa santità è i~ miglior ·credo fascista. Ieri Mafalda restaurava la tradizione fastosa e i diritti del sangue regio. E' nella "linea fascista anche questo, poichè il fascismo non tollera mancamenti alla dignità e violazioni alla gerarchia. Perchè il Fascismo vuole che concorrano alla restaura- -zione de1la Patria, tutte le forze, compresa queHa çlell_a tradizione, e tutte le 1naestà, compresa quella del Re. Perchè il Fascismo, che non è mai nautrale, esalta o di- ·strugge. Noi siamo veramente dispiaciuti che le leggi sul~a stampa consiglino tanta prudenza agli avversari ; perchè ci han fatto perdere l'occasione di divertirci su qualche scema invocazione alla cc tendenzialità » del Fa- . so1smo. E• appena necessario rilevare ,:he un partito ali' opposiizione è sempre tendenzialmente repubblicano e che il Fascismo voleva risolvere il problema istituzionale nel senso di fare della monarchia uno strumento di ·grandezza nazionale. E questo strumento - per molti innegabili versi convenienti al nostro per,iodo storico - nelle mani di Mussolini funziona a meraviglia. Credo che nessun repubblicano in buona fede potrà nega,re che fino al 1922 l'obbietti va del pensiero mazz,iniano è stata la Monarchia in quanto libera~e e cavurrina. La Monarchia è oggi in camicia nera; sparisce automaticamente l'obbiettivo mazziniano immediato e resta il capolavoro di Benito Mussolini su cui si può intessere un altiro periodo di realizzazioni storiche. VITA NOVA T ant ·è vero che i repubblicani sono cosl'retti ad abbandonare l\1azzini per Marx, per sfugg.ire al ridico lo di combattere il Re come un tiranno da burattini. Noi - anche nei riguardi delle persone - pensiamo che il Re che volle a Peschiera la difesa del Pi,ave sarebbe stato a Parigi un neg;)ziatore mig~iore di Oriando il piagnone. E per un tiranno numismat,ico, non c'è male. Nè queste conclusioni ci sembrano ·nutili mentre il leone d'Italia dimentica il tripudio della reg,Ìnetta per guatare snnnac~hioso oltr~ le nebbie autunnali. Schieramento dei Partiti. Il probl~ma - se pure è ancora tale - della Monarchia, spinge l'osservazione su',lo schieramento dei partiti. Quando ')Ueste note vedranno la luce saranuo in posses:,o del pubblico due notevoli elementi di gi:idizio : il convegno con la Confederazione dell 'indust,r.ia e il C,ran Consiglio Fascista. ivla anche senza conoscerne i risultati, ,noi possiamo qui deliineare i princìpi informati7i e le conseguenze dei due avvenimenti che sono so1tanto sintomi di una situazione che fatalmente matura. Il Fascismo ha suprema necessità di tramutarsi in una rivoluzione proletaria: ecco la formula che· deriva dal- r incontro CO nla Confederazione dell' Industria, anche se i risultati momentanei ne saranno stati modestissimi. Il Fascismo fa dell '~ntransigenza e del così detto isolamento un abito morale che dà carattere di ri vo~uzione a1 regime ed inst:1ura per la prima volta l'educazione po litica. T·utto il resto è retoricume che il nostro ardore fascista non c'impedisce di vedere e di deplorare. Rivoluzione proletaria : sicuro. Il FascisÌno, com· è nostra credenza fondamentale, ha instaurato finalmente in Italia il regno di Dio e del Popolo. Dio, bene o ma~e, c'è. Ma il popolo? Il popolo, nel senso mazziniano, è pure in rapida affermazione: la coscienza r..azionale, ben desta e vigile, la diffusione di un'orgogliosa .italianità, :1 ritorno alle grandi tradizioni della stirpe, ne sono !a prova luminosa. Il popolo però, modernamente, si sfaccetta in un altro aspetto : il proletariato. Parola che fa arricciare il na$0 a tutti gli eroi della sesta giornata che pensano di salvare il panciafichismo nazionale, negando i problemi che travagliano le masse. Come i secoli hanno risolto, con la Rivoluzione francese, e mo~to male, il problema dell'eguaglianza politica, così i secoli risolveranno quello dell'eguaglianza economica. La critica fondamentale che si muove al