r Bi 54 perto di più singolare, sforzandosi di rendersene pienamente conto; ma siccome è, sopratutto, un libro di viaggio, accanto alla deduzione politica troviamo la nota smagliante di color e, accanto alla curiosità d •arte, la gentile costruzione stilistica che ~erma un attimo di commozione e di soave sentimentalità, accanto all'ironica malizia dell'uomo moderno, la reverenza per una civiltà millenaria di cui quelle terre conservano prodigiose vestigia. Le pagine che si occupano del Giappone sono piene degli echi de~l'immane disaistro tellurico dell'anno scorso. Vi si parla del mistero della flotta nipponica. Forse l' orgogliosa flotta della « Germania d •oriente >) fu in massima parte distrutta dall'incendio di nafta, che in conseguenza della terrificante catastrofe, dilagò per una sterminata distesa di acque, ma il governo giappone5e ha fatto del tutto per celare agli stranieri la sciagura navale, ricorrendo persino a mascherare le navi superstiti col nome c~elle perdute. Con molta probabilità questa non dev •essere l'ultima delle ragioni adatte a consigliare una inaspettata moderazione nipponica negli affari del~a Cina ... Ma non è il caso di tentare un• elencazione delle cose interessanti, nuove, gradevoli che si trovano nel libro di cui parliumo. Esso è un ·volume al quale il pubblico italiano deve fare le più liete accog:ienze anche perchè fuori della Patria, Arnaldo Cipolila non ha mai perduto l 'org~glio di sentirsi italiano ed ha cercato, spesso a tentoni ncll' os::urità, i riflessi lontani del buon nome latino sulle vie dei tra'ffìci internaziona!i e su quelle non meno gloriose, sebbene più incerte, della cultura italiana e della civiltà cattolica. TITOMANLIOMANZELLA VITA NOVA MARCELLOBouLENGER: Con Gabriele d'Annunzio (f raduzione di Aldo e Alberto GabrieHi) .- Franco Campitel~i, Editore, Foligno. In questo volume Ma,rcello Boulenger, i~ noto •pubblicista francese, ha riunito tuth 1 suoi scritti che parlano di d ·Annunzio durante la guerra e l'occupazione di Fium~ fino ali' esil:0 volontario di Cargnacco. · 11 Boulenger, am,ico personale del Poeta, abiliissimo scrittore, è riuscito a superare felicemente le difficoltà critiche nell'esporre l '·impres~ fiumana con la narrazione chiara di aneddoti postumi e con la illustrazione assai colorita di « tipi » cl.i legionari quasi dimenticati, su!lo sfondo di episodi drammatiC'i e solenni strettamente legati aiia figura del Cvmandante, la quale g-iganteggia attraverso quasi tutte le pagine. Il d •Annunzio che ci d~scrive Boulenger, sia esso colonnello dell' Esercito Italiano, comaindante la spedizione fium~na o dittatore de~la Reggenza del Quarnaro, è sempre il d'Annunzio gentile e incantatore, squisitamente poeta in quei suoi atti e in tutti i dettagli della ·sua vita privata, pubblica e militare, che abhiamo già conosciuta attraxerso alcune biografie e pa,recchi articoli. Da qualche luce di una sua extra personalità in questa opera spruzza fuggntiva in quei momenti psicologicamente più lontani dalla quiete perfetta e profonda deBa riva del Ga,rda, dove esso « vive in rom1taggio fra gli olivi, i cipressi e le rose », nel momento in cui, ad esempio, come un falco sulla preda attera con il suo velivolo dopo avere fatto una ricognizione sui campi dei nemici, gettando i trofei di guerra e gridando . ... ai camerati il risultato del suo volo. E' però questione di un attimo, e ritorna subito il Poeta ammaliatore. Perciò Boule~ger stupefatto o.arra ~ « Poco fa, un dominatore dell'aria, dii aspetto quasi feroce nella c~sacca severa~ stringea nelle mani fatte g,1gantesche da1 gua-ntoni il trofeo avevrsario, ~ _c~-~Ee mai conosciuta parlava alla fol~a. Ora, quest ·uomo selvaggio entrava in salotto-:-ed era un uffici'.