*** Si sa che la potenza navale d' un paese è determinata da due principali fattori : le basi navali e la flotta da guerra (anche la flotta mercantile ha il suo valore, ma non possiamo farne cenno per non allontanarci dall' argomento essenziale). Abbiamo parlato delle basi: diremo ora qualche cosa dell'Armata che dovrebbe usufruirne e partire da essa per la battaglia e per la vittoria. , Nell'armata bisogna procurare d'avere il miglior materiale e i migliori uomini, tutto ciò in quantità sufficiente agli scopi che la Nazione si prefigge. Degli uomini non occorre intratte .... nersi : il marinaio italiano non teme rivali : per qualità e quantità l' Italia non è affatto soggetta a quelle crisi d' effettivi che tormenta altri paesi, fra i quali la stessa Inghilterra e l' Ame .... rica ... Resta la questione del materiale. Qui bisùgna naturalmente contemperare le esigenze della preparazione bellica con la capa .... cità del nostro bilancio. Se tutte le nazioni deb.- bono proporsi il problema non facile di armonizzare la preparazione militare per terra con quella per mare e per aria, tale problema diventa per l' Italia addirittura assillante, perchè la nostra situazione storico-geografica ci impone, più che a chiunque altro, di sviluppare contemporaneamente l'Esercito, la Marina e l'Aviazione. Ecco perchè abbiamo detto fino da principio che la preparazione militare italiana deve essere fatta cori un criterio unitario, in modo da no.n avere sconcordanze o interferenze fra i vari i rami dell' organizzazione. Comunque, per attenta e abile che sia la distribuzione delle nostre energie finanziarie fra le tre grandi branche della difesa, è certo che i fondi assegnati alla Marina saranno sempre relativamente limitati. Bisogna perciò eliminare tutte le spese inutili, restringere quelle di carattere accessorio e spendere nel modo assolutamente migliore quello che resta. La maggior spesa nel bilancio della Marina deve essere consacrata alle cos~ruzioni (presentemente purtroppo non è così) e fra queste dobbiamo risolutamente distinguere le costruzioni utili e veramente redditizie sotto il punto di vista militare, da quelle meno utili o meno adatte per noi. Il programma della Marina italiana deve . Biblioteca Gino Bianco 9 essere quello d'un paese povero, che pure ha grandi necessità, potenti interessi sul mare. In questa contraddizione consiste il dramma, per così dire, della nostra preparazione navale. Può essere però questo un dramma a lieto fine, ove si tronchi risolutamente il vecchio andazzo, che sempre h~ influito in senso così sinistro sopra le nostre costruzioni navali. Essendo finora mancato un piano logico di politica navale, gli ingegneri si sono sbizzarriti in tentativi e in esperimenti quasi sempre interessanti e ben riu-- sciti, ma che hanno trasformato le nostre squadre in veri campionari dei più svariati tipi, ciascuno dei quali, per sè eccellente, non riusciva ad accozzarsi con gli altri. Questo sistema eminentemente antieconomico· deve cessare, ed a questo appunto tendevano tutti coloro, che tanto hanno insistito perchè il ministero della Marina si fondesse in un Dicastero unico con quelli della Guerra (che meglio dovrebbe chia .... marsi d~ll' Esercito) e dell'Aviazione. Ma non c' è da farsi illusioni: le resistenze che si trovano negli ambienti della Marina - e specialmente in quelli dell' alta burocrazia marinar~ - contro le concrete applicazioni di nuovi principii, sono energiche e tenaci. Data la missione speciale della nostra Marina e la situazione geografica delle nostre basi, è evidente che ali' Italia occorrono numerose squa~ dre leggere, ben armate è velocissime: dunque niente grandi navi, niente supercorazzate, che non hanno probabilità d' impiego in un mare ristretto come il Mediterraneo, e che inoltre costano troppo e richiedono troppo tempo per essere allestite, così che sarebbero destinate a invecchiare sugli scali. E occorre numeroso na- . viglio silurante accompagnato da squadriglie di sommergibili moderni, di buon tonnellaggio: ·.tutto ciò ~ancheggiato da una salda organizza.- zione d' idroaerei. Gli ultimi studi sugli idro- -siluranti, cioè sulla possibilità d 'adoprare gli idroplani per il lancio dei siluri contro le navi, hanno dato risultati assai promettenti. In questo campo, che è ampio e nuovo, si deve cer.- care la soluzione del nostro problema navale. Purtroppo non molti, negli alti gradi della marina, pensano così, ed anche quelli che lo pensano non osano dirlo. Di recente v'è stata una vera ripresa della propaganda in favore delle grandi navi, insieme ad una costante sva- ,
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