Vita Nova - anno I - n. 8 - agosto 1925

r 48 senso il Gentile è detto, con eleganza, << il teologo del futurismo ». Qui la ccnfusione fra attivismo filosofico e potenziamento pratico dell'azione esterna è sì palese, che si è quasi tentati di credere che il V•inciguerra si sia voluto divertire col suo facile sofisma. Da questo punto ha inizio la serie dei profili. Alcuni sono buoni, ma non strettamente legati al quadro d ·insieme. Notevoli pagine si leggono sul Serra e sul P anzini ; più discutibile mi sembra lo scritto sul F errero - di cui si esagera il carattere pos.itivistico e quello classico - bene informato è il saggio sul Tilgher, mentre sono vaghe e inadeguate le pagine dedicate a Pirande!lo e al Rensi. Papini e Giuliotti sono troppo facilmente abbi-nati in un atteggiamento unico ; le pagine sul Borgese hanno scarso valore di analisi critica. Di altri che qui hanno una posizione centrale non era necessario fare ampi cenni, mentre le ommissioni sono molte e non sempre ammissibili. Dove Tilgher e Manacorda primeggiano, non v'ha cenno d1 un Martinetti o di un Varisco; dove i « pi-otestanti » di Bilychnis e Conscientia haano degno posto, non si parla del movimento neosco!,astico.... Il Vinciguerra conclude esprimendo il v6to che il secolo XX riprenda coscienza della sua continuità col secolo XIX, riconoscendone i fondamenti nell •imperativo categorico di Kant e .nella « aspirazione sociale di Faust ». Ma è prc,prio qui la continuità fra i due secoli? Non è piuttosto ne!l' eticità platonica che in diversi aspetti si palesò in Gioberti e Mazzini? _Non è nel senso della .tradizione nostra, inteso non come retoVITA NOVA rica affermazione - ma come intima realtà spirituale, viva ed efficiente nel divenire della storia, secondo l'insegnamento del Vico? Il Vinc-iguerra, nella conclusione del suo libro, è caduto in un ultimo equivoco : ha scambiato l'eredità del Settecento tedesco con quella dell'Ottocento italiano. E le dif - f erenze - se si riflette - non sono certo da poco. VALENTINO PICCOLI RUGGERO PILLETT: Le preghiere d'amore, traduz. di H. Godini, Milano - Bottega di Poesia, 1924, L. 8. Ripropone questo libro al nostro sentimento la scelta antica e nuova, viva sempre, fra r amore sacro e r amore profano, . ripetendo, in una forma che dà pagine bellissime, ma che talora, quasi il cuore dello scrittore s'adombri, declina a volgarità inutile e fastidiosa, l'usata e notissima tesi del1' amore vissuto in libertà, direi naturalmente, oltre ogni legge ed ogni limite o è, con miglior proposito, l'esaltazione calda e tervida di una concezione d •amore per la quale il suo ,rito divinamente si compie, so!o nella unità perfetta della carne e dello spirito, all'improvviso e per sempre baciatisi? Noi non sapremmo dire; appunto per, talune pagine la crudezza delle quali ci ha turbato e ci ha fatto dubitare che il libro non sia se non una espressione nuova e lirica del1 'eterno motto di v•ita per il quale in ogni ora dell •esistenza deve essere vuotata la coppa del piacere. Chè ,altrimenti, se queste note di fanciulla che incominciano con una soavità dolce e fresca come la chiarità spirituale di colei che le scrive e le sente, e su su assumono i colori più accesi della vivacità sentimenta~e sua, rinnovatasi alr avvicinarsi dell'amore, per divenire calde di una passione ar~ <lentissima sempre fossero uguali a sè stesse, noi d~vremmo confessare all'autore, che come lui pensiamo e sentiamo. Forse nel nostro sentimento vi ha più afflato di spiritualità, perchè ancora ci piace pensare che il rito d ·amore abbia nel cuore della donna celebraz·ione di purità : ma ove tale senso di grazia, in cui è racchiuso quasi tutto il pregio della femminilità, veli e renda perciò squisito, a desiderio ed il dpno, noi come l'autore sentiamo che le pagine di Ornella sono vere. Pagine intime di una giovine, nelle