socialismo è proprio in questa mancanza di un corredo di secoli : tutto ciò che esula da!le possibilità contemporanee, è irrilevante. Negare il socialismo è perciò un elementare dovere : ma negare che da cinquant'anni almeno esiste una rivoluzione proletaria, è abominevole colpa. La rivoluzione proletaria è quella che identifica nel mondo moderno plasmato dal fattore economico, iil proletariato col popo~o : ed è quella che spiinge il proletariato al primo piano per conquistarsi, oltre il diritto alla vita, anche la Patria. In Italia questo ritorno all'esigenza ancora insopprimibile della Patria, r,ittovata dopo l' ubbriacatura di predicatori parricidi, comincia con l'impresa di Libia e si fa ,impoBiblioteca Gino Bianco 55 nente con Rossoni. Se il Fascismo non comprende questia rivoluzione pro~etaria e non la fa sua, non avrà proprio nulla a che vedere co;i r avvenire d. Italia. Si dir3 che esageriamo le conseguenze d, uno scam::>io d'idee con la Confederazione lr!dustriale ve,rtenti su modeste questioni di regolamento di salari. Esageriamo perchè ii sintomo fortunatamente lo vuole. Il Fascismo mostra chia,ramente e decisamente dii saper debellare le org.3111izzazioniantinaziona' i dei lavoraotri; ma bic;ogna che diventi esso stesso un partito dei lavoratori! I D'Aragona, i Buozzi, i Baldesi, tentennanti sul loro sindacalismo classista, provano che il Fascismo è sull3. buona via. Ed ecco perchè, sentendo la minaccia, i massimalisti attaccano il regime anche sulla questione instituzionale ed i repubblicani, pur di non cedere al Fascismo neppure di fronte al~e soluzioni più mazziniane, divengono socialisti ! E non è detto che le varie democrazie liberali, alimentate dalle vecchie e vitali plutocrazie oliga,rchiche, non mantengano le posizioni antifasciste proprio per paura della marcia proletaria. Vi sono molti Ma~-atesta Baglioni nel Fascismo, pronti ·ad aprire le porte ai soccorsi della reazione ; ma la decisa volontà di coloro che capiscono l'importanza della rivoluzione proletaria, attesta che l'anima di Ferruccio è più viva che mai. E noi augunamo in una santa ebbrezza di giustizia italiana, che le Corporazioni fasciste pos-- sano conterire a Benito Mussolini il titolo di tribuno deHa plebe. L •a,ltra formula della politica odiema che scaturisce ancora una volta dal Gran Consiglio Fascista è l'intransigenza. Si dice che r Aventino sia stato travolto dalle defezioni successive dei suoi elementi ~tremii. Ma neppure per sogno ! E' l'intransigenza fascista che gli si è messa dinanzi come uno scoglio e l'ha ma~~mente sforacchiato. ·I più zelanti pompieri si sono stancati di pompar l' acqua e la nave ha fatto naufr-:\gio. Quando una nave si sommerge i pnm1 a gettarsi fuori sono i topi ed i massimalistirepubblicani non hanno voluto venir meno ag1i usi di bordo. Se fosse stata la democrazia, ora potremmo usa,re con più gusto parole al femminile ; ma sarà per un'altra volta. Eppure la sciocca farsa dell'Aventino non deve essere motivo di ce~ia. La vita politica italiana si è per decenni immiserita e depravata nel malcostume dei « blocchi » che raippresentano violazioni al carattere, rinunc-ie ai principii, compromessi e transi~ioni. Il Fascismo ha sperimentato il danno del blocchismo durante il periodo della sua unione con i liberali : non è es.agerato dire che ha corso pericolo di morte, come era forse nelle pie intenz,ioni del signor Salandra. Assunta una posizione intransigente, il Fascismo è ~ppa,rso qual' è : una logica derivazione dal mazzinianesimo che è I' intransigenza fatta sistema. Intransigenza - s'intende - in ciò forma la base della vita : l'idea morale. Se l' ltal•ia si fosse chiusa ,in quest'idea essa sarebbe stata una grande nazione a partire dal 21 settembre 1870. Fu invece il campo sperimentale di tutti i compromessi ed esiliò Mazzini anche neBa tomba di Staglieno. •

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==