Vita Nova - anno I - n. 9 - settembre 1925

,., VITA NOVA E ciò mentre in Austria è potuto discendere tranquillamente nella tomba dopo aver goduta per parecchi anni la pensione, il generale Conrad, uno dei principali artefici del crollo dell'impero Austro-Ungarico! E tutto questo mentre i partiti parricidi incitavano alla rivolta e facevano di tutto per neutralizzare gli effetti della vittoria. *** Purtuttavia Giolitti riafferrò il potere per un concorso di circostanze, tra le quali le più favorevoli si debbono riconoscere nella reità del Partito Popolare e nel desiderio del popolo italiano di liberarsi a qualunque costo del Nitti. Questi si presentò con un bagaglio di proposte demagogiche, parte delle quali furon fatali alla finanza italiana, come quella sulla nominatività dei titoli, parte si risolsero in un inutile ingombro, come la tassa sui sopraprofitti di guerra che è servita a vessare qualche onesto industriale e ad arricchire parecchi agenti delle tasse. Si aggiunga quella peregrina trovata della corte suprema aggregata al ministero degli esteri per dare la sanzione a una dichiarazione di guerra! quasicchè la guerra fosse un affare d' ordinaria amministrazione e bastasse un voto contrario d'una maggioranza collegiale per impedirla! Si dovevano compiacere i sovversivi, e con questa spiegazione si comprende il silenzio tenuto nelle comunicazioni del governo sugli intendimenti di mantertete l' ordine. Sotto di lui l'elemento rosso dei ferrovieri continuò la gazzarra intercettando le armi che dovevano andare in Polonia, alimentando gli occupatori delle fabbriche, perseverando negli scioperi a scopo d'intimazione per allontanare gli impiegati che avevano fatto il loro dovere il Primo Maggio. Giolitti ha ormai ottantatre anni ma !a sua grave età non salverebbe il paese da un suo ritorno, se le tradizioni parlamerttaris tiche tornassero a trionfare per sventura suprema èl' Italia. *** Sui metodi di governo del prof. Salandra, che resse il ministero sotto il quale si dichiarò la guerra a1l'Austria, abbiamo. avuto l'opportunità di fare qualche rilievo, quando per incidenza abbiamo avuto occasione di riflettere un po' sull'opera del compianto Sonnino. Egli non si rese conto dell'immane gravità della guerra, che sembrò credere di poter fare col leggero aumento delle tariffe postali e con altri simili ripieghi: infatti lasciò per qualche mese agli impiegati richiamati oltre al militare anche lo stipendio civile, il che mostra che egli credeva essere la guerra solo questione di mesi. Non è il senno del poi a rimproverargli questa imprevidenza: ricordo di aver letto allo scoppio della guerra europea articoli di Vilfredo Pareto che prevedevano una durata non determinabile: la stessa previsione si faceva dai banchi del parlamento inglese, e il generale Cadorna (La guerra alla fronte italiana, p. 78) ammoniva che sarebbe stata colpevole illusione il credere alla breve durata della guerra; ma alle sue richieste il ministero Biblioteca Gino Bianco replicava che si imponeva 1;1na_ riduzione in misura_ f!Otevole dei preventivi, e qun~d•. dell~ _pr~poste d1 incremento di uomini e mater1ah bellici, (ib.,_ p. 79). La guerra è stata vinta e come sempre l obho ha suffusa la sua ombra sulla condotta informata alla più supina incoscienza dei governa~ti, che senza un _concorso di circostanze fortunate c1 avrebbe condotti alla catastrofe. Si spiega cosi che il fascismo ha data una. immeritata importanza a questo c~ttedr~tico valent~ nella sua disciplina, come almeno dicono 1 competenti in materie giuridiche; non ostante che la sua caduta per inettitudine a governare con illuminata energia durante la guerra sia un fatto abbastanza recente per tenere viva la ~em?ria 1elle colp~ prov_enie_nti_d~ inettitudine e applicazione intempestiva di pr1nc1p11 dottrinari. Amenissimo è poi il ritornello di certi giornali, che coi metodi liberali l'Italia ha superate tante crisi tra- .. vagliose, ed è riuscita a vincere la guerra. Già : come ~i portasse l'esempio di un malato, il quale malgrado la scarsezza del nutrìmento, la mancanza d'assistenza e l'esposizione alle intemperie, con la forza della sua. fibra riuscisse a vincere quella del morbo. Con la logica diciamo così liberale, per ottenere la guarigione d'un infermo basterebbe privarlo del nutrimento, dell'assistenza e di ogni riparo contro I' inclen1enza della stagione. Il ~istema sarebbe economico, e nessuno ci aveva ancora pensato! *** Non è inutile poi ricordare come Salandra inaugurò il suo governo. Si sentiva da un pezzo che vi erano macchinazioni rivoluzionarie; ma Salandra si fece nel giugno del 1914 puerilmente sorprendere dalle dimostrazioni di Ancona per l' abolizione dei battaglioni di disciplina, e pro Masetti, il soldato che aveva sparato contro il colonnello nell' occasione della guerra libica. In seguito a inaudite provocazioni e per prevenire un pericoloso travolgimento, due carabinieri fecero fuoco uccidendo qualche teppista. Salandra da liberale permise lo scanagliamento di tutti i bassi fondi sociali e fui proprio io a Pisa testimone dell' affissione di manifesti sovversivi per tutta Pisa, e dell' idiota deposizione in quella circostanza d' una corona alla statua di Garibaldi. Ma non basta: si depredav~no carretti di pane e il prefetto rispondeva che non s1 pot~va f_arnulla :per impedirlo; e per colmo d' obbrobrio gh studenti sovversivi vollero che si inalber~s.se la ~andie~a _ab~runata nell' università per l' uc- ~1s1.onede1_tepp1st1d1 Ancona! Il rettore prof. Supino 1nterpe~l~ 11pref~t~o, e il prefetto rispose che ordini categor1c1 ~el m1n1stero_imponevano di cedere! Ricordo che l Amendola, 11 quale teneva l' incarico di fi.l?sofia teor~tiq1 i_nseguito alla morte del compianto Ja1a, protesto _fur1bo!11o (o come mutano i tempi!) contro qu~sta 1gnom1n1a perpetrata dal ministero, iJ q~al_e, aggn~ngeva, aveva messo in prigione i carabiw n1er1 perc~e avevan_o mantenuto l'ordine pubblico! ~\.1a~atestamtanto si trovava nei centri d • agitazione indistur~ato, e accordava solazzevoli interviste al Gior-

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