Vita Nova - anno I - n. 9 - settembre 1925

,. VITA NOVA 5 Ma diciamo che l' istruzione non può nè .deve essere scissa dal suo nesso profondo e vitale con la vita etica dello spirito. Essa non è l' humanitas, ma solo un aspetto di questa. Non è l' educazione, ma un sussidio necessario dell'educazione. Se non educa, diseduca; cioè educa sempre, al bene o al male. Si può benis-- simo immaginare due persone dello stesso grado e livello e forma di cultura, nell'una delle quali questa, affinata da un ·intimo calore, si faccia luce di carattere e di bontà, nell' altra, invece, serva ad istinti e calcoli di egoismo predace. Tutta l' opera dello Stato italiano, per mezzo secolo, e la vita di tutte le classi sono inquinate da questo malore morale. In questa vita del co-- stume italiano bisogna collocare gli istituti politici e sociali, le scuole e i partiti di quel periodo, per dare di essi un più giusto, cioè un più severo giudizio. Discutere, in generale, per o contro la democrazia e la libertà, è un vuoto teorizzare se non ci si riferisce a peculiari ca-- ratteri storici della democrazia e del liberalismo che in quell' ambiente poterono vivere e prosperare: perchè essi solo spiegano la crisi sopravvenuta e dànno, oltre le intenzioni degli uomini, le ragioni obiettive e la misura della reazione provocata. E non è meraviglia, ed è anzi cosa salutare, per l' ulteriore sviluppo della coscienza nazio-- nale italiana, che alle qualità, positive o nega-- tive, agli atteggiamenti, ai metodi di azione che si ispiravano a quelle idealità -di cultura tecnica, meccanica ed amorale, sieno ora contrapposte e rimesse in pregio frettolosamente, in attesa di un discernimento che sarà solo . frutto di \ esperienza rinnovata e di riflessione, le qualità, gli atteggiamenti ed i metodi che si ispirano a u11avisione e programma di vita in cui la volontà e la fede e la disciplina spirituale e il fervore e la tenacia dell' azione hanno una assai maggior parte; e che si tenda non a favorire l' individuo nel suo autarchico ed anarchico sviluppo, ma a trarre dal consenso e dalla coesione degli animi la forza capace di creazioni collettive. · Che tosa è, ad esempio, per noi uomini di oggi, l' autorità, se non· una grande pedagogia della volontà che, come ogni pedagogia tende ad esaurirsi nel suo scopo, cioè in una superiore forma di autonomia spirituale? Ma chi non vede, dopo l' esperienza del 1919-22,. quan_to necessaria agli italiani come popolo, agli indi-- vidui, alle classi ed ai· partiti, fosse una pedagogia della volontà, agli effetti della vita, della sicurezza, della potenza della nazione; cioè una autorità di governo più risoluta e sicura ed efficace? E nei mutati rapporti verso la Chiesa cattolica non è innanzi tutto visibile il ripudio di quell'agnosticismo etico e religioso che era un ritorno a posizioni mentali e pratiche gelosamente custodite dalla massoneria, ma già superate dal Risorgimento, e delle quali talune manifestazioni di anticlericalismo verboso ma sterile venivano di quando in quando ad indicare I' ana~ cronismo? Ma non possiamo qui discendere ad applicazioni concrete dei criterii sommariamente indicati : valgano essi soli come contributo a una critica di quest'ultimo periodo politico la quale voglia essere, innanzitutto, comprensione. ROMOLO MURRI 'Dio ci creava non per la contemplazione, ma per l'azione : ci creava a imagine sua, ed egli è pensi~ro ed azione, anzi non 11' è in lui pensiero che non si traduca in azione. GIUSEPPE MAZZINI (Opere, XVIII p. 75) '-----------------------~--~~------------------' I • ' Biblioteca in Bianco . . •

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