Vita Nova - anno I - n. 9 - settembre 1925

L' ANFITEÀTRO ROMANO DI VERONA • Quasi due volte millenario, maestoso e possente testimone di un' èra che fu per l' Italia di grandezza e di splendore, l'Anfiteatro Romano di Verona, detto più com~ne~~nte Aren~ ed. oggi sede idea~e, meravi: gliosa ed invidiata perche unica al mondo, di spetta~oh lirici ali 'aperto, sta nel cuore della splendida città dell'Adige non solo ad attestare la romanità di Verona, ma anche quale uno dei più conservati e caratteristici monumenti che lo splendore dell'Impero ha fatto sorgere un po' dovunque, nella penisola e fuo-- ri, come segnacoli di civiltà e come indici insieme di potenza e di do- . . m1n10. Di questa romana potenza e -dell' imperiale splendore sembra l'Anfiteatro stesso fedele espressione nella sua struttura pesante e compatta che per venti secoli ha resistito e vinto contro le ingiurie del tempo e le incurie degli uomini ed è arrivata quasi intatta fino a noi; chè pochi, e forse nessuno dei tanti monumenti d'arte e di storia di cui è ricchissima ed orgogliosa Verona furono e sono amati con tanta passione dal popolo come l'Anfiteatro, il quale si può dire che ' . s è vista sorgere a poco a poco e rimutare intorno la città stessa, ne ha come vigilate da vicino le sorti, ficio portò amore e meglio ne curò lo stato di conser- . vazione. Le opinioni degli studiosi non concordano circa la data di erezione dell'Anfiteatro veronese. Scipione Maffei, per esempio, riteneva l' edificio innalzato ai tempi dell'imperatore Nerva dalla Repubblica vero-- nese, ed anche Onofrio Panvinio era stato di questa opinione, soltanto che anticipava la fabbrica portanpartecipe con essa d'ogni fasto e L9 ANFITEATRO ROMANO DI VERONA COL PANORAMA DELLA ClTTÀ di ogni lutto. Non era l'Anfiteatro il solo edificio monumentale che vantasse Verona ali' epoca della dominazione romana, nè il solo luogo destinato a spettacoli. C' era il teatro, bellissimo e vastissimo, i cui avanzi imponenti, scoperti nel secolo scorso per merito principale di Andrea Manga, ancora si ammirano sulla sinistra dell'Adige, alle falde e sul declivio del colle di San Pietro; e c' erano anche, come alcuni storici ed archeologi sostennero, la naumachia sull'Adige, proprio di fronte al teatro, ed il Circo per i giuochi equestri, estendentesi sulla riva opposta del fiume. Unico saldo, e quasi integro nella parte essenziale, di questi romani monumenti di Verona, rimane l'Anfiteatro. E ciò perchè prestandosi esso ad ogni genere di spettacoli, anche quando il costume ed il gusto mutarono e si cominciò a disertare il Circo ed il Teatro, l'Anfi ... teatro invece apparve tale da poter soddisfare ogni nuova tendenza del popolo, che sempre quindi all'ediBiblioteca Gino Bianco dola al tempo di Augusto. Alessandro Carli invece sostenne essere l'Anfiteatro opera dei soldati di Vitelli o, ed il Giuliari finalmente la volle opera etrusca. Di questo ultimo parere fu anche il conte Antonio Pompei che una cinquantina d' anni or sono dedicò al monumento veronese lunghi studi convalidati da scavi e da osservazioni dirette. Il Pompei fondò la sua tesi so-pratutto sulla semplicità disadorna della costruzione e sul fatto che nell' anno 265 dopo Cristo l' edificio già sarebbe stato in grave decadenza tanto che se ne adoperarono alcune pietre per l' erezione delle mura compiuta dall' imperatore Galliena. Concludendo le sue lunghe ed erudite dissertazioni, lo studioso veronese ritenne l'Anfiteatro veronese di molto anteriore al primo del genere sorto a Roma, cioè a quello di Statilio Tauro; poichè il Pompei manifestò l'opinione che molti anfiteatri si sieno edificati nelle varie parti d' Italia prima che in Roma, e che questi anfiteatri, •

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