¼lesquisitamente vestito, sottile come un paggio, rilucente di oro ». E più oltre domanda a sè stesso : « E· mai credibile che questo ufficiale in ghingheri sia lo stesso formidabile capo degl,i avvoltoi del Lido? ». Lo scrittore in tutta la sua ·opera non fa che ripetere la sua ammirazione verso questo mag.ico poeta, idolo delle folle e dei salotti raccolti, che r,iuscì ad elett-r,izzare tutto un popolo nella Città Sacra, tanto da potere disporre della sua fortuna e della sua vita. • Il Bou~.angier che oltre ad essere uno dei dannunz·iani più ferventi è anche uno dei pochi « itali2-n~sant », fa una confessione deHa quale si compiace per l'Italia e il Poeta: « Ho sempre rabbrividito udendo Gabriele d' Annumzio parlair dell'Italia. Non è soltanto · il figlio : è l'amante del suo paese ; e 1a sua tenerezza bruciante e condensata gli si sprigiona, direi, dai pori della pelle ». Qu~t •opera sebbene inorganica nei suoi capitoli slegati che saltano éla un periodo ali' altro, è forse quella che meg~io trattegg,i il profilo di d'Annunzio e ne dica l'anima, sullo sfondo degli avvenimenti storici che gli resero la vita avventurosa ed eroica e lo rivelarono veramente un genio. I • QUESTIONI DEL G-IORNO Nozze regali. L •autunno è comé la primavera della politica. Le guerre s · iniziano col caldo per necessità logistiche, ma sono preparate al fresco. Le rivoluzioni, invece, dirompono in -autunno, perchè sono prodotti squisitamente politici. Se lia Rivoluzione Francese porta la data di luglio, il suo vero inizio è otto mesi prima. Ad ogni modo le nazioni moderne hanno spesso la loro « rivoluzione d ·ottobre » e la nostra rivoluzione cla~sica romana è del novembre 1849. Del resto Garibaldi, come Mussolini nel 1922, dava appuntamento ai volontari sulla via di R~ma « per la rinfrescata » : era la parola d ordine di ogni anno, fino ad Aspromonte, fino a Mentana. · Queste nostre rassegne, dunque, rischiano con la loro lenta periodicità, di non poter seguire il dinamismo primaverile della politica autunnale ! Una male intesa gara col lioteca Gino Bi neo passo ,inesorabile del tempo, potrebbe persuaderci al suggestivo mestiere delle profezie le quali contano sopratutto sull' interesse che desta il futuro e sulla po~a. memoria dei lettori. Ma noi crediamo che la « matematica politica » la sola che potrebbe dar lum•i sugli sviluppi certi di un dato momento storico, sia una dotta invenzione del filosofo Giuseppe F errari, colui che per fare la repubblica federale è morto senatore del Regno; conseguenza - auguriamoci - non prevista dai suoi ,teoremi politici, ma che scoraggia il nostro zelo di ' . sco_:an. * * * E, dunque, poichè la rinf.resoata preannunzia solo nuovi lauri e nuovi cipressi alla nostra rivoluzione nazionale. volgiamoci alla cronaca g1 ià passata, della quale il fabbro deUa storia tra,rrà materie grezze e scintille di pensiero. Scinti!la veramente la favo,la breve del matrimonio regale cui ha ass1~t 1to da ogni angolo d'Italia, il popolo. Splendore di usi · f eudàli e fascino di nomi sonanti non avrebbero da •soli ,potuto destare r immane leone che ha ruggito di cÒmpiacimento. V'è stata la gioia di sentirsi accarezzato dalla dolce manina della reginetta che l'ha posta sugli occhi del 1popolo sovtl'ano perchè non vedesse il volto teutonico dellt')- sposo. E non l'ha visto. Ha consentito, senz 'ombre di dubbio o di rammairico, al1'amore. Ha salutato il figlio del nemico che saliva al trono d'Italia per rapirvi la principessa quando l'amore ha Iiconq:nsta~o i ·suoi diritti imprescrittibili che non conoscono nè razze, nè sangue. Ha osannato in perfetta letizia perchè il trono appariva al vertice d'Italia e vi tuonavano intorno per un caso provvidenziale e simbolico i mille cannoni delle grandi manovre, con echi potenti Timbalzanti di Alpe in Alpe fino al castello d'Hindemburg.
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