dovrebbe essere soltanto artista, m.a ha pur scritt~ un bello e forte libro con Rube; e Grazia Deled,da, e Soffi.ci... e un altro paio, sì e no, d' autori da mettere al ·primo piano con cortesia maggiore della considerazione che si sono acquistata. Poi a voler essere seri, ci si ferma qui per dire che, tutti costoro insieme, non bastarono per creare nel dopo-guerra, il romanzo contemporaneo nostrano. La crisi a-dunque non è d'ordine storico; non può attri,buirsi cioè ai sovvolgimenti avvenuti nella società italiana, e, ripeto, dir questo sarebbe come per un medico dar la colpa di una malattia soltanto ali' am,biente nel quale il malato fu costretto a vivere, ed a contrarv;. il proprio male. Non vi sono sovverti ture sociali di nessun genere che giustifichino, per se sole, la decadenza dell'arte. L'arte decade solo qua,ndo non v.i sono più artisti. Non per altre cause. E' un antico vezzo rettorico dire oh.e l' arte prospera l ' ' con a pace, cosi come e una esagerazione attribuire alla guerra una soverchia importanza rivoluzionaria. Se ci fu un periodo agitato, turbolento, rissoso e corrotto, quello fu, in I tali a specialmente, il Rinascimento : eppure la nostra grande arte è appunto la Rinascenza. Tutti i tempi son buoni, tutte le condizioni della vita pubblica propizie egualmente al concepire ed al creare, ma quando ci siano i creatori. In caso contrario, si h.a come adesso, fatte rarissime eccezioni, una letteratura anfanata, rettorica, inconcludente, tutta pensata e scritta fuori del reale, cioè della vita eternamente uguale a se stessa nel1' interno dello spirito, e pur ,diversa nelle forme esteriori, un' arte cui mancano, purtroppo, due elementi essenziali, l'ispirazione e la fìnali tà. Sembra un paradosso, eppure a me pare -che sia così. C' è troppa fretta di arrivare, troppo desiderio di lucro, troppa facilità, che è un m,isto di improvvisazione e di trascuratezza per le quali, mancando ogni controllo interiore, lo scrittore si tramuta in grafomane a velocità cronometrica. Sì, è vero, mio Dio: Rossini comBiblioteca Gino Bianco VITA NOVA pose il Barbiere in _una 9uin1icina di giorni e Goldoni scrisse 1n un solo anno sedici commedie nuove, per aggiungervene altre dieci l 'anno seguente, ·ma l'eccezione conferma la regola, ed eccezioni siffatte son così- rare che non possono essere invocate ad esempio, senza contare, l'argomento probatorio di capitale importanza, che è questo: Goldoni era Goldoni e Rossini era Rossini. Se risuscitassero, ripeterebbero il prodigio. Ma chi si chiami soltanto .... ci siaimo capiti, aggiunge 1 'errore della propria ·mediocrità alla . . genuina presunzione. L'arte è una cosa difficile, specialmente - volevo dire « soltanto >> - per chi è nato artista. Gli altri van giulivi alla meta perchè non li trattiene nessuna reverenza per la sacra maestà della torturante ed indefinibile Dea. ' Dunque non ci sono artisti, e ,detto questo si potrebbe chiudere il processo per aver pronunziata la sentenza capitale ; se non che la reità, ha sì delle attenuanti, ma ha anche delle aggravanti. Le prime sono implicite nella colpa maggiore, le altre sono un corollario di essa. Mi spiegherò con un esempio. Non si può dire che Panzini sia un genio, ma la aurea mediocrità cui è arrivato, ha un carattere ,originale. Panzini è una personalità. Lo si distingue tra mille. Perchè ? Molto probabilm,ente per dono naturale innanzitutto, ma anc:he per ausilio di ragione. L '.illustre autore della Lanterna di Diogene. non è m1ica nato adulto ali' arte. Si è maturato. E come maturi un artista, tutti sanno: si ascolta, studia, pondera, prova, riprova, finchè non abbia trovata la p,ropria strada, e trovata che l' abbia, vi si mantiene con vigilante accortezza. A·nche la famosa libertà del genio è una fola: Nessuna opera d'arte, per smisurata e nuova che sia, sorge fuori dalle leggi fondamentali dello spirito ; dunque, o genio o talento soltanto, lo scrittore ha prima di tutto 1dentro •~i sè le regole della propria creazione. · L'opera d'arte, liberam,ente intuita, diviene per esse creatura vi- .... va, non per altro. Alla stregua d~ questo ragionamento, si fa,nno voti ardentissimi perchè una qualche pestilenza tolga di mezzo i,ntanto tutti gli scrivani che, non hanno doni di natura, e li restituisca ali' onorevole ed utile lavoro della vanga, e purghi gli _altri - che saran pochi ma buoni - siffattamente, da farli degni d'usar la penna senza vilipendio della 'bellezza. Che risanata sarebbe cotesta, e come ne guadagnerebbero i costumi letterari e civici del nostro paese, -il quale ha bisogno di trovare nei pr~pri scrittori i paladini pìu valorosi ,del suo divenire! Se ne parla tanto, di questo divenire, che è pur necessario cooperarvi con ogni "' possa, ma con gli uom•ini ,migliori. E' deplorevole che un grande artista manchi oggi ali' Italia, che ha un uomo di Stato di genio, ma in attesa del riformatore della nostra letteratura, non è lecito consentire che un branco di pezzenti avvilisca la tradizione gloriosa, lavorando più specialmente a corrompere .il gusto del pubblico. Gli intelletti più forti servono oggi la scienza e la filosofia. Ciò vuol dire che l'ordine politico richiam~ le menti ali' ordine intellettuale. L'ordine estetico, suprema conquista, è forse imminente. Alessandro Manzoni cominciò a scrivere i Promessi S p0tsi nel 1821. Riandiamo con la mente a quel tempo ed agli uomini del Conciliatore, e ci sarà più facile profetizzare di ritorni storici. Tanto, si sa che la storia ritorna, perchè gli uorr:ini la fanno ritornare. SEBASTIANO SANJ ECONOMIA POLITICA Occorre formare nel popolo nostro una salda c~cienza economica. Bisogna prima di tutto spazzar via i residui sentimentali di una vita di ,maniera, che viene lodata nei libretti delle scuole· elementari, dove si presenta il cliché del ricco inifelice in mezzo alle sue ricchezze e del povero immancabilmente •
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