quali si svela la trama splendida del primo amore ; in cui è detta r aspettazione pe~ il suo apparire, la gioia e l'esaltazione del suo fior,ire. Ed .il lento gaudioso giungere all'abbandono della carne, alie nozze umane deJla came. Il canto di ql:est •unione fra due giovinezze colme di bellezza e di vita, sembra che più non abbia a finire, tanta la novità di accenti e di toni che gli dona il rigoglire d'amore, diversamente e più ricco ogni ·mattina, quàn:.. ·do all'improv\tiso si muore: ramante di Or- ·nella · è rapito da un morbo. Rinascerà per lei•, che tutta è nel passato, per la giovin~zza del nuovo fanciullo che le ha aperto il sno cuore? Chissà !, ma in noi s•incide più· forte, dopo la lettura di queste pagine, che ·sono un inno, in cui l'autore ha profuso ricchezze mirabili di -sensazioni, alla gioia dei sensi, ,la certezza di una verità: che nello spirito è essenzialmente la vita . G. L. M. Q.UESTIONI DE.L GIORNO Turlupinature di editori. Riceviamo ogni giorno proteste di padri di f,amigl1a contro una voce che si è diffusa in quest'ultima settimana che cioè gh editorii dopo avere ottenuto l'adozione dei loro testi nelle scuole elementari puntando in particolar modo sul modico prezzo di copertina, ora, ad adozione avvenuta, stiano facendo pratiche presso il ministero per ottenere l'approvazione per un improvviso e notevole aumento dei prezzi, in base ai quali le adozioni furono fatte. Si dice da chi sa che il ministero dell'istruzione, che ~n questi ultimi tempi ha mostrato una condiscendenza davvero inspiegabile vers::>certi editori, denunciati dalla stampa per le loro gesta truffaldine e per le loro aperte violazioni della legge che il ministero abbia promesso di studiare benevolmente la quistione. Ora, domandiamo: è lecito, proprio in regime fascista, gabbare cosi spudoratamente i contribuenti, è lecito esasperare gli animi Bibliot ca Gino ■ I n o con provvedimenti esosi e odiosi, senza che l'autorità che presiede agli studi senta il dovere di intervenire e di porre un argine a questi abusi? Da parecchio tempo seguiamo l'attività ~ dì certi editori, legati fino all'avvento del Fascismo con tutte le cricche affaristiche giudaico-massoniche, ed ora improvvisamente pieni di tenerezze per il nostro regime. Conosciamo i loro legami con la burocrazia romana e con certi capi di gabinetto. Promettiamo ai nostri lettori che, se il Ministero dell'istruzione cede anche questa volta a queste pressioni, parleremo una buona volta molto chiaro. Buroérazia. I 1 Governo Nazionale si propone di purificare la burocrazia, e sta bene. Gli impiegati antifasc.isti dovrebbero essere ]icenziati spietatamente, perchè non è possibile che lo Stato possa più tollerare negli organi più vitali della Nazione coloro che non sentono il dovere elementarissimo di collaborare in tutta lealtà col Governo Nazionale. Ma noi temiamo che la legge sulla burocrazia sarà praticamente passata ag~,i archivi, perchè la Massoneria con i suoi mille tentacoli continua e continuerà a spadroneg• giare nei vari Ministeri, dove tuttora le promozioni e le nomine degli impiegati sotto la lustra della anzianità o di altre ragioni che a noi sfuggono si fanno in maniera da suscitare indignazione e dispetto. Nè di ciò :ci meravigliamo, se in taluni Ministeri spadroneggiano Capi di• Gabinetto che hanno dichiarato di essere antifascisti, e che mostrano evidentemente di avere dei legam,i con uomini appartenenti alle logge massoniche. Così è facile spiegarsi come uomini valentissimi e devoti al Governo siano costantemente esclusi dagli uffici più delicati e siano, in\tece, favoriti sfacciatamente quegli altri che nella loro azione quòtidiana cercano di minare il regime attuale. Bisogna sul serio spazzar via il marciume che si annida nei Ministeri, ma, prima di tutto